Per Meneghin Bryant era “un fenomeno rimasto umile” 

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Una “tecnica straordinaria”, “un attaccante completo e trovava sempre una soluzione che faceva diventare semplice il difficile”. È il giudizio di Dino Meneghin, 70 anni, leggenda del basket italiano, che ha sfidato in serie A Joe Bryant, il padre di Kobe, il campione americano di basket deceduto assieme alla figlia Gianna nello schianto dell’elicottero che lo trasportava, nell’intervista-ricordo rilasciata al Corriere della Sera.

Di Kobe Bryant, oggi Menegin ricorda “le sue qualità di giocatore” ma anche il fatto che “era grande anche fuori dal parquet” dice invece a La Stampa: Un uomo “intelligente, appassionato, una bravissima persona” che “nel basket era unico per come sapeva applicarsi”. E “aveva mezzi eccezionali” e “una testa fuori dal comune”.

Secondo Meneghin, il campione Kobe “aveva anche saputo mantenere l’umiltà e la voglia di imparare di quando giocava da ragazzino sui nostri campi italiani e cercava di rubare qualcosa dal repertorio di tutti i grandi giocatori che vedeva come avversari del padre”, conclude il colloquio con il quotidiano torinese.

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