Il caso del tecnico licenziato da Toninelli, raccontato dall’ingegnere dissidente

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GIUSEPPE CACACE / AFP 

Tav Lione-Torino 

Mentre il presidente del Consiglio sembra orientarsi verso un parere favorevole alla Tav, all’edizione cartacea del Corriere della Sera che gli chiede perché il ministro Toninelli abbia deciso la sua cacciata, l’ingegner Pierluigi Coppola risponde laconico: “Vorrei saperlo anch’io”.

È diventata un caso l’estromissione dalla Commissione di esperti incaricati di valutare l’oper, dell’unico tecnico pro-Tav sulla tratta ferroviaria Torino-Lione che il 15 luglio ha ricevuto una email dal ministero di Porta Pia a Roma su cui era scritto: “Egregio ingegnere, con la presente le comunichiamo che il suo rapporto professionale con il ministero dei Trasporti si interrompe”. Tuttavia, nella lettera era contenuta anche l’accusa dell’allontanamento del tecnico, il quale – secondo il ministero – ha violato “il codice di comportamento dei dipendenti pubblici”.

Norma che su la Repubblica l’ingegner Coppola spiega consistere nell’obbligo per i dipendenti pubblici “di astenersi “da dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell’amministrazione, dei propri superiori gerarchici e degli organi di governo” per poi aggiungere che “il dipendente e i lavoratori non rilasciano dichiarazioni pubbliche o altre forme di esternazione in qualità di rappresentanti dell’amministrazione a meno che non siano stati espressamente autorizzati”.

L’ingegner Coppola ha offeso il ministro Toninelli? A domanda Coppola risponde che no, “non ho offeso il ministro e non ho mai rilasciato dichiarazioni a nome dell’amministrazione se non quando sono stato autorizzato a farlo”. E al Corriere aggiunge: “Ho scritto una mail di risposta in cui mi difendevo dalle accuse chiedendo dove e quando avrei violato le norme di correttezza che erano citate nella pec. E poi, come si fa sempre in questi casi, mi sono organizzato per il passaggio di consegne”.

Il quotidiano di via Solferino allora gli chiede se ha mai fatto circolare il controdossier che dice che la Tav conviene e su questo particolare Coppola dice di aver “consegnato il mio dossier alla struttura del Mit e a Toninelli. Qualcuno l’ha fatto circolare online, ma non io”. Dunque allontanato solo perché pro Tav? L’ingegnere ritiene, sulla base dei propri calcoli, che la Torino-Lione “sia un’opera utile che porta benefici” e “ho contestato i metodi degli altri esperti”. Cosicché da quel momento non ha più partecipato alle riunioni perché non invitato.

E aggiunge: “Noi siamo tecnici, non politici. Possiamo essere in disaccordo, non ha senso finire in polemica”. Nel senso che “noi tecnici valutiamo le opere secondo i calcoli che facciamo. Ciò che ci differenzia è il metodo. Ponti pensa che una nuova ferrovia eliminerà la Co2 dalle strade ma anche le accise che i tir pagano allo Stato. Per me è una cosa molto positiva, per lui negativa”.

Ingegnere napoletano, classe 1972, docente a Tor Vergata, Coppola racconta di aver cominciato a collaborare con il Mit quando era ministro Graziano Delrio, “poi Toninelli mi ha confermato per affiancare gli esperti di Marco Ponti nell’analisi costi-benefici che avrebbe dovuto mappare tutte le grandi opere in corso in Italia”. Ma dopo il parere rilasciato a febbraio, si legge ancora su la Repubblica, “non mi sono più occupato della Tav” anche se non ha mai avuto modo di incontrare il ministro Toninelli nel corso di questi mesi.

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Ora tornerà alla sua attività di ricerca all’università per occuparsi “di auto a guida autonoma” ma si dice molto amareggiato per “per i modi inusuali con cui sono stato mandato via” e soprattutto per “il fatto che il ministro non abbia avuto fiducia nella mia buona fede quando ho presentato una nota con le mie osservazioni sull’analisi costi-benefici della Tav”.

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