“La Corte non sancisce il diritto al suicidio”, dice il costituzionalista Luciani

sentenza suicidio assistito

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Dj Fabo 

“Dev’essere innanzitutto chiaro che la Corte non parla affatto di un diritto al suicidio, ma si occupa solo del destino penale di chi aiuta coloro che hanno deciso di morire. Questo aiuto sarà legittimo soltanto in ipotesi molto circoscritte”. Si esprime così nel commentare il giudizio della Corte Costituzionale sulla vicenda del Dj Fabo il costituzionalista Massimo Luciani in un’intervista con la Repubblica nel quale spiega cosa accadrà ora dopo la sentenza.

Secondo Luciani quel che è certo è che dopo questa sentenza non tutti possono essere aiutati a morire, ma devono sussistere determinate e precise condizioni secondo le quali “si deve trattare di persone con una malattia irreversibile, che sono tenute in vita da trattamenti medici di sostegno, che patiscono intollerabili sofferenze fisiche e psicologiche, ma che siano del tutto capaci di decidere liberamente e consapevolmente”. Paletti, che secondo il costituzionalista sono indispensabili “per evitare che si possa abusare di soggetti deboli, fragili, che potrebbero essere facilmente manipolati e la cui vita, invece, va rigorosamente tutelata”.

Quindi ciascun di noi può o deve scrivere subito il proprio testamento biologico?, chiede il quotidiano. La risposta di Luciani è che “il legislatore nel 2017, con la legge 219, ha già regolato questa ipotesi prevedendo le cosiddette Dat, le disposizioni anticipate di trattamento, con le quali, in previsione di un’eventuale futura incapacità, si anticipa la propria volontà sui trattamenti sanitari cui si potrebbe essere sottoposti”. E chi obietta?

Secondo Luciani la sentenza della Corte “non parla affatto di questo problema” ed è anche per questo che il legislatore dovrà comunque intervenire: “La Corte stessa – spiega Luciani – ritiene che una legge sia ancora ‘indispensabile’. Sarà proprio il caso che stavolta il Parlamento, ormai preso per mano dalla Corte, faccia finalmente il proprio lavoro”.

In ogni caso da adesso non sarà più necessario andare all’estero per poter morire, dice Luciani, “si potrà morire in. Italia con l’aiuto di qualcuno solo nelle rigorose ipotesi che abbiamo visto”. 

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