Alle Olimpiadi gli atleti russi solo sotto le insegne del Cio

AGI – Olimpiadi di Parigi 2024 “si’ per gli atleti russi e bielorussi, no a Russia e Bielorussia“. Il dado sembra ormai essere tratto perché le federazioni internazionali stanno recependo la linea del Comitato Olimpico Internazionale (Cio). Ciò significa far gareggiare gli atleti russi e bielorussi in forma ‘neutrale’ alle competizioni internazionali finalizzate a ottenere il pass individuale o la carta olimpica per partecipare alle Olimpiadi di Parigi che si svolgeranno dal 26 luglio all’11 agosto del prossimo anno.

Niente squadre nazionali, sì ai singoli atleti ma con restrizioni. Il Cio richiama alla forte missione unificatrice del Movimento Olimpico, al rispetto dei diritti di tutti gli atleti senza alcuna discriminazione, al fatto che a nessun atleta dovrebbe essere impedito di gareggiare solo a causa del suo passaporto e alla risoluzione delle Nazioni Unite del dicembre scorso approvata anche da Ucraina, Russia e Bielorussia (“i grandi eventi sportivi internazionali dovrebbero essere organizzati in uno spirito di pace e che la natura unificante e conciliante di tali eventi dovrebbe essere rispettata”).

Da quando, a fine gennaio, il Cio ha annunciato di “esplorare una strada” per riammettere i russi e bielorussi è scoppiata una “guerra diplomatica” nel mondo dello sport. Kiev ha attaccato pesantemente il Cio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha criticato apertamente il numero uno dello sport mondiale Thomas Bach, diverse Nazioni (soprattutto gli Stati baltici) hanno minacciato il boicottaggio, e 35 Paesi (tra essi anche l’Italia) hanno chiesto ulteriori spiegazioni al Cio alla voce “neutralità” degli atleti.

Nel frattempo dall’Africa ma anche da Medio Oriente e Asia sono arrivati pareri positivi circa il ritorno dei russi e bielorussi nelle competizioni. Il presidente Bach è reduce da un viaggio istituzionale nei Paesi caraibici, Cuba compresa. Il Cio ha inviato alle federazioni internazionali le clausole di ammissione degli atleti russi e bielorusse che sono: neutralità, nessuna bandiera, niente inno e colori del Paese di appartenenza, rispetto della Carta olimpica che significa, non aver sostenuto attivamente la guerra in Ucraina e rispettare pienamente il Codice mondiale antidoping. In caso di non rispetto dei criteri, il Cio ha dato mandato alle federazioni internazionali di non ammettere l’atleta o rimuoverlo e sospenderlo con effetto immediato dalle competizioni.

A oggi non c’è un momento o una data prefissata per dare l’annuncio della decisione che verrà presa ma la riunione dell’Esecutivo del Comitato Olimpico Internazionale prevista dal 28 al 30 marzo è senza dubbio il contesto più idoneo.

Nel frattempo la Federazione Internazionale della Scherma ha già deciso e, a larga maggioranza (89 voti a favori, 46 contrari e un’astensione), consentirà il ritorno degli atleti russi e bielorussi a partecipare alle manifestazioni finalizzate alla qualificazione individuale, ovvero i Mondiali di Milano (22-30 luglio), le tappe di Coppe del mondo e i Grand Prix. In seno al mondo della scherma sono state respinti due tentativi della federazione ucraina di bloccare il voto. L’Italia si è attenuta alla linea del Cio e ha votato a favore per la riammissione degli atleti di nazionalità russa e bielorussa.

Il 21 marzo ci sarà il congresso di World Athletics che darà una sua indicazione circa il ritorno alle gare di russi e bielorussi e prenderà anche una decisione finale sulla riabilitazione per le questioni doping (la Russia è sospesa dalla federazione mondiale di atletica leggera dal novembre 2015). Il presidente di World Athletics, Lord Sebastian Coe, grande ex del mezzofondo, cercherà di seguire la linea del Cio anche perché la sua intenzione è succedere a Bach alla presidenza del Comitato Olimpico Internazionale.

Un “no” secco ai russi e bielorussi potrebbe influire in sede di elezioni. Nel tennis – manca ancora l’ufficialità – i campioni russi e bielorussi potranno giocare al torneo di Wimbledon che scatterà il prossimo 3 luglio. Lo scorso anno sui green del leggendario torneo che si svolge alle porte di Londra i giocatori dei due Paesi che hanno invaso l’Ucraina non furono ammessi. Infine, il segretario alla cultura britannico Lucy Frazer ha esortato i membri del programma Partner olimpico del Cio, ovvero gli sponsor, a sostenere l’esclusione degli atleti russi e bielorussi dallo sport internazionale.

La lettera è stata inviata da Frazer agli amministratori delegati con sede nel Regno Unito di tutte le società – Airbnb, Alibaba, Allianz, Atos, Bridgestone, Coca-Cola, Deloitte, Intel, Omega SA, Procter and Gamble, Samsung, Toyota e Visa – che sono membri del programma Top, a eccezione di Panasonic. Resta aperto un quesito: se la decisione del Comitato Olimpico Internazionale sarà quella di escludere russi e bielorussi dalle qualificazioni, nel momento in cui prima dell’inizio dei Giochi le armi dovessero finalmente tacere e si inizierà a parlare di pace, come potranno essere inseriti gli atleti di Russia e Bielorussia che, però, non avevano preso parte alle qualificazioni ma in quel momento aventi diritto a gareggiare? 

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