Perché Ansa e Askanews sono in sciopero

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Zumapress/ Agf 

Protesta davanti alla Camera dei Deputati contro la riduzione graduale fino allo zero dei finanziamenti pubblici 

Due importanti agenzie italiane sono in sciopero. L’Ansa riprenderà le trasmissioni alle 7 di sabato 22 dicembre, mentre Askanews resterà ferma fino a domenica. La protesta è dettata da ragioni diverse che poggiano sulla stessa base: la crisi del settore e la difficoltà degli editori a farvi fronte.

Il comitato di redazione (l’organo sindacale interno) dell’Ansa contesta la scelta dell’azienda di non reintegrare l’organico redazionale al termine del piano di crisi che ha consentito il raggiungimento dell’equilibrio di bilancio. “Il Cdr – consapevole della gravità del quadro generale del mondo dell’editoria – ritiene comunque imprescindibile, anche alla luce dei nuovi prodotti che la redazione si appresta a realizzare, che il tema dell’organico venga urgentemente affrontato” si legge di una nota che parla anche di “anni di sacrifici che hanno decimato il corpo redazionale”, di logica dei soci editori “improntata al mero contenimento dei propri costi al di fuori di una prospettiva di sviluppo” e dell’agenzia come “bene pubblico per il Paese”.

Sul fronte Askanews la situazione è più complessa: i due giorni di sciopero sono stati proclamati per protestare contro l’ipotesi di ricorso al concordato preventivo all’ordine del giorno del Consiglio di amministrazione del 24 dicembre e contro la dichiarazione di 27 esuberi presentata dall’azienda dopo il taglio di dieci giornalisti (in gran parte prepensionamenti), cinque mesi di cassa integrazione al 50% e un contratto triennale con la Presidenza del Consiglio firmato ad agosto.

La Federazione nazionale della Stampa italiana ha espresso “pieno sostegno a tutti i giornalisti dell’agenzia Ansa” e denuncia che “l’azienda viene meno agli impegni assunti in sede di sottoscrizione del piano di ristrutturazione e rinuncia a qualsiasi progetto di sviluppo condannando l’agenzia ad una progressiva e preoccupante marginalità”. L’Fnsi ha anche chiesto che l’editore di Askanews, Luigi Abete, si assuma le proprie responsabilità evitando colpi di mano, peraltro alla vigilia di un tavolo di confronto sindacale già convocato alla ripresa dopo le festività natalizie.

Solidarietà ai redattori di Askanews è stata espressa dal gruppo del Pd della Camera e dalla Cgil.

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