Perché il quesito del referendum è “eccessivamente manipolativo”

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Alessandro Serranò / AGF

Cesare Mirabelli

“Una sentenza corretta, ovviamente, e tecnica. Non è una sentenza politica”. Cosi’ all’AGI il presidente emerito della Corte Costituzionale, Cesare Mirabelli, commenta la decisione della Consulta che ha definito inammissibile il referendum sulla legge elettorale perché il quesito è ‘eccessivamente manipolativo’.

“Perché lo è? In questo caso l’eccessiva manipolatività – spiega – non riguarda il quesito referendario relativo alla legge elettorale ma la parte del quesito relativo a un’altra legge dello scorso anno che attribuisce al governo una delega per ridefinire i collegi elettorali. Perché le Regioni promotrici hanno investito anche questa legge? Che cosa significa? Significa che non ammettendo questa parte del referendum avrebbe lasciato la legge elettorale ‘amputata’ delle parti che venivano abrogate senza la dotazione di una legge elettorale applicabile”.

“Una decisione corretta”

“Dal punto di vista tecnico ovviamente è una decisione corretta – sottolinea – e non è una sentenza politica perché non tocca il nodo della legge elettorale, non se ne possono trarre conseguenze”.

Quindi, conclude il costituzionalista, “sarà il Parlamento, se ritiene, a modificarla. Del resto le leggi elettorali dovrebbero essere oggetto di riflessione e di scelta del Parlamento”. Tra l’altro, osserva ancora: “Essendo regole del gioco comuni, le parti politiche dovrebbero operare senza ritenere di trarre un vantaggio personale o creare un danno all’avversario. Considerando la politica italiana non può esserci nè un proporzionale puro nè un maggioritario assoluto. Non può esserci solo il bianco e il nero, ci sono i grigi..”. 

L’Italia non vuole il maggioritario? Mirabelli spiega che la decisione della Consulta non ha a che fare con questo, ma aggiunge che proporzionale e maggioritario sono “tutti e due sistemi che richiedono un temperamento.. posti i 2 principi – rappresentanza e governabilità – che sono elementi essenziali”. Mirabelli insiste che adesso “si apre per il Parlamento una strada per nobilitare il suo compito anche se – ammette – è difficile. Ma è lo sforzo che dovrebbero fare. Ci vuole spirito sportivo” conclude. 

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