In NBA si inizia (finalmente) a fare sul serio

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RONALD MARTINEZ / GETTY IMAGES / AFP

 

Domenica notte ha preso il via il secondo turno dei playoff del massimo campionato cestistico al mondo. E se il primo ha riservato pochissime sorprese, ora la posta in palio si alza con alcune sfide che potranno già avere un ruolo fondamentale nell’esito di questa stagione e nel prossimo mercato estivo. Sì, perché sia nella Eastern che nella Western Conference ci sono match che possono valere un titolo e, in caso di sconfitta, definire una nuova strategia per le prossime stagioni. Una, quella tra Golden State e Houston, potrebbe persino sancire la fine di un’epoca o confermare le gerarchie degli ultimi anni.

Il punto sulla Eastern Conference

Ad est pochissimi brividi e sorprese. Dopo una partenza lenta, le quattro squadre che si contendono il trono hanno agevolmente oltrepassato il primo ostacolo. Boston, Milwaukee, Philadelphia e Toronto hanno tutte le carte in tavola per arrivare fino in fondo e, dopo essersi sbarazzate di Indiana, Detroit, Brooklyn e Orlando sono pronte a sfidarsi in quello che è davvero un pronostico difficile da indovinare. Senza LeBron James e i suoi Cleveland Cavaliers c’è spazio per poter sognare.

Ieri, intanto, Kyrie Irving ha guidato i suoi Celtics alla prima vittoria contro i Bucks di quello che per molti addetti ai lavori è già l’MVP della Lega, Giannīs Antetokounmpo. Il greco, di origine nigeriana, ha trovato nel veterano Al Horford un difensore a cui, spesso, ha dovuto rendere l’onore delle armi. Non è detto, però, che Boston riesca sempre ad arginarlo e questa, probabilmente, è una delle chiavi che decideranno la serie.

Tra Toronto e Philadelphia la tensione è molto alta. Entrambe hanno scelto di inserire nel roster giocatori capaci di portare immediatamente il titolo, Kawhi Leonard e Marc Gasol in Canada, Jimmy Butler e Tobias Harris nella città dell’amore eterno. In caso di sconfitta è lecito che possa saltare fuori la parola “ricostruzione”. Ma sette sfide, quelle che tanti auspicano, sono tante. Vedremo.

Il punto sulla Western Conference

Il primo turno di playoff, ad ovest, ha sciolto qualche dubbio in più. Golden State ha impiegato 6 partite per liberarsi dei Clippers, mai domi, di Danilo Gallinari. Nel frattempo hanno dovuto rinunciare a DeMarcus Cousins, il centro che avrebbe potuto regalare a coach Steve Kerr un’arma in più. Houston, invece, ne ha dovute giocare 5 per vincere le resistenze di una spenta, almeno secondo le attese, e più arrendevole Utah. I Jazz hanno fatto molta fatica ad arginare lo strapotere offensivo della squadra di coach Mike D’Antoni che, a differenza della scorsa stagione, ha dato un giro di vite anche in difesa.

L’altra semifinale di Conference vedrà sfidarsi Portland, guidata da un fenomenale Damian Lillard capace di rispedire a casa, con rinnovata delusione, gli Oklahoma City Thunder di Russell Westbrook e Paul George, e i ragazzi terribili di Denver che, in una splendida gara 7 di spareggio hanno eliminato i San Antonio Spurs del coach da leggenda, Gregg Popovich, e del nostro Marco Belinelli. Nell’Oregon e in Colorado, ora, c’è molto fermento per una chance, quella di giocarsi la finale ad Ovest, che potrebbe rivelarsi più unica che rara.

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Golden State – Houston

La sfida tra i Warriors e i Rockets, forse arrivata troppo presto, merita un discorso a parte. Golden State, a luglio, potrebbe non essere più quella che conosciamo. Le sirene che stanno chiamando Kevin Durant e Klay Thompson sono più di una semplice suggestione ma i campioni in carica, guidati da Stephen Curry, vogliono prima conquistare un altro anello e poi pensare al futuro. Houston, spinta dal duo Chris PaulJames Harden, vuole invece dimostrare di poter battere la squadra più forte senza aspettare un cammino più comodo verso il  titolo che potrebbe aprirsi già nella prossima stagione.

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Gara 1, intanto, è già andata in archivio la scorsa notte. Ha vinto Golden State 104-100. Una partita, nervosa, a tratti bruttina, con molti falli e moltissimi errori, un espulso (Chris Paul), qualche fallo tecnico e una tensione così palpabile nell’aria da coinvolgere anche gli arbitri, troppo spesso in confusione. La serie sarà lunga e avrà tanti strascichi. Ma l’agonismo, e le giocate da campioni, quelle non mancheranno di certo. 

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