L’Ungheria negò i domiciliari a Salis. Polemiche per l’assalto a un gazebo nel 2017. Il difensore: “Ilaria fu assolta e la Lega non fu parte civile”
AGI – L’11 gennaio scorso i giudici ungheresi respinsero la richiesta per far avere i domiciliari in Italia a Ilaria Salis. Stando a quanto riferito da fonti legali, le toghe magiare respinsero nel merito la richiesta ma non la dichiararono inammissibile, il che fa ritenere che non escludessero in sè la possibilità dei domiciliari in Italia senza passare dai domiciliari in Ungheria.
La difesa di Ilaria Salis farà ricorso alla Cedu lamentando il trattamento inumano e degradante subito dalla donna sia in carcere sia durante l’udienza. Lo riferisce all’AGI l’avvocato Mauro Straini spiegando che “per la valutazione del danno evidenzieremo anche l’enorme diffusione mediatica in tutto il mondo”. Il legale sottolinea che nella sentenza di condanna della Cedu all’Ungheria i giudici hanno utilizzato la parola “leash” che significa “guinzaglio” in relazione alla modalità di spostamento da parte delle forze di polizia di una famiglia di migranti iracheni. Lo stesso guinzaglio, sembrerebbe dalla lettura della sentenza, a cui era legata Salis.
L’avvocato Roberto Zingari, che assiste una delle militanti della Lega aggredite e insultate a Monza nel 2017, è determinato a promuovere azioni e a utilizzare tutti gli strumenti di legge per fare piena luce su quell’episodio di gravissima violenza politica. Lo precisa l’ufficio stampa del partito di Matteo Salvini. Per quei fatti era finita a processo anche Ilaria Salis. “L’aggressione fisica, gli insulti e gli sputi contro una ragazza non possono restare impuniti”, spiega l’avvocato Zingari.
Immediata la replica dell‘avvocato Eugenio Losco, che assiste la maestra milanese: “La Lega non si costituì parte civile e quindi non era nemmeno tra le parti che potevano fare appello contro la sentenza di assoluzione di Ilaria Salis nel processo per l’assalto al gazebo di Monza”.
“In attesa che questa vicenda si concluda prima possibile, stiamo fornendo la massima assistenza, sotto vari profili, alla giovane ed alla sua famiglia. Funzionari della nostra Ambasciata procedono con visite regolari ad Ilaria Salis, così da poterne continuamente riscontrare la concreta condizione psico-fisica. Anche i famigliari hanno ottenuto di poterle fare visita e di effettuare chiamate a mezzo Skype”. Lo ha detto il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, rispondendo a un’interrogazione in Commissione alla Camera. “Inoltre – ha aggiunto – è stata assicurata ai genitori di Ilaria e al suo difensore ogni necessaria assistenza e in quest’ottica anche il ministro Nordio, solo pochi giorni addietro, ha avuto un incontro con il padre della giovane, incontro nel quale è stato ribadito come certamente, anche in questo caso, sarà garantito tutto il supporto necessario”. Per completezza – ha aggiunto Ostellari – va rammentato che le istanze di revoca o di modifica dell’attuale misura custodiale carceraria sono di pertinenza dell’interessata che, insieme ai suoi avvocati difensori e la sua famiglia, valuterà tempi e modalità di presentazione”.
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