Una ragazza sudafricana ha raccontato le ultime 24 ore di Desirée 

Una ragazza sudafricana ha raccontato le ultime 24 ore di Desirée 

Una ragazza di 20 anni, scrive Fatto Quotidiano in edicola, ha raccontato agli inquirenti le ultime ore di vita di Desirée Mariottini, la ragazza di 16 anni morta a Roma nel quartiere San Lorenzo lo scorso 19 ottobre. Dal racconto della ragazza, che si chiama Antonella, sudafricana di 20 anni, emerge come la ragazza fosse in condizioni critiche già dal giorno prima della morte: “Era disperata e piangeva”, racconta al quotidiano, “Voleva acquistare eroina ma non aveva i soldi”. Antonella le diede 10 euro: “Lei ha acquistato una dose di eroina da un africano. Sono diventata in quel momento il suo punto di riferimento. Mi ha poi detto che era preoccupata di tornare a casa in quanto le avevano rubato il tablet”.

Quando è andata via, racconta Antonella, “lì c’era un africano che secondo me ha pianificato tutto”. Il 18 ottobre, continua la ragazza, Desirée le avrebbe telefonato, dicono che “aveva passato una notte con un ragazzo che aveva avuto intenzione di stuprarla”. Prima dei quattro che, secondo le accuse, hanno violentato la minorenne: “Quella sera non sapeva dove andare a dormire e si è fatta ospitare da un ragazzo italiano. Un tipo normalissimo che non c’entra nulla con il giro di via dei Lucani”, il quartiere dove la ragazza è stata ritrovata morta il 19 ottobre. Pare quindi, dal racconto della testimone, che Desirée cercasse ospitalità, non rapporti sessuali, spiega il Fatto.

Il 18 ottobre Antonella dice di aver visto Desirée due volte. Spiega che in quella zona gli africani che spacciano cercano spesso di approfittare sessualmente delle ragazze che vanno lì a cercare droga. “La situazione che si stava creando era strana, nel senso che si stavano radunando troppi uomini nella stanza dove fumavano, mentre l’uomo con i dread continuava ad offrirle droga”. Poi racconta di aver ricevuto una telefonata, in cui le si diceva che Desirée stava male. Ma nessuno chiamò i soccorsi che avrebbero potuto evitarle la morte.

Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

Post simili: