In cosa credono gli 850 mila fedeli che hanno aderito alla Chiesa di Maradona

chiesa maradona 

Il 22 giugno del 1986 Diego Armando Maradona, allo stadio Azteca di Città del Messico, segnando un gol di mano all’Inghilterra durante la gara valevole per i quarti di finale del mondiale, entrò nella storia del calcio almeno quanto farà con tutte le altre reti (regolari) segnate nell’arco di un’intera carriera. Come quella leggendaria che segnerà circa cinque minuti dopo, durante la stessa partita, che ancora per molti è considerata la rete del secolo.

Ma quel gol, considerate le implicazioni politiche tra Argentina e Regno Unito, protagonista appena qualche anno prima della guerra a largo delle isole Falkland, valeva qualcosa in più. Maradona lo sapeva bene, per questo decise di mandare un’ultima frecciatina velenosa agli avversari, sostenendo pubblicamente che quella del gol in realtà era stata la “Mano de Dios” (la mano di Dio).

E c’è qualcuno che proprio in quella data, il 22 giugno, ogni anno festeggia quella che chiama Pasqua. Si tratta degli adepti della Iglesia Maradoniana, la chiesa di Maradona, ovvero quelli che hanno scelto, un po’ per scherzo (chissà fino a che punto), di trasformare la passione per le giocate di quello che è considerato il più forte calciatore di tutti i tempi, in un culto maniacale, sfociato in quella che è ormai diventata a tutti gli effetti una religione.

Come si legge su Wikipedia, “La parodia religiosa nacque il 30 ottobre 1998 (il giorno del trentottesimo compleanno di Maradona) nella città di Rosario quando due giornalisti argentini, Hernán Amez e Alejandro Verón, incominciarono per scherzo a festeggiare il giorno della nascita di Diego Maradona come se fosse il giorno di Natale; ai due si aggiunse Héctor Capomar e, nell’anno successivo, Federico Canepa.

Furono questi quattro a inventare (sempre in maniera goliardica) e a rendere pubblica nel 2001,la nuova religione, sancendo l’inizio dell’Era Maradoniana nel 1960 come anno 0”. Oggi noi, nel 2019, ci troviamo quindi nel 59 D.D. (Despues de Diego, Dopo Diego). Uno scherzo, è chiaro, come diversi altri culti, derivanti probabilmente da un’imperante cultura pop, al quale però hanno aderito anche tutta una serie di personaggi illustri come i calciatori Leo Messi, Ronaldinho, Michael Owen e Riquelme, l’ex cestista argentino ma con cittadinanza italiana Emmanuel Ginóbili e Francisco Cornejo, uno dei primi allenatori di Maradona.

Uno scherzo dunque, quello che tecnicamente viene chiamato sincretismo, da dizionario Treccani “fusione di motivi e concezioni religiose differenti, o anche la parziale contaminazione di una religione con elementi di altre”, ma comunque ben strutturato, come dimostrano le immagini girate da Vice America Latina e riprese dall’edizione italiana della rivista. Esistono dei sacramenti come il battesimo, che avviene giurando sull’autobiografia “Yo soy el Diego”, e il matrimonio che viene celebrato promettendosi amore eterno con le mani congiunte sopra un pallone e scambiandosi le fedi avanti ad un poster di Maradona (il primo celebrato il 22 novembre del 2006).

C’è la Pasqua, come abbiamo già visto e, naturalmente il Natale, manco a dirlo festeggiato il giorno della nascita del più famoso Diego della storia, la notte tra il 29 e il 30 ottobre. C’è il “Diego nostro” che dice “Diego nostro che sei nei campi, sia santificato il tuo sinistro. Venga a noi il tuo calcio, siano esaltati i tuoi gol, come in cielo così in terra. Dacci oggi la nostra dose quotidiana di magia, perdona gli inglesi, come noi perdoniamo la camorra napoletana. Non ci indurre in fuorigioco e liberaci da Havelange e Pelé”, ma c’è anche il “Credo” e il “Salve D10s” (tetragramma formato dalla parola spagnola Dios fusa con il numero 10 della maglia del giocatore argentino). E ci sono naturalmente anche i dieci comandamenti:

1) Il pallone non si disonora, come ha proclamato D10s nel suo libro.

2) Ama il calcio sopra tutte le cose.

3) Dichiara il tuo amore incondizionato per il calcio.

4) Difendi la maglia dell’Argentina, rispettando la gente.

5) Diffondi la parola di Diego Maradona in tutto l’universo.

6) Loda i templi dove predicò e i loro manti sacri.

7) Non proclamare il nome di Diego in nome di un unico club.

8) Segui i principi della Chiesa maradoniana.

9) Usa Diego come secondo nome e chiama così uno dei tuoi figli.

10) Non essere una testa da boiler e non farti scappare la tartaruga.

Sono molti quelli che amano il calcio, forse anche di più quelli che amano Maradona, ma quanti sono disposti davvero ad andare oltre? Al momento la Iglesia Maradoniana conta quasi 850 mila seguaci, con i quali il dio Diego si mantiene in contatto costante e ai quali ha dedicato anche un pubblico messaggio: “Ai fondatori di questo movimento e ai tifosi coinvolti, vi ringrazio di cuore per tenermi così presente nella vostra mente e nel vostro cuore. Grazie”. 

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