Il bilancio dei due giorni di maltempo

Il bilancio dei due giorni di maltempo

È di 11 morti, quattro feriti gravi e un disperso, il bilancio, ancora provvisorio, dell’ondata di maltempo che si è abbattuta sull’Italia.

Ai sette morti di cui si era avuta notizia lunedì (due in provincia di Frosinone, uno a Terracina in provincia di Latina, uno a Napoli, uno ad Albisola nel Savonese, uno a Feltre nel Bellunese e un vigile del fuoco volontario a San Martino in Badia, in provincia di Bolzano), se ne sono aggiunti altri quattro. Si tratta di una donna trovata morta in casa a Dimaro, in Val di Sole, in Trentino, un 63enne scagliato contro gli scogli dal vento a Cattolica, durante un’uscita in kitesurf, un pescatore annegato nel lago di Levico, sempre in Trentino, dopo che era andato a controllare gli ormeggi della sua barca e, ancora nel Bellunese un uomo la cui auto era stata trovata parcheggiata nei pressi di un corso d’acqua. Dopo ore di ricerche è stato ritrovato nel torrente Bois. Ancora disperso invece, a Catanzaro Lido, il proprietario della barca a vela canadese finita sugli scogli.

Ma il maltempo non ha risparmiato neppure le opere d’arte: in particolare a Venezia. Sono in via di quantificazione i danni provocati dall’acqua alta record di ieri (156 centimetri, la quarta più alta della storia) alla Basilica di San Marco. Il mare è penetrato nella chiesa andando a bagnare i millenari mosaici del pavimento di fronte all’altare della Madonna Nicopeia e inondando completamente il Battistero e la Cappella Zen. Il Patriarcato di Venezia ha fatto sapere che si tratterebbe di danni “ordinari” ovvero provocati dall’esposizione all’acqua di pavimenti, portoni, colonne e marmi. 

Sempre a Venezia, inzuppati dall’acqua alta anche due arazzi di Mirò da un milione di euro a Palazzo Zaguri. Un danno idraulico alle toilette causato dall’acqua alta ha allagato il secondo piano della mostra “Da Kandisky a Botero, tutti in un filo” allestita da Venice Exhibition srl. I due capolavori, ancora imballati, erano appoggiati in terra. Ora sono stati spediti in via precauzionale all’arazzeria Scassa di Asti per riparare l’eventuale danno.

La fase critica dovrebbe essere passata: riapriranno le scuole a Roma e Genova dove nel pomeriggio di martedì, è stato anche riaperto l’aeroporto. In oltre 48 ore ci sono stati più di settemila interventi di soccorso effettuati dai 5.800 vigili del fuoco sul territorio nazionale per allagamenti, smottamenti e rimozione di alberi caduti.

I maggiori danni in Liguria: il presidente Giovanni Toti ha già annunciato la richiesta dello stato di calamità. A Rapallo ha ceduto parte della diga del porto: 19 persone che erano rimaste bloccate sui muraglioni – alcune delle quali in ipotermia – sono state salvate dopo ore dai vigili del fuoco.

Al porto decine di super yacht, tra cui quello della famiglia Berlusconi, hanno rotto gli ormeggi e, spinti dal mare e dal vento, si sono schiantati contro la costa. Portofino è rimasta isolata in seguito alla mareggiata che colpito tutto il golfo del Tigullio e ha pesantemente danneggiato la strada provinciale. Isolata anche Corniglia, nelle Cinque Terre, per la chiusura delle due strade provinciali. Danni ingenti a Monterosso, dove ieri notte il mare e’ entrato in un parcheggio e ha provocato il cedimento di una tubazione del gas. Spiagge chiuse a Levanto. Al terminal auto di Savona diverse Maserati pronte per l’esportazione sono state distrutte in un incendio causato da un corto circuito dovuto all’allagamento.

Le operazioni di recupero delle circa 170 persone bloccate da sabato al passo dello Stelvio sono state rinviate a mercoledì per il vento che soffia ai 2.757 metri del valico e che non ha consentito l’atterraggio degli elicotteri. Come riferisce all’Agi personale dell’albergo ‘Folgore’ le operazioni di soccorso sia dei turisti che di parte del personale delle strutture di alloggio (6-7 nella zona del passo) dovrebbero iniziare in mattinata. Allo Stelvio, nota località per lo sci estivo e autunnale, da sabato sono caduti quasi due metri di neve. Il passo da tre giorni non è raggiungibile da nessuno dei tre versanti, altoatesino (Prato Stelvio in Val Venosta), versante svizzero (Santa Maria Val Muestair) e valtellinese (Bormio).

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