Il comandante della Sea Watch ha spiegato perché non è andato in Tunisia

Sea Watch Tunisia

FEDERICO SCOPPA / AFP
 

 Un migrante a bordo della Sea Watch

La nave Sea Watch 3, in rada a Siracusa con 47 migranti a bordo, non ha avuto l’opportunità di ripararsi dal maltempo in un porto tunisino, perché il governo della Tunisia non ha mai risposto alle richieste. E’ per questo che il comandante ha deciso di fare rotta verso Nord, ossia verso le acque italiane.

Lo scrive la stessa ong in una nota alla quale sono allegate le trascrizioni dei contatti tra la nave e la Guardia costiera olandese e tra questa e le autorità italiane. “Lo scorso 23 gennaio Sea-Watch – riferisce la ong – a causa dell’arrivo di una forte perturbazione da nord-ovest, definita ciclone mediterraneo, ha avuto diverse comunicazioni con il JRCC olandese e con la Capitaneria di porto di Lampedusa. Il centro di coordinamento marittimo olandese, dopo aver preso atto dell’impossibilità di entrare nel porto di Lampedusa, ha informato la nave che l’opzione di trovare riparo in Tunisia poteva essere percorribile. Il governo olandese ha quindi contattato il governo tunisino, senza però ricevere alcuna risposta.

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“Nello scorso mese di novembre alla Sea-Watch – ricorda la ong – era stato negato l’approdo in Tunisia per fare rifornimento e per ripararsi durante una tempesta; la nave si era ritrova per oltre 5 giorni al largo delle coste di Zarzis senza poter entrare in porto. Per queste ragioni, il comandante della nave ha quindi optato per una rotta meno vessatoria, verso Nord”.

Secondo le comunicazioni riportate nella nota, il 23 gennaio poco dopo le 14 Sea-Watch ha avuto un contatto telefonico con il governo olandese, e in particolare con il ministero “Infrastructure e Watery”, competente per la Guardia Costiera, e ha chiesto l’indicazione di un porto di rifugio a Malta o in Italia, facendo presente che in quel momento il porto più vicino era Lampedusa. Il ministero ha confermato che avrebbe fatto richiesta all’Italia, e poco dopo le 16 ha comunicato di aver inviato una nota alla Guardia Costiera italiana.

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Una quarantina di minuti dopo, la Guardia costiera italiana ha risposto che in base alle condizioni meteo, con vento da Ovest-NordOvest, e anche considerando la distanza, “la Tunisia sembra una buona alternativa. Adesso – si concludeva la comunicazione della Guardia costiera italiana – manderemo un messaggio alla Guardia costiera tunisina”. Sea Watch sostiene che “dopo queste comunicazioni non ha mai ricevuto alcuna risposta dal governo olandese in merito alla richiesta di un porto rifugio in Tunisia”. 

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