Avete mai giocato a Trugo?

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 Trugo

Di sport strani è pieno il mondo ma ce ne sono alcuni che hanno, alle spalle, storie che vale la pena raccontare. Girovagando per la rete ci si può imbattere nel Trugo, nato e confinato a Melbourne, in Australia, figlio di un passato fatto di binari e rotaie, pause pranzo e cantieri. Chi lo racconta lo descrive come un mix di golf, cricket, bocce e lancio del martello. La cosa più affascinante da sapere però è che, in ogni partita, risuona l’eco della Storia e delle tradizioni operaie del secolo scorso. Quelle che resero grande un intero Continente.

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Le origini del Trugo

Diverse testimonianze attribuiscono la nascita del Trugo a un ferroviere di Yarraville, Tom Grieves, che durante una pausa pranzo particolarmente noiosa si mise a giocare con alcuni ferri del mestiere. Un martello, alcuni anelli di gomma utilizzati come ammortizzatori, due paletti per misurare la larghezza dei binari. Colpire quegli anelli per farli passare in quella specie di porta era una prova d’abilità che, pian piano, coinvolse altri lavoratori, facendo nascere delle vere e proprie squadre e persino dei club. Era l’epoca in cui il traffico su rotaia iniziava a espandersi con efficacia in quasi tutta l’Australia, con una grande richiesta di manodopera specializzata. Il nome farebbe riferimento alle iniziali del suo inventore anche se, per altri, è la fusione delle parole “true” e “go” e rappresenterebbe una sorta di incitamento e sostegno.

Uno sport molto ferroviario

Nel Trugo tutto fa riferimento al mondo dei treni. Lo spazio che separa la postazione dove l’anello viene colpito alla porticina in cui deve essere fatto passare è di 90 piedi, poco meno di 30 metri, ovvero la lunghezza dei “Red Rattler”, i treni Tait, di un rosso sgargiante, che furono introdotti negli anni ’20 e che, per alcuni decenni, divennero un simbolo dell’innovazione e del progresso dell’Australia di quel periodo. Anche la distanza tra i due paletti non è casuale ma corrisponde alla larghezza di una linea di binari.

Chi vince?

Ogni giocatore ha la possibilità, in ogni turno, di colpire 4 anelli che vengono fermati, dietro la linea della porta, da una grande rete per farfalle tenuta dall’avversario. Ogni squadra in totale, può realizzare fino a un massimo di 24 punti, un evento talmente raro che il nome di chi ci riesce viene gelosamente annotato in un apposito libro, conservato in una preziosa teca di vetro. La tecnica più utilizzata è quella di posizionarsi di spalle alla porta e colpire con forza l’anello posizionato tra le proprie gambe. Le donne, di solito, preferiscono invece imitare i golfisti, usando il martello come se dovessero eseguire uno swing. La prima partita ufficiale risale al 1936, anno di fondazione dei primi Trugo Club.

Il Trugo, oggi

Secondo John MacMahon, 89 anni, capitano del Yarraville Club, il Trugo oggi lotta con la concorrenza di altri sport, come il football australiano, e la diffusione sempre più pervasiva delle slot machine. La volontà dei giocatori, l’età media è assai avanzata, è quella di coinvolgere sempre più nuove leve che possano permettere a questa tradizione di mantenersi viva negli anni. Al culmine del successo, anche grazie a un’apparizione televisiva internazionale volta dallo chef, recentemente scomparso, Antonhy Bourdain, i club iscritti a questa federazione erano 13. Oggi, anche per una certa difficoltà nel reperire i fondi, ne sono rimasti appena 7. E la motivazione per provarci davvero ci sarebbe. La confida, ridendo, lo stesso Mc Mahon: “Un medico mi ha detto che il Trugo mi ha permesso di allungare la vita di almeno 10 anni”. Non male, no?

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