Viaggio nelle città sostenibili. Le luci e le ombre su Catanzaro

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 Comune di Catanzaro

Le gallerie del San Giovanni a Catanzaro

C’è un grande progetto di recupero degli edifici storici e un impegno preciso in materia di rifiuti al centro della strategia che Sergio Abramo, Sindaco di Catanzaro sta mettendo in campo per rendere la sua città più sostenibile.

“Il tema della sostenibilità è al centro della nostra strategia. L’obiettivo che ha mosso fin dall’inizio la mia amministrazione è quello di centrare tutte le grosse fonti di finanziamento per rimettersi o restare al passo della media italiana ed europea. So bene che, in modo particolare al Sud, l’obiettivo è ambizioso, ma siamo sulla buona strada” ha detto all’AGI.

Serve qualche sforzo in più

Per riuscire a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità così come sono stati definiti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Uniti, Catanzaro deve mettere in campo diversi progetti. I risultati raccolti dai ricercatori Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) e pubblicati nel rapporto “Per un’Italia sostenibile: l’SDSN Italia SDGs City Index 2018” mostrano una città che deve aumentare i propri sforzi in questa direzione.

Su sedici indicatori analizzati infatti, solo sei sono più a portata di mano, dal momento che sono stati raggiunti per oltre il 50 per cento. Gli altri dieci si trovano sotto questa soglia e almeno un paio sono sotto la soglia del 20 per cento. “In base al punteggio di questa ricerca Catanzaro si colloca nella media di tutte le città calabresi e meridionali, e comunque nella media nazionale. Questo significa che non vive problemi più pressanti di altre realtà, ma che ci sono aspetti che accomunano tutti gli enti locali” ha spiegato Abramo.

Per il sindaco di Catanzaro va poi considerato un altro aspetto cui dobbiamo tener conto se vogliamo leggere con maggiore attenzione i risultati della ricerca. “Se da un lato alcuni indici possono restituire un quadro preciso della situazione – spiega – ce ne sono altri che non possono rendere la dimensione esatta della complessità della nostra realtà urbana. E degli indicatori che vengono presi in considerazione in questa ricerca, ce ne sono altri ancora che non sono per niente di competenza dell’ambito urbano comunale, come per esempio quelli sull’aspettativa di vita, sulla fame zero e sull’indice di obesità. Le classifiche semplificano e in molti casi sono utili, però vanno analizzate  in profondità”.

Come funziona il rapporto Feem

Quella messa a punto da FEEM non è però una classifica. E’ solo uno strumento che vuole fornire agli amministratori e alle comunità locali informazioni utili a comprendere i risultati raggiunti dalle azioni messe in campo in un’ottica di sostenibilità.

Si tratta di un percorso che punta a individuare 16 obiettivi in tutto che tengono conto di diversi indicatori economici (reddito, distribuzione, lavoro, infrastrutture, innovazione), ambientali (qualità dell’aria, acqua, rifiuti, energia sostenibile), sociali (partecipazione, cooperazione, assistenza), di salute (aspettativa di vita, obesità) e di istruzione.

“Gli indici sono uno strumento essenziale per misurare la validità delle politiche di sviluppo urbano, in ottica di smart city, perché disegnano lo scenario strategico globale in cui devono collocarsi le nuove azioni sui territori urbani complessi, purché l’impegno delle città non si tramuti in una sorta di gara per il migliore posto in classifica, a scapito della sostenibilità delle strategie e della correttezza sociale ed economica degli interventi” spiega il Sindaco di Catanzaro.

Gli obiettivi raggiunti da Catanzaro

Intanto però vale la pena ricordare qualcuno dei risultati già raggiunti. Per esempio in tema di rifiuti. “E’ da tre anni che siamo partiti con una raccolta differenziata porta a porta che ha ormai raggiunto in maniera stabile una percentuale superiore al 60%: non sono dati comunali, sono risultati certificati da tutti gli enti che se ne occupano. Anche Legambiente ha riconosciuto e premiato questi risultati più volte. Su questo versante, fra le città più grosse della Calabria, Catanzaro è stata pioniera e continua a esserlo, come dimostra anche il fatto che, in qualità di ente capofila, il capoluogo è stato l’unico in regione a costituire ufficialmente l’ambito di raccolta ottimale (Ato) sui rifiuti insieme agli altri centri del territorio: l’obiettivo è gestire in completa autonomia il ciclo di gestione dei rifiuti riducendo i costi delle tariffe per i cittadini. Questo impegno ce lo stanno riconoscendo tutti”.

Un altro ambito in cui si è lavorato molto è quello che riguarda le emissioni di CO2 o la qualità dell’aria. “La classifica di ‘Euromobility’,- racconta Abramo – ha posizionato Catanzaro rispettivamente al quarto e al nono posto. Ottimi risultati che non ci fermano, perché stiamo elaborando un piano comunale per l’adattamento ai cambiamenti climatici e abbiamo inserito nel programma Agenda urbana una specifica strategia per un ulteriore risparmio energetico e il contenimento delle emissioni di CO2”.

Gli obiettivi ancora lontani

Tra gli obiettivi che sono più lontani dall’essere raggiunti ci sono quelli legati al lavoro, l’innovazione, i trasporti, l’istruzione, l’energia, la pace e la giustizia. “Sono aspetti su cui un Comune non può intervenire direttamente, e quindi dipendono dalle caratteristiche del territorio di riferimento. Sono indicatori di natura macro-economica che fanno riferimento ad atti di programmazione sociale ed economica che competono a Stato e Regioni. Qualcosa di concreto, ma in maniera indiretta, si prova comunque a portarla avanti: uno per tutti, con Agenda urbana è prevista la realizzazione di progetti per la creazione di lavoro giovanile nei settori culturale e turistico. Ma non è che un Comune possa incidere più di così”.

Dove invece il comune riesce ad intervenire è nel campo del sociale. “Sono tutti su questo settore i 32 milioni di euro contenuti nel programma Agenda urbana che prevede una serie di interventi strutturali su edifici storici, da destinare alle politiche di inclusione sociale e di rivitalizzazione del centro storico, sull’accessibilità, tramite l’abbattimento delle barriere architettoniche, sul recupero dell’edilizia residenziale e degli immobili sfitti con il social housing, sull’efficientamento energetico e la promozione di energia pulita, sulla creazione di un centro servizi alle imprese del comparto agro-alimentare” spiega Abramo. “Inoltre – ha aggiunto il Sindaco di Catanzaro – dobbiamo ricordare gli interventi contenuti nell’accordo di programma con la Regione per il nuovo piano della mobilità il completamento della metropolitana di superficie, i cui lavori dovrebbero terminare l’anno prossimo. Infine, sperando che il Governo non faccia sparire le risorse, il piano di riqualificazione dei quartieri periferici: 30 milioni di euro per sedici progetti, già stilati e approvati, che eravamo pronti a far partire quando il Governo ha congelato le risorse. Tutti questi interventi – ha ribadito Abramo – strategici per la città, pur nelle note difficoltà finanziarie degli Enti locali in questa fase,  si muovono coerentemente nella prospettiva degli obiettivi di ‘Agenda 2030’, cioè nella logica dello sviluppo urbano sostenibile innovativo e di qualità”.

Una missione che si può compiere

Anche se in ritardo Catanzaro puo’ raggiungere l’obiettivo della sostenibilità. “Gli interventi in cantiere, Agenda urbana, il piano per la mobilità e quello di riqualificazione delle periferie, sono finalizzati proprio a questo. Credo che ce la faremo. È una sfida che non si può mancare, perché si tratta delle uniche e tangibili possibilità di sviluppo per un Comune, non solo per Catanzaro, considerando la continua riduzione dei finanziamenti statali agli enti locali” ha concluso Sergio Abramo.

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