“Con queste bollette nel calcio dilettanti sono a rischio il 15% delle società”

AGI – Il calcio dilettantistico rischia di perdere il 10-15% delle società. Se il caro energia dovesse attestarsi sui livelli delle scorse settimane, la situazione diventerebbe critica per molti. L’allarme viene lanciato all’AGI dal direttore di Sportland, Andrea Badini, società milanese che si occupa di organizzare tornei e campionati amatoriali, e che gestisce alcuni impianti sportivi.

Il calcio dilettantistico e giovanile continua a rappresentare il principale movimento sportivo presente in Italia: nel 2019 si contavano 12.032 società e 64.372 squadre, per un totale di 1.050.451 calciatrici e calciatori (di cui il 360.546 impegnati nell’attività di Settore Giovanile e Scolastico) e 568.573 partite ufficiali disputate. La prima regione per numero di tesserati è la Lombardia con 182.449: 60.292 calciatori dilettanti e 122.157 nel settore giovanile e scolastico. 

Badini sottolinea come il caro energia e il suo peso sui budget delle società sia “in continua evoluzione”. “Mi sono arrivate segnalazioni – continua – di bollette della luce di settembre ben cinque volte più alte rispetto a un anno fa. Per noi c’è stato un raddoppio. Credo che un club normale abbia avuto mediamente un raddoppio della bolletta della luce e questo incide sul budget per almeno 20 mila euro a stagione”.

Tuttavia, sostiene il direttore di Sportland, “la cosa che ci spaventava non poco è il gas, dove sembra che la tendenza sia di bollette 4-5 volte più alte rispetto all’anno scorso”.

Dunque, “la tendenza, almeno a Milano, sarà di non scaldare i campi coperti di calcio a 5 e a 8”. Comunque “negli ultimi giorni pare che gli aumenti stiano in parte rientrando, speriamo”.

Perché, sostiene Badini, “già 20 mila euro all’anno in più non sono pochi, significano almeno il 20-30% del budget di una società dilettantistica. Parecchie rischiano di chiudere, secondo me almeno il 10-15%”.

Cosa si può fare per mitigare gli aumenti? “Tagliare gli sprechi, accendere le luci solo quando necessario, spegnerle sempre, racimolare qualcosina dall’aumento delle quote di iscrizione, cercare l’aiuto esterno di qualche sponsor o dei genitori. Ma è una situazione non semplice, se resteranno questi aumenti saranno non poche le società che chiuderanno. Qualche società ha già chiesto dei prestiti in banca”. 

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