Riprende il processo per lo scontro frontale tra treni in Puglia

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Riprende nell’aula bunker del carcere di Trani il processo ai 18 imputati coinvolti – a vario titolo – nell’incidente ferroviario avvenuto il 12 luglio 2016 sul binario unico Andria-Corato della Ferrotramviaria, che provocò 23 morti e 51 feriti tra pendolari e personale. Si tratta della seconda udienza del dibattimento davanti al Tribunale collegiale (presidente Giulia Pavese), iniziato l’11 aprile nell’aula di Corte d’Assise.

Il trasferimento nella sede più ampia dell’aula bunker ha lo scopo – secondo quanto spiegato dal presidente alla scorsa udienza – di poter consentire, a parenti e comuni cittadini, di seguire le udienze. Poi è possibile che si torni a celebrare le udienze nel palazzo di giustizia di piazza Duomo, sede del Tribunale penale.

L’udienza di oggi sarà dedicata ancora alle questioni preliminari, a cominciare dalla richiesta (avanzata da alcuni parenti delle vittime) di citare la Regione Puglia come responsabile civile, cioè soggetto tenuto eventualmente al risarcimento del danno. Identica istanza era già stata presentata in fase di udienza preliminare, ma il Gup l’aveva respinta per incompatibilità tra il ruolo di parte civile e quello di responsabile civile dell’ente. In proposito l’accusa, rappresentata dai pm Alessandro Pesce e Marcello Catalano, ha annunciato di rimettersi alla decisione del collegio. All’esame dei giudici anche le nuove richieste di costituzione di parte civile avanzate da alcuni parenti delle vittime che non lo avevano fatto in fase di udienza preliminare, nonché delle associazioni dei consumatori Ubf, Codacons e Confconsumatori e di quella animalista Gepa (tutte già respinte dal Gup, ad eccezione di quella di Confconsumatori che è nuova).

Identica richiesta è arrivata, infine, da due capotreni di Ferrotramviaria, che hanno chiesto di potersi costituire nei confronti di Enrico Maria e Gloria Pasquini, rispettivamente ex e attuale presidente e ad della società, e di due dirigenti di punta, in relazione a un solo capo di imputazione nel quale si contesta loro di aver omesso di adeguare i sistemi di attrezzaggio della linea ferroviaria Bari Nord, che avrebbe potuto migliorare i livelli di sicurezza della circolazione ferroviaria. Sono, invece, già costituiti parte civile la Regione Puglia, i Comuni di Corato, Andria e Ruvo di Puglia, le associazioni Acu e Anmil, oltre ai parenti delle vittime e ai passeggeri sopravvissuti.

Chi sono gli imputati

L’associazione dei consumatori Acu ha chiesto di potersi costituire anche nei confronti di Ferrotramviaria (unica esclusa dalle costituzioni in fase di udienza preliminare). Sono già costituiti come responsabili civili, la Ferrotramviaria e il Ministero dei Trasporti. Alla sbarra ci sono 17 tra dipendenti, dirigenti e vertici della società Ferrotramviaria (che ha ancora in gestione la linea Bari-Barletta), un dirigente del ministero delle Infrastrutture e due direttori dell’Ustif (che si occupa delle linee ferroviarie in concessione) di Puglia, Basilicata e Calabria.

È imputata anche la stessa Ferrotramviaria, in qualità di persona giuridica. I reati – contestati a vario titolo – dalla Procura di Trani sono quelli di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso. Ferrotramviaria spa risponde dell’illecito amministrativo dipendente dai reati commessi da vertici e dirigenti. Una diciottesima persona, Elena Molinaro, dirigente del ministero delle Infrastrutture, ha scelto l’abbreviato e per l’udienza del prossimo 8 maggio è già prevista la requisitoria del pm.

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