Perché Torino è stata esclusa dalla Serie A di basket

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MASSIMILIANO FERRARO / NURPHOTO

L’Auxilium Torino è stata esclusa dal prossimo campionato di Serie A. Lo ha deciso l’Assemblea della Lega Basket estromettendo la società “per condotta incompatibile con la permanenza nella Lega alla luce dell’ingresso nella nuova compagine societaria proprietaria del club torinese di Dimitry Gerasimenko, già proprietario della Pallacanestro Cantù sino al febbraio 2019”. La vicenda riguarda il precario futuro societario della squadra piemontese che, dopo diverse vicissitudini, avevano trovato nell’imprenditore russo il nome nuovo per ripartire.

Ma come ricorda Pietro Colnago, sul sito di Sky Sport, Gerasimenko è stato il protagonista del fallimento della storica squadra brianzola. Ed è proprio questo il motivo che ha spinto i club a ritenere la nuova proprietà torinese inaffidabile e passibile di espulsione. Si tratta di una decisione storica. È la prima volta, infatti, che un’estromissione del genere viene ratificata dall’Assemblea a tutela dell’intero movimento.

“Una decisione dolorosa – commenta il presidente Egidio Bianchi – ma che deve essere vista come un segnale per tutto il nostro movimento professionistico”. Dopo i fatti che hanno coinvolto molte piazze e molti fallimenti, i club hanno deciso di adottare degli anticorpi: “abbiamo intrapreso un cammino difficile di autoriforma, come testimonia la approvazione del nuovo Regolamento Esecutivo, che intende portare i club alla necessaria sostenibilità economica, tutelando l’immagine del basket nei confronti degli appassionati e degli investitori che credono nel nostro sport”.

Ambizioni e caduta 

Perdere Torino non è cosa da poco per il basket italiano. L’Auxilium, sponsorizzata Fiat, era reduce dalla conquista della Coppa Italia, edizione 2018, e dalla volontà di aggiungere nuovi tasselli nel suo percorso di rinascita e crescita. Per questo, in estate, era stata chiamata a prendere posto in panchina una delle figure mitologiche del basket americano e mondiale, entrato nell’olimpo della Hall of Fame nel 2002. Larry Brown.

L’avventura dell’ex allenatore, tra le tante squadre, della Philadelphia targata Allen Iverson e della Nazionale a stelle e strisce, sarebbe durata però solo pochi mesi tra problemi di salute e difficoltà di adattamento al basket europeo. Fu quello l’inizio di una stagione travagliata in cui l’Auxilium è ancora impegnata nella lotta per la salvezza. Ora, di fronte a quest’esclusione, bisognerà capire in che modo, e con quale spirito, la squadra (che ha nel roster giocatori nel giro della nazionale come Giuseppe Poeta e Marco Cusin) terminerà il campionato.

Chi è Dmitry Gerasimenko

La passione di Gerasimenko per il basket è talmente profonda che può essere raccontata attraverso due aneddoti. Il primo è risalente al 2000 quando si rese eleggibile per il draft NBA senza mai aver giocato in un campionato professionistico. Ovviamente non fu neanche preso in considerazione da alcuna franchigia. Il secondo, invece, quando scese in campo nel 2015 in Eurocup, con la maglia del Krasniv Oktyabr di Volgograd, squadra da lui fondata, a 37 anni compiuti. Più un desiderio personale che una “scelta tecnica” visto che, in cinque minuti sul parquet, mise a referto un rimbalzo, una palla persa e due falli.

Pochi mesi dopo lo sbarco a Cantù con grandi ambizioni. Gerasimenko arrivò in città portandosi dietro la sua carriera da imprenditore dell’acciaio e del gas. Tre anni dopo vennero fuori i problemi in patria e le vicende, raccontate da Mario Canfora, che portarono al fermo della produzione delle sue acciaierie e al blocco dei conti personali. Poi, come scrisse il giornale russo Kommersant, l’arresto a Cipro, con relativa cauzione pagata, a causa di una presunta distrazione di fondi legata all’attività delle sue acciaierie.

Il nome di Gerasimenko ha trovato nuovamente spazio sulle pagine di un giornale italiano il 22 aprile scorso. La vicenda, raccontata da Lorenzo Bagnoli e Luca Rinaldi sul Fatto Quotidiano, racconta dei presunti legami del magnate russo con il neo-presidente ucraino, l’attore comico Zelensky, e con Kolomoisky, imprenditore e politico ucraino, “con un patrimonio che Forbes stima in 3 miliardi di dollari e proprietario del canale che trasmette la serie tv che ha reso famoso Zelensky”.

Un futuro di carte bollate

L’ormai ex presidente Antonio Forni, con un passato anche a Biella, si era congedato dall’Auxilium e dai suoi tifosi con una lettera aperta che sottolineava i successi raggiunti sul campo e fuori dalla sua trasparente gestione: “In considerazione delle tante emozioni vissute sul parquet, della gioia condivisa con migliaia di tifosi per il ritorno di Torino in serie A e la partecipazione all’EuroCup, della soddisfazione di aver conquistato il primo storico trofeo dell’Auxilium, dell’orgoglio di aver promosso iniziative di utilità sociale che nobilitano lo Sport, per tutto questo e solo per questo ho disposto l’ultimo versamento nelle casse sociali, a copertura totale di quanto serviva per superare la verifica Comtec. Ho lasciato Torino in serie A e senza punti di penalità”.  

Agli inizi di aprile, il progetto “una mole di basket”, presentato in un PalaVela pieno di giornalisti e tifosi, sembrava pronto per prendere le redini della principale squadra. Una nuova cordata, guidata dall’imprenditore Giovanni Paolo Terzolo, aveva ridato speranza per il futuro della società nonostante la necessità di trovare, al più presto, un milione di euro. Poi l’arrivo del nuovo finanziatore, Gerasimenko, e la successiva decisione dell’Assemblea di escludere la squadra dal campionato che Terzolo giudica “incomprensibile, un fulmine a ciel sereno”.

Anche il Sindaco di Torino, Chiara Appendino, ha voluto commentare la vicenda con un tweet confermando l’incontro con la società il prossimo 7 maggio. “Torino non può permettersi di perdere questa importante realtà sportiva”. Sembra l’inizio di un percorso pieno di appelli e ricorsi. Forse l’unico possibile per provare a salvare la pallacanestro sotto la Mole. 

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