Adeguamento anti-sismico e anti-incendi: come sono messe le scuole italiane

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  Foto: Afp

 Asili mensa

Gli asili nido presentano uno stato di sicurezza più adeguato rispetto al resto degli edifici scolastici. Ma tante sono le irregolarità: solo 2 nidi su 5 sono in regola con le certificazioni. Quella di agibilità statica è presente nel 42% degli asili nido, rispetto al 26% delle scuole di altro ordine gradi; quella igienico-sanitaria nel 47%, contro il 36% delle altre scuole; quella di prevenzione degli incendi nel 41% dei nidi contro il 33%.

Non solo. È molto esiguo il numero di edifici che durante l’ultimo anno scolastico (settembre 2018-luglio 2019) ha subìto un miglioramento sismico (appena il 4% contro il 9% nelle altre scuole), e ancor meno, il 2%, è la percentuale degli asili nido con un completo adeguamento sismico (5% nelle altre scuole). Stessa situazione per le verifiche di vulnerabilità sismica che sono state effettuate nel 15% dei nidi esaminati, contro il 29% degli edifici scolastici. Sono questi alcuni dei dati che emergono dall’Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola, giunto alla sua diciassettesima edizione e presentato oggi a Roma dall’associazione Cittadinanzattiva.

La manutenzione degli asili

Gli asili nido, rispetto gli altri istituti sono meglio manutenuti. Su di loro ci sono stati diversi interventi di manutenzione ordinaria in 2 casi su 3, rispetto al 27% delle altre scuole. Non brillano nemmeno le indagine diagnostiche su soffitti e solai: le hanno effettuate solo il 10% dei nidi presi in esame, rispetto al 26% delle scuole dalle materne alle superiori.

“Questo – precisa Cittadinanzattiva – probabilmente perché i nidi, nella maggior parte dei casi, sono oggetto di interventi manutentivi frequenti e rarissimi sono stati i casi di crollo negli ultimi anni”. I dati sono, invece, incoraggianti per quanto riguarda la sicurezza interna: l’83% è in possesso del documento di valutazione dei rischi, l’82% ha predisposto il Piano di emergenza e il 64% l’apposita segnaletica per la sicurezza. Il 78% effettua le prove di evacuazione.

Per quanto riguarda le figure che si occupano di prevenzione e gestione dell’indagine di Cittadinanzattiva risulta che circa l’80% dei nidi dispone di un medico competente, del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, degli addetti al primo soccorso, alla prevenzione incendi e all’evacuazione. Sul fronte cibo e diete speciali, l’83% dispone di una mensa interna (con punte negative in Campania, solo il 25%, e in Basilicata, il 40%).

Il 90% assicura le diete speciali, soprattutto nelle Regioni del Centro Nord, mentre in Calabria la percentuale scende al 25%. Negativi anche i dati sui cortili, le aree verdi, gli arredi e i giochi a norma. Due asili su tre dispongono di cortili o aree verdi, mentre solo il 57% ha giochi e arredi a norma (dato negativo per la Puglia con il 21%). Sempre due su tre dispongono di una recinzione esterna, ma in Lombardia il dato scende ad uno su quattro. Basso il dato sulla presenza di sistemi di videosorveglianza interna ed esterna che si attesta rispettivamente appena al 2% e 4%.

La staticità degli edifici scolastici

Sono 70 i crolli registrati negli ultimi 10 mesi nelle scuole italiane. “Il peggior dato dal 2013”, puntualizza Cittadinanzattiva. Si tratta di un episodio ogni 3 giorni di scuola. Dal 2013 in totale sono stati registrati 276 crolli (70 nel 2018-19, 50 nel 2017-18, 44 nel 2016-17, 31 nel 2015-16, 45 nel 2014-15 e 36 nel 2013-14). Il record, tra settembre 2018 e luglio 2019, c’è stato nelle scuole del Nord Italia, dove i crolli sono stati 29 (Piemonte 6, Lombardia 16, Emilia Romagna 4, Veneto 2, Trentino Alto Adige 1), seguono gli istituti del Sud e delle Isole con 24 (Campania 8, Puglia 6, Calabria 2, Sicilia 7, Sardegna 1) e del Centro con 17 (Toscana 5, Lazio 10, Umbria 1, Marche 1).

Secondo quanto riporta il Rapporto di Cittadinanzattiva, a causa di questi episodi sono rimaste ferite 17 persone, tra studenti e adulti. “Si tratta, in molti casi, di tragedie sfiorate – sottolinea l’associazione – perché tali episodi sono avvenuti di notte, nel week end o in periodi di chiusura delle scuole”. Dal 2013 le persone ferite sono state 54.

In generale il rapporto evidenzia un grave ritardo nell’utilizzo dei fondi per la messa in sicurezza delle scuole. Sebbene siano al momento disponibili almeno 4 miliardi e mezzo, soltanto 1 miliardo e 600 milioni circa sono stati effettivamente utilizzati o sono in fase avanzata di utilizzo.

“Dallo stato di attuazione dei 15 principali filoni di finanziamento esaminati, emerge – ha spiegato Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva – la quantità inusitata di passaggi tra i diversi enti e organismi di controllo e la farraginosità delle procedure per arrivare al loro effettivo utilizzo, spesso misurabile in anni. Oltre agli interventi di semplificazione dei meccanismi legati ai fondi, Comuni e Province – ha aggiunto Bizzarri – hanno bisogno di supporto tecnico costante per aggiornare i dati, accedere ai bandi, progettare, appaltare e controllare gli interventi. Bene l’annuncio del ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, di istituire una task force con questi scopi. Chiediamo al governo di esaminare al più presto la proposta di una legge quadro sulla sicurezza a scuola, depositata da Cittadinanzattiva e Save the Children, per intervenire su ambiti altrettanto importanti, quali le responsabilità e gli obblighi di Enti proprietari e Dirigenti scolastici, le linee guida per la costruzione di nuovi istituti, il sostegno alle vittime di incidenti nelle scuole, gli spazi di partecipazione effettiva dei cittadini nelle costruzioni e ricostruzioni. Tra gli interventi prioritari, ci permettiamo anche di segnalare: l’ampliamento – ha concluso – dei finanziamenti per completare le verifiche di vulnerabilità sismica in zona 1 e 2; le indagini diagnostiche di soffitti e solai da realizzare a tappeto almeno per gli edifici costruiti tra gli anni ’50 e ’70 per scongiurare nuovi crolli; il completamento ed il varo della nuova Anagrafe che attendiamo da anni”.

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