Perché la Wada ricorre contro Sinner
AGI – Jannik Sinner inizia una doppia partita. Il numero 1 del tennis mondiale, se da una parte proseguirà la sua carriera fra dritti e rovesci, dall’altra dovrà dimostrare la sua completa estraneità al doping e che i bassi livelli – meno di un miliardesimo di grammo, quindi ininfluenti sotto l’aspetto della prestazione sportiva – dei metaboliti di Clostebol trovati in due controlli nel suo corpo siano entrati per colpa di terzi e a sua insaputa.
L’agenzia mondiale antidoping (Wada), recentemente contestata per non aver indagato sulla positività dei nuotatori cinesi, poi tutti assolti, sulla positività di Sinner ha voluto presentare ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna (Tas).
Il motivo? Perché il giocatore italiano è stato ritenuto “esente da colpa o negligenza” da un tribunale indipendente dall’International Tennis Integrity Agency (Itia). Non era mai accaduto nella storia che la Wada abbia presentato appello a una sentenza di un organo giudicante di nessuno sport dove esiste un organo analogo alla Itia (esiste nell’atletica leggera, nuoto e ciclismo).
La Wada quando nota discrepanze sia nell’iter che nella sentenza finale, di prassi ricorre contro le strutture antidoping nazionali o federazioni di competenza. Il Tas è il massimo organo di giustizia sportiva a livello mondiale. La Wada nell’appello al Tas ha chiesto “un periodo di ineleggibilità compreso tra uno e due anni” precisando di non voler chiedere “la squalifica di alcun risultato, salvo quello che è già stato imposto dal tribunale di primo grado”.
Sinner, 23 anni, altoatesino di San Candido, allenato da Darren Cahill e Simone Vagnozzi, dopo aver sconfitto il russo Roman Safiullin al secondo turno dei ‘China Open’, torneo Atp 500, ha detto di essere “forse vogliano solo assicurarsi che tutto sia corretto, ma sono molto deluso e sorpreso” dell’appello “anche perché tutte e tre le udienze si erano concluse in modo molto positivo per me e il processo è stato condotto secondo le linee guida del Codice mondiale antidoping”.
Dopo aver trascinato l’Italia alla conquista della Coppa Davis nel novembre dello scorso anno a Malaga, Sinner a gennaio aveva trionfato agli Australian Open e a settembre agli US Open. A seguito di un problema all’anca è stato costretto a ritirarsi dal torneo di Madrid e dare forfait agli Internazionali d’Italia. A fine luglio la rinuncia alle Olimpiadi di Parigi a seguito di una forte tonsillite. L’Itia nel verbale di 33 pagine ha ripercorso tutta la vicenda della positività di Sinner.
Sono stati citati anche i precedenti dove un atleta è stato ritenuto non colpevole: ad esempio, quello dello sciatore austriaco Hans Knauss nel 2005 e, più recentemente, del tennista Marco Bortolotti (marzo 2024).
È stato scritto che Sinner dopo ogni test risultato positivo al Clostebol, il 10 e 18 marzo in occasione rispettivamente dei tornei di Indian Wells e Miami Open, è stato sospeso: la prima volta per due giorni (4 e 5 aprile) e la seconda per meno di una settimana (17-20 aprile). La positività di Sinner è emersa a seguito dell’assunzione, involontaria, del contenuto di uno spray da banco che in Italia, a differenza di altri Paesi, non necessita di prescrizione medica, il Trofodermin, utilizzato per curare una piccola ferita.
Il preparatore atletico di Jannik, Umberto Ferrara, bolognese, ha dimostrato – mostrando l’estratto conto bancario – di aver acquistato il farmaco il 12 febbraio scorso presso la farmacia ‘SS Trinità’ di Bologna. Il 3 marzo quando Sinner alloggiava in una villa con il suo staff ad Indian Wells, il fisioterapista del giocatore, Giacomo Naldi, mentre cercava qualcosa all’interno della sua borsa da lavoro, si feriva al mignolo della mano sinistra con uno scalpello che viene utilizzato per togliere i calli. Il dito è rimasto fasciato per alcuni giorni.
Il 5 marzo, Ferrara raccomandava a Naldi di utilizzare il ‘Trofodermin’ avendo il farmaco qualità cicatrizzanti e antisettiche. Sul verbale si legge di “una discrepanza tra il Signor Ferrara e il Signor Naldi (successivamente esonerati dallo staff di Sinner, ndr)”, ovvero sul fatto se “il Signor Ferrara avesse avvertito il Signor Naldi dell’aspetto dell’antidoping”.
È emerso che Sinner non era a conoscenza dell’uso del farmaco da parte di Naldi. Quest’ultimo ha affermato che ha letto solo successivamente che lo spray conteneva Clostebol. Il fisioterapista Naldi ha confermato che tra il 5 ed il 13 marzo ha effettuato massaggi senza guanti, sia parziali che sull’interno corpo, a Jannik per quella che poi è stata classificata una contaminazione transdermica. Il 15 agosto scorso è stata convocata un’udienza presso Sport Resolutions, da cui il tribunale indipendente ha determinato l’assenza di colpa o negligenza del giocatore.
Ai primi di settembre, la Wada ha chiesto una integrazione di documentazione alla Itia, ora la decisione di ricorrere al Tas. Ora dovrà venire istituto un panel di giudici ed essere fissata una prima data, sia per la presentazione di memorie difensive ed eventuali testimonianze che per l’inizio del processo.
Sentenza? Stando ai precedenti del Tas è quasi impossibile entro la fine del 2024, più plausibile nella primavera prossima. Potrebbe esserci la possibilità di richiedere la procedura abbreviata – non è detto che venga accolta – ma i legali di Sinner dovranno studiare attentamente la difesa al fine di uscire dall’arbitrato con la completa assoluzione del giocatore.
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