Alla fine il lavoro che non c’è preoccupa più degli immigrati. Un’indagine 

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Lavoro, inquinamento e viabilità: eccole, le tre divinità del male che spaventano i nostri sonni. La trimurti delle paure è stata fotografata da un’indagine condotta da Community Media Research in collaborazione con Intesa Sanpaolo per La Stampa. “Qual è il problema più rilevante dove vivi?” hanno chiesto i sondaggisti dell’istituto in 1.427 interviste effettuate tra il 12 e il 25 ottobre su tutto il territorio nazionale, mostrando un lungo elenco di alternative.

La lista proposta – si legge sul quotidiano di Torino –  va dagli immigrati, alla viabilità, all’inquinamento e altri temi ancora. La questione che per tutti risulta essere in assoluto la più importante nella propria realtà è il lavoro (38,1), seguito a distanza da altri problemi posti quasi sul medesimo piano: 

  • inquinamento (15%)
  • viabilità (10,9%)
  • costo della vita (10,9%)
  • qualità dei servizi socio-sanitari (10,1%)
  • immigrazione (5,9%)
  • criminalità (4,8%).

Ovviamente i problemi conoscono un’intensità diversa rispetto al territorio di appartenenza, piuttosto che la condizione sociale. Così le preoccupazioni per l’inquinamento (20,4%) e il costo della vita (13,4%) ritenuto eccessivo sono avvertiti maggiormente al Nord. La viabilità (18,5%) è una questione più marcata al Centro. La qualità dei servizi socio-sanitari è un argomento più vissuto dagli anziani (14,4%) e in particolare dai residenti nel Mezzogiorno (14%).

Allerta sociale

L’immigrazione e la criminalità non sono considerati il “problema dei problemi”, verso i primi – racconta La Stampa – l’attenzione è un pò più elevata nel Nord Est (8,6%) e verso la seconda nel Mezzogiorno (6,3%). Su tutti, è la questione del lavoro a costituire il tema centrale. Lo è maggiormente per le donne (41,0%), giovani (41,5%) soprattutto nel Mezzogiorno (57,8%) dove polarizza l’attenzione degli intervistati, oltre che per i disoccupati (71,4%). 

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Afp

 Sbarchi di migranti

Recenti dati dell’Istat testimoniano come la crescita di occupazione sia a favore dei più adulti e sempre meno delle generazioni più giovani. Una ricerca (di prossima pubblicazione) della CMR per Ali -Magister Group mette in luce come per tre giovani su 4 (/1,4%) l’ingresso sul mercato del lavoro avvenga con forme contrattuali a tempo determinato e flessibile. 

Divisione territoriale

Questa quota si riduce progressivamente nelle fasce d’età successive, ma racconta – sottolinea il quotidiano – percorsi lavorativi che prolungano una situazione di incertezza sul futuro delle persone. Inoltre, rivela una divisione e territoriale importante: nel Nord il 62,4% dei lavoratori ha un contratto a tempo determinato, nel Mezzogiorno la percentuale scende al 50,8%.

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