Oltre 200 bare del cimitero di Camogli sono finite in mare

AGI – Una frana ha travolto il cimitero di Camogli, sulla riviera ligure di levante, e trascinato in mare decine di bare. II vigili del fuoco sono intervenuti  con le squadre di Rapallo e i sommozzatori con la motobarca del distaccamento Gadda. Nel corso del pomeriggio sono stati recuperati 10 feretri, a fronte del crollo che ha coinvolge circa 200 loculi, a detta del Comune tutti occupati. 

In mare sono state messe delle panne oceaniche che impediscono che il materiale vada al largo e martedì i geologi faranno le valutazioni con i droni per capire l’indice di pericolosità, sia per valutare di mandare in sicurezza le persone lì sotto a recuperare feretri, ma anche perché da una parte vi è la strada e una serie di abitazioni, circa 4″. E’ il punto dell’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedrone all’AGI, dopo il sopralluogo a Camogli, dove una frana ha fatto crollare nel pomeriggio una parte del cimitero riversando rocce, pietre, marmi e diverse bare in mare.

​ “Il Comune aveva ricevuto quasi 500mila euro di finanziamento per intervenire nelle parti ad ovest e a est della zona crollata – prosegue Giampedrone – Sulla zona crollata non avevano previsto nulla perché era un’area che aveva subito già interventi in passato e la ritenevano più ‘solida’ rispetto alle altre. In parte sulle zone indicate erano già intervenuti, in parte, sulla porzione a ponente, avevano iniziato i lavori da una ventina di giorni e fortunatamente oggi non vi lavorava nessuno. Il Comune aveva iniziato a sgomberare tutta l’area adiacente, quando erano stati visti segni di cedimento dalle prime ore di stamane”.

La strada che lambisce il cimitero è a senso unico alternato al momento, si transita solo nella zona più interna. Gli approfondimenti per valutare il rischio dell’area potrebbero durare alcuni giorni. “Ovviamente non lasciamo l’amministrazione comunale a fare tutto da sola – spiega l’assessore – Ho convocato per domani alle 13 un’altra riunione, in modo da avere dati in più, valutare se c’è da disgaggiare altro materiale”.

Tutti i feretri recuperati vengono intanto collocati dal Comune di Camogli in un’area adiacente al cimitero, destinata a camera mortuaria. Da martedì invece la protezione civile regionale monterà delle tende dove si potranno collocare altre bare. Spetterà sempre al Comune invece avvertire le famiglie assegnatarie dei loculi interessati dal crollo. Gli animi non sono certo tranquilli, a quanto trapela al momento nella cittadina.

“Il crollo del cimitero di Camogli, con la terribile scena di 200 bare alla deriva nel mare, fa toccare con mano quanto possano essere devastanti gli effetti del cambiamento climatico, se non interveniamo in fretta per arginarli”, afferma Raffaella Paita. La deputata di Italia Viva rileva che “la frana di una parte della struttura cimiteriale potrebbe essere collegata all’aumento di intensità delle mareggiate che si abbattono sulla falesia sottostante, accelerando il processo di erosione”.    

Frana cimitero Camogli bare in mare

© Vigili del fuoco

La frana sul cimitero di Camogli

“Il caso di Camogli e della Liguria – secondo Paita – può essere considerato emblematico. Il territorio italiano è disseminato di migliaia di situazioni analoghe. Non si contano i casi di ponti, strade, porti etc. la cui stabilità è minacciata dall’intensificazione dei fenomeni atmosferici. E’ per questo urgente – aggiunge – pensare a una strategia di intervento per prevenire un fenomeno che rischia di manifestarsi in modo sempre più rovinoso. Il primo passo potrebbe essere, magari utilizzando le risorse messe a disposizione dal Recovery Fund, organizzare un sistema di monitoraggio, di interventi contro gli smottamenti e ripristinando L’Unità di missione italia sicura”. 

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