Dati rubati, violata la mail di Mattarella. La Russa e il figlio tra gli spiati
AGI – “Ora l’unica cosa che mi premerebbe sapere e’ chi possa aver commissionato il dossieraggio contro la mia famiglia”. All’indomani del nuovo scandalo di quello che è stato battezzato il ‘mercato degli spioni’ il presidente del Senato, Ignazio La Russa, insorge. Dalle indagini è emerso che fu commissionato un ‘report’ anche su di lui. “Sono disgustato dal fatto che ancora una volta i miei figli, Geronimo e Leonardo, debbano pagare la ‘colpa’ di chiamarsi La Russa, se risulterà confermato che anche loro sono stati spiati”, dice la seconda carica dello Stato che commenta l’indagine milanese sul furto di dati riservati: “Conosco da anni Enrico Pazzali che ho sempre ritenuto una persona perbene e vorrei poter considerare, fino a prova contraria, un amico di vecchia data. Attendo di avere altri elementi, quindi, prima di un giudizio definitivo assai diverso su di lui. È noto – osserva – che i suoi attuali ruoli in Fiera non dipendano da FdI né tanto meno da me e sono stupito più che allarmato, dalle notizie di una sua azione di dossieraggio nei miei riguardi”.
Le reazioni
“Scenari come quelli che si vanno delineando sono preoccupanti e potrebbero rappresentare una minaccia alla democrazia”, dice il presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Ma è tutta la politica a gridare allo scandalo. Sul fenomeno dei dossieraggi la premier Giorgia Meloni non nasconde la sua preoccupazione: “Nella migliore delle ipotesi c’è un sistema di ricatto ed estorsione, ma nella peggiore siamo davanti al reato di eversione“. Il presidente del Consiglio si riferisce, tra l’altro, anche all’inchiesta della procura di Bari e al caso del conto spiato di sua sorella: “Credo che si accaniscano su Arianna perche’ non ha le tutele che posso avere io, ma colpire lei – avverte – è come colpire me”. Nella maggioranza si punta a una stretta sugli ‘spioni’. La Lega annuncia una proposta in Parlamento per “punire ancora piu’ severamente chi vi’ola la privacy per ricattare e condizionare”. “La storia dei dossier è inaccettabile, una minaccia alla democrazia”, dice il vicepremier e segretario di FI, Antonio Tajani, “va estirpato subito questo male. Non è escluso peraltro che questi dati siano utilizzati anche da chi è nostro nemico dal punto di vista geostrategico, non è escluso che li utilizzino anche la Russia e i Paesi che non sono certamente nostri amici”.
“È necessario che al più presto sia fatta chiarezza, accertando i mandanti di tali attività, ma anche le loro finalità. Questo fenomeno costituisce un attentato alla nostra democrazia e alla nostra libertà, che ha nella tutela e nel rispetto della privacy uno dei suoi fondamenti, chiaramente sancito nella Costituzione”, afferma il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan. Ancora più netto il ministro Guido Crosetto: “Da quando ho lanciato l’allarme sul caso Dossier (cioe’ sui poteri affidati dallo Stato per la sicurezza e la giustizia ed utilizzati da alcuni, molti, per scopi illeciti, illegali e illegittimi) si è aperto – osserva il responsabile della Difesa – un vaso di Pandora”.
“Prima – scrive il ministro – l’inchiesta di Cantone, nata dalla mia denuncia, poi il caso di Bari sull’accesso ai conti bancari di persone note e oggi questo enorme scandalo milanese di hackeraggio e Dossieraggio. All’inizio, ma ancora in questi giorni, in molti ironizzavano e cercavano di sminuire gli “allarmi di Crosetto” o i “complotti evocati da Crosetto”. “Ora in tanti stanno capendo ed ammettono, i piu’ – osserva ancora – tacciono e quelli che continuano a sminuire lo fanno evidentemente in autotutela. Non ho parlato piu’ di questo tema ma oggi una cosa voglio dirla: l’abuso non e’ finito, come si dimostra con l’inchiesta milanese di oggi, ma continua imperterrito”.
Crosetto chiede che si muova anche il Parlamento: “Occorre, ed il Governo si sta muovendo in tal senso, rendere impossibile l’utilizzo delle banche dati per scopi che non siano quelli autorizzati dalla legge. Occorre punire chiunque ne abbia abusato finora, sia dipendente pubblico che privato”. Il Pd con Walter Verini chiede che riferisca in Aula direttamente la premier. “Se non mettiamo limiti alle intercettazioni abusive e limiti alle pubblicazioni illegali – denuncia il leader di Iv, Matteo Renzi -, nessun cittadino sarà più libero. La privacy è un diritto umano inalienabile. A me l’hanno sottratta da tempo: lavoriamo perché non succeda lo stesso anche a voi. Quello che sta accadendo e’ enorme, non sottovalutatelo”.
“Serve il contributo di tutta la politica”, afferma il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi. “Il governo, che dispone di tutti gli strumenti necessari poiché controlla i servizi segreti e la Polizia, deve intervenire per garantire la sicurezza dello Stato e la sua inviolabilità”, sostiene Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra. Intanto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha dato mandato al Capo della polizia, Vittorio Pisani, di acquisire dall’autorità giudiziaria gli atti di indagine utili per avviare verifiche su ipotizzati accessi abusivi alle banche dati del Ministero dell’Interno o sull’utilizzo illecito delle stesse.
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