Sisto Malaspina, che portò l’espresso a Melbourne, ucciso da un terrorista

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WILLIAM WEST / AFP
 

 Sisto Malaspina

Sisto lo conoscevano tutti. Ma proprio tutti. I parlamentari dello stato di Victoria, accanto al quale sorge il suo caffè. Gli attori come Russel Crowe. E, soprattutto, gli italiani d’Australia, quelli che in lui vedevano il simbolo dell’emigrante che ce l’ha fatta, del connazionale che ha fatto splendere l’eccellenza all’altro capo del mondo. Sisto Malaspina lo conoscevano tutti e tutti conoscevano Sisto Malaspina. Tutti tranne Hassan Khalif Shire, che nel centro di Melbourne, a Bourke Street, ha incrociato la sua strada e gli ha piantato un coltello nel petto urlando – riferiscono – ‘Allah è grande’.

Sisto Malaspina non era il tipo che si fermava a domandarsi a chi stava prestando aiuto: faceva quello che era giusto fare e basta. E questo lo ha fregato, quando si è avvicinato all’auto del 30enne somalo autore dell’attacco nel cuore della città australiana convinto di andare a prestare soccorso a una persona che aveva avuto un incidente e ignaro di andare invece incontro alla morte. 

Come nasce un’icona

Sisto Malaspina, un nome che più siciliano non si può, con il suo bar aveva fatto conoscere l’espresso a Melbourne diventando un’istituzione nella città in cui era emigrato mezzo secolo fa. A 74 anni, era socio da quando ne aveva 30 del Pellegrini’s Café, ritrovo popolarissimo. Il suo nome, così come la sua gentilezza e il perenne sorriso, erano amatissimi dai clienti.

Il suo assassinio ha sconvolto tanti a Melbourne, come dimostrano i fiori e i tributi lasciati fuori dal caffè che ha abbassato le serrande fino a lunedì. Un dolore terribile per Nino Pangrazio, suo socio da una vita: si conoscevano da 54 anni e lavoravano insieme da 44. “Amava la vita, era sempre contento, mai una brutta parola, sempre con il sorriso sulla faccia e la battuta pronta”. “Una parte importante della mia vita se ne è andata”, ha aggiunto, aggiungendo che proprio la settimana scorsa a Sisto era nata una nipote, la prima.

Le stelle piangono Sisto

A ricordarlo su Twitter sono in tanti, a cominciare dall’attore Russell Crowe che, in italiano, scrive: “Sisto, il mio cuore si spezza…”. “Frequentavo il Pellegrini’s fin dal 1987, non sono mai passato da Melbourne senza andare a trovare Sisto”, ha aggiunto, dicendosi, sempre in italiano, “così triste”. “Era come lo zio preferito, una delle ragioni per le quali amo andare a Melbourne. Quando ci siamo conosciuti, io ero un attore di teatro mal pagato, lui mi ha sempre trattato come un principe”, ha scritto l’attore australiano in un altro tweet, rilanciando i messaggi di cordoglio di altri personaggi, tutti smarriti per la fine del popolarissimo gestore del bar, figura molto conosciuta nella comunità italiana di Melbourne composta da 280 mila persone e apprezzata da tutti.

Tra gli avventori del suo caffè che ne piangono la morte c’è anche il leader dell’opposizione laburista, Bill Shorten che, sempre su Twitter, ha parlato di una notizia “scioccante, irreale e straziante”: “Frequentavo il Pellegrini’s fin dai tempi della scuola, ho visto Sisto lunedì scorso, ha insistito perché provassi una fetta della sua torta alle mandorle. E’ un’icona di Melbourne e un vero signore. Impossibile immaginare la devastazione della sua famiglia e dello staff”.

Il comico e presentatore tv Charlie Pickering ha ricordato come abbia “imparato ad amare il caffè al Pellegrini’s, ne ho presi tanti da Sisto negli anni”, mentre l’attore e musicista Anthony Field ha “il cuore spezzato per la perdita di un simile grand’uomo e un amico per così tanti (me incluso) a causa di un atto di violenza senza senso”.

Ma ci sono anche moltissime persone comuni che sulla Rete hanno ricordato il loro incontro con Sisto Malaspina. Il Pellegrini’s era noto per essere stato il primo della città ad avere la macchina per il caffè espresso e per lo stile anni ’50 che non era cambiato quasi per niente con il trascorrere del tempo.

Come aveva spiegato lo stesso Sisto in un’intervista a Hospitality Magazine l’anno scorso, “il Pellegrini’s ha assistito a molti cambiamenti nei suoi 60 anni ma ne ha adottati pochi”. Aperto nel 1954 e rilevato dalla coppia di soci nel 1974, non aveva mai modificato il menù, una rotazione di tradizionali piatti di pasta italiani. “Questo è il modo in cui il cibo dovrebbe essere preparato: non cibo contemporaneo, ma tradizionale, fatto in casa”, “ingredienti freschi, presi dai coltivatori al mercato ai negozi, tutto fatto a mano”.

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William WEST / AFP
 

 Passanti lasciano fiori davanti al Pellegrini’s, il bar di Sisto Malaspina, l’italiano ucciso in un attentato terroristico a Melbourne

E parlando di sé, solo il mese scorso all’emittente nazionale Sbs, raccontava di “sentirsi come un nonno onorario per molti”. “Sono stato benedetto da una buona salute” e quindi “continuo a lavorare le mie 70 ore settimanali come facevo 45 anni fa. Non mi muovo veloce, non faccio così tanti scalini, ma mi piace ancora farlo, mi sento necessario”.

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