Un molestatore seriale ha mandato in bancarotta la Federazione ginnastica Usa

Un molestatore seriale ha mandato in bancarotta la Federazione ginnastica Usa

Si può fare bancarotta pur avendo sul mercato il miglior prodotto possibile? Bancarotta vera, non mascherata. La Federazione ginnastica Usa c’è riuscita, malgrado possa sfoderare in vetrina la 21enne Simone Biles, unica nella storia a vincere quattro titoli mondiali, la prima a conquistarne tre consecutivi, la prima con più ori ai Mondiali (14), la più decorata degli Stati Uniti (25 tra Mondiali e Olimpiadi). Eppure, per sopravvivere al più assurdo, vergognoso e terribile scandalo che l’ha travolta, e alle 100 cause di risarcimento di oltre 350 atlete, Usa Gymnastics deve passare per il Tribunale di Indianapolis dove ha sede, ricorrendo al Chapter 11:  consegnare i libri contabili, entrare in amministrazione controllata e sperare di evitare il fallimento. Al quale, subito dopo seguirebbe la cancellazione da parte del Comitato Olimpico nazionale. Ed è davvero giusto così.

Perché nessuno aveva creduto alle accuse?

Tutto il paese si chiede come sia possibile che per decenni il medico federale, Larry Nassar, possa aver molestato ed abusato senza controllo tante ragazze che le famiglie affidavano alla federazione. E non si accontenta  di aver spedito il mostro in gattabuia per 60 anni per possesso di materiale pornografico e molestie a ragazze e donne mascherando e giustificando i suoi atti come trattamenti medici. Come mai nessuno, negli anni, ha creduto alle tante proteste delle ragazze? Come mai la dirigenza ha continuato a coprire il dottor Nasser anche negli ultimi due anni quando l’ondata delle denunce è aumentato in modo impressionante?

La situazione è insostenibile. Kathryn Carson, neo presidente del comitato dei direttori di USA Gymnastics – quando i buoi scappano si chiude la stalla, e oggi il vertice della federazione è molto più folto e selezionato – vuole assolutamente accelerare questa delicata fase dopo il fallimento di tutti i tentativi di mediazione. Le coperture finanziarie saranno garantite dalle assicurazioni stipulate in precedenza, con l’intento di ripartire al più presto: “Non è una liquidazione, è una riorganizzazione”. Anche se il procuratore John Manly, che rappresenta decine di querelanti, accusa l’organizzazione di continuare a “infliggere dolore inimmaginabile ai sopravvissuti” ed incoraggia gli investigatori a “raddoppiare” i loro sforzi. Perché la dichiarazione di bancarotta della federazione è la più chiara ammissione di colpevolezza di chi è incapace di proteggere i suoi atleti dagli abusi di un proprio dipendente. Visto che Nasser, partendo dalla Michigan University, ha collaborato sin dal 1986 con Usa Gymnastics. 

Un crac finanziario e morale

La bancarotta morale e quindi l’assalto di circa 5000 creditori delle cause civili intentate da ogni parte del paese ha frantumato il tesoretto federale, calcolato in almeno 50 milioni di dollari. Il più tartassato è l’ex presidente e amministratore delegato Steve Penny: s’era dimesso a marzo dell’anno scorso, ma un mese fa è stato arrestato perché deve rispondere di 400 mila dollari di risarcimenti danni. E, comunque, in questo caos totale, assillati dai creditori e dalle reprimende morali, oppressi dai sensi di colpa e dai propri errori, il pericolo maggiore per la federazione è quello di essere cancellata dal Comitato olimpico Usa (Usoc). Che, per bocca del suo numero 1, Kathryn Carson, promette: “Pagheremo fino all’ultimo centesimo, abbiamo preso tutte le iniziative per curare e sostenere le ragazze, ci siamo attrezzati al meglio per difendere al meglio, in futuro, i nostri ragazzi e i nostri club”.

Saldare tutti i debiti, economici e morali, è assolutamente indispensabile per guadagnare tempo, recuperare un po’ di credibilità e di fiducia per la nuova dirigenza. Perché la straordinaria procedura di decertificazione da parte dell’Usoc è già iniziata. “Meritate di meglio. Crediamo che le sfide che l’organizzazione deve affrontare siano semplicemente più di quanto sia in grado di superare nella sua forma attuale. E questo non è giusto per le ginnaste in tutto il paese. Fino a qualche settimana fa ho sperato che ci fosse un’altra strada ma ora non lo credo più possibile”, ha scritto in una lettera aperta alla comunità della ginnastica americana il boss del comitato olimpico, Sarah Hirshland, che ha preso il posto di Scott Blackmun, rimesso proprio per il suo immobilismo nello scandalo Nassar.

Quel numero, 265, che accompagna i casi di abusi sessuali del mostro della Federginnastica sono davvero troppi. Insanabili, anche davanti ai 34 milioni di dollari di risarcimenti nella più incredibile bancarotta dello sport mondiale.

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