Ceccon, Pilato e Minisini-Ruggiero. Lo show dell’Italia ai Mondiali di nuoto

AGI – Stratosferico Thomas, superlativa Benedetta e stupendi Giorgio e Lucrezia. Quattro azzurri, quattro campioni del mondo, quattro portacolori delle Fiamme Oro, quattro medaglie d’oro che valgono la storia degli sport acquatici italiani.

Thomas Ceccon da Thiene ha recitato il ruolo del fenomeno andando a vincere l’oro nei 100 dorso con tanto di record mondiale (51″60). Benedetta Pilato da Taranto ha compiuto l’impresa andando a cogliere l’oro nei 100 rana, Giorgio Minisini e Lucrezia Ruggiero da Roma sotto il solleone di Budapest si sono laureati campioni del mondo del misto tecnico del nuoto sincronizzato.

Ceccon, giovane squalo del nuoto azzurro, dopo medaglie pesanti conquistate con la staffetta (su tutte l’argento e il bronzo olimpico a Tokyo 2020 nella 4×100 stile libero e 4×100 misti), ha posto il suo sigillo in una gara che in passato venne dominata da alcuni grandi dorsisti, dal tedesco dell’Est, Roland Matthes al sovietico Igor Poljanskij, da David Berkoff ad Aaron Peirsol (entrambi americani).

Dopo l’oro di Nicolò Martinenghi nei 100 rana – oggi in semifinale ha fatto segnare il miglior tempo nel 50 rana con 26″56 (finale domanii ore 19,11) – ora l’Italia del nuoto ha altri due campioni del mondo per un totale di dodici da Belgrado ’73. Ceccon ha preceduto gli statunitensi Ryan Murphy (51″97), precedente primatista mondiale (51″85 – 13 agosto 2016/Rio de Janeiro), ed Hunter Armstrong (51″98).

“Devo ancora realizzare perché il tempo è davvero molto basso – ha detto a caldo il poliziotto vicentino, allievo di Alberto Burlina – il record del mondo è la ciliegina sulla torta, tanta roba. Murphy ha provato a mettermi in difficoltà, ma sapevo di sentirmi bene, avevo grande consapevolezza. Forse oggi (ieri, ndr) ero imbattibile anche se avessero partecipato i due russi”.

Ceccon ha cancellato il tabù nel dorso che finora aveva visto solo Stefano Battistelli sul podio iridato con l’argento nei 200 dorso a Perth 1991, emulato tre anni dopo ai mondiali di Roma 1994 da Lorenza Vigarani, unica nuotatrice italiana a medaglia nella specialita’ che si nuota con il viso rivolto all’insù.

‘Baby’ Benedetta nella capitale magiara si è presa la rivincita della grande delusione dei Giochi olimpici di Tokyo quando era stata squalificata nelle batterie. Pilato si è imposta in 1’05″93 precedendo di cinque centesimi la tedesca Anna Elendt che in semifinale aveva stampato un ottimo 1’05″62. A completare il podio una delle grandi raniste dell’ultimo decennio, lituana Ruta Meilutyte. La 25enne un decennio fa, quando era ancora minorenne, vinceva a Londra 2012 l’oro olimpico nei 100 rana, nel 2013 a Barcellona si laureava campionessa mondiale (a 16 anni) e a Berlino l’anno successivo oro continentale nei 50 rana.

Minorenne è Benedetta Pilato, argento iridato tre anni fa nei 50 rana, allieva di Vito D’Onghia, che festeggia il titolo mondiale a soli quattro giorni dall’ingresso nel gruppo sportivo della Polizia di Stato. “Prima della gara piangevo di gioia per Ceccon che mi ha fatto rivivere le sensazioni provate quando ho stabilito il record mondiale e adesso eccomi qua con l’oro al collo – ha detto la neo campionessa del mondo – era la mia prima finale mondiale nei 100 rana e già ero contenta di averla raggiunta”.

Con Pilato, l’Italia per la prima volta ha una campionessa del mondo minorenne. La più giovane iridata del nuoto era Novella Calligaris che a Belgrado il 9 settembre 1973, a 18 anni, vinceva gli 800 stile libero con l’allora record del mondo (8’52″97). Nella sua ‘story’ Benedetta era già diventata l’atleta italiana piu’ giovane a conquistare una medaglia mondiale, argento il 28 luglio 2019 a Gwangju a soli 14 anni.

Quel giorno l’atleta pugliese aveva anche battuto il primato di atleta più giovane sul podio iridato detenuto dalla Meilutyte. Il pomeriggio tricolore si era aperto con l’inno di Mameli risuonato alla piscina Alfred Ajos grazie al duo Minisini-Ruggiero. Gli azzurri si sono imposti con 89.2685 punti. Giorgio e Lucrezia si sono mossi come ‘farfalle’ sulle note del Requiem di Giuseppe Verdi.

Per Minisini quello di Budapest è il secondo successo iridato dopo quello ottenuto insieme all’ex capitano della nazionale Manila Flamini; per Ruggiero la prima medaglia internazionale.

Alle spalle degli italiani il Giappone con i fratelli Tomoka e Yotaro Sato con 86.5939 e i cinesi Shi Haoyu e Zhang Yiyao (86.4425). Bronzo per le sincronette azzurre del combo. Il capitano Gemma Galli, con Domiziana Cavanna, Linda Cerruti, Costanza Di Camillo e Costanza Ferro, Marta Iacoacci, Marta Murro, Enrica Piccoli, Federica Sala e Francesca Zunino, totalizzano 92.0333 punti e si classificano alle spalle dell’Ucraina campione del mondo (95.0333) punti del Giappone (93.5667). 

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