La Cassazione dice no ai domiciliari per Giovanni Brusca


Tony Gentile / AGF
Giovanni Brusca
Giovanni Brusca resta in carcere. La prima sezione penale della Cassazione, al termine della camera di consiglio di oggi, ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa del boss di Cosa Nostra, che chiedeva la detenzione domiciliare. L’uomo si è attribuito 150 omicidi, tra cui quello di Giuseppe Di Matteo, 13 anni, strangolato e sciolto nell’acido. Anche la procura generale aveva chiesto che Brusca restasse all’interno di Rebibbia.
Con il suo ricorso, la difesa di Brusca aveva impugnato la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma che, il 12 marzo scorso, aveva respinto l’istanza dei domiciliari. Brusca, dunque, resta recluso nel carcere romano: la sua pena termina nel 2022, ma già alla fine del 2021, per effetto dei benefici penitenziari, potrebbe essere definitivamente libero. Entro un mese saranno rese note le motivazioni della Cassazione.
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it.
Post simili:
- Brusca ha chiesto di lasciare il carcere. La procura generale: no ai domiciliari
- La Cassazione revoca l’obbligo di dimora al sindaco di Bibbiano
- Torna in libertà Roberto Spada, diede la testata al giornalista Piervincenzi
- Il saluto fascista è sempre un reato. Lo ha stabilito la Cassazione
- Crac Cfc: condanna definitiva per Verdini, dovrà andare in carcere