La sonda Nasa New Horizons “telefona a casa” dai confini dell’universo

La sonda Nasa New Horizons "telefona a casa" dai confini dell'universo

 Afp

La sonda New Horizons, immagine grafica

La sonda della Nasa New Horizons ha…telefonato a casa: è arrivato a Terra infatti il segnale del fatto che ha superato e ha sorvolato con successo l’Ultima Thule, il piccolo mondo distante più di 6,4 miliardi di chilometri dalla Terra situato ai margini estremi del sistema solare. Per la precisione, nella Fascia di Kuiper, a circa un 1,6 miliardi di chilometri oltre il più piccolo pianeta, Plutone. Ultima Thule, è il punto più lontano mai visitato da un oggetto creato dall’uomo. Nei laboratori della Nasa la notizia è stata accolta tra applausi scroscianti e congratulazioni degli scienziati che hanno partecipato al progetto.

Nel suo passaggio vicino all’oggetto, un primitivo frammento del sistema solare alle sue origini, la sonda ha scattato immagini che verranno inviate sulla Terra nei prossimi mesi. Il messaggio radio proveniente dalla navicella è stato raccolto da una delle grandi antenne della Nasa a Madrid, in Spagna.

“Abbiamo un veicolo spaziale intatto”, ha annunciato Alice Bowman, responsabile delle operazioni di missione. “New Horizons ha sorvolato l’oggetto celeste più distante mai visitato da un veicolo spaziale”. Il primo messaggio radio inviato conteneva solo informazioni ingegneristiche sullo stato del veicolo spaziale, ma ha confermato che New Horizons ha eseguito correttamente le sue osservazioni di sorvolo e che la memoria interna era piena di dati. La sonda, che ha gà ispezionato Plutone nel 2015, scatterà fotografie ad alta risoluzione di Ultima Thule per 72 ore da 3.500 chilometri di distanza.

La sonda Nasa New Horizons "telefona a casa" dai confini dell'universo

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La sonda New Horizons, immagine grafica

Si capirà allora, sperano alla Nasa, la composizione della sua superficie, se ha un’atmosfera o altri corpi celesti che gli girano intorno; e si capirà anche se si tratta di uno o due corpi celesti. Ultima Thule è situata in una delle regioni più remote del sistema solare, conosciuta come Fascia di Kuiper, dal nome dell’astronomo che ne immaginò l’esistenza alla fine degli anni Cinquanta, Gerard Kuiper. New Horizons, che è stata lanciata nel 2006, ha trascorso sei mesi in letargo fino al giugno di quest’anno, quando ha ripreso il suo viaggio verso il misterioso oggetto celeste, che ha soli 30 chilometri di diametro. Gli scienziati e gli astronomi responsabili della missione sperano che le informazioni raccolte da New Horizons aiutino a comprendere meglio la formazione del sistema solare e come sono nati i pianeti.

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