Malgrado, stallo e dugongo. Le parole di oggi

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L’attenzione è ancora tutta lì, in alto mare anche oggi. A soli 150 metri dal porto di Lampedusa, dove la Open Arms galleggia con a bordo gli oltre 130 migranti sempre più disperati e l’equipaggio esausto in attesa di una decisione che non arriva da Roma. L’ong spagnola annuncia lo “stato di necessità”. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, chiede di far sbarcare i minori. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, lo fa suo “malgrado”. La situazione si attenua ma lo stallo resta. Almeno quanto quello politico. Il M5s attacca di nuovo Salvini “si è fregato da solo”.

Stallo anche a Londra, dove nemmeno il neo premier, Boris Johnson, sembra avere le idee chiare su come divorziare dall’Ue. Un accordo storico è stato invece raggiunto in Sudan, dove i generali e l’opposizione hanno firmato l’intesa per la transizione. Ed è molto vicino anche l’accordo tra americani e talebani in Afghanistan. Si protesta invece ancora a Hong Kong, dove oggi hanno sfilato anche i professori. E in Russia si ribellano i medici che hanno dovuto curare, senza saperlo, i feriti radioattivi arrivati da una misteriosa base dove c’era stata un’esplosione. In Thailandia, infine, si piange la morte del baby dugongo che se ne va dopo aver fatto innamorare di sè mezzo mondo.

NECESSITÀ. E’ necessità la prima parola di oggi. Arriva dall’equipaggio di Open Arms che dichiara “lo stato di necessità” e avverte di “non essere più in grado di garantire la sicurezza” a bordo della nave, bloccata da 17 giorni al largo di Lampedusa. Gli oltre 130 migranti soccorsi sono sempre più disperati e l’equipaggio è esausto. 

MALGRADO. La parola è stata messa per iscritto da Salvini nella sua risposta alla lettera di Conte, la seconda della settimana, in cui gli chiede di far sbarcare i minori dalla Open Arms. I due comunicano per corrispondenza: la distanza tra Chigi e Viminale sembra ormai incolmabile. “Prendo atto che disponi che vengano sbarcati i (presunti) minori attualmente a bordo della nave Open Arms. Darò pertanto, mio malgrado, per quanto di mia competenza e come ennesimo esempio di leale collaborazione, disposizioni affinché non vengano frapposti ostacoli all’esecuzione di tale Tua esclusiva determinazione, non senza ribadirTi che continuerò a perseguire in tutte le competenti sedi giurisdizionali l’affermazione delle regioni di diritto che ho avuto modo di esporti”, scrive Salvini nella missiva.

FREGATO. Se la Open Arms è ancorata in un mare calmo di agosto, l’esecutivo italiano – senza rotta – continua a essere sballottato dalle alte onde delle crisi. Il M5s torna a sentenziare dal blog e ad attaccare il nuovo nemico: Matteo Salvini “ha provato a fregarci tutti, ma alla fine si è fregato lui”. Si legge in un post dal titolo ‘Salvini sceglie Silvio, ma anche lui lo snobba’. “Chissà cosa penseranno adesso coloro che negli ultimi mesi si erano avvicinati per la prima volta alla Lega. Salvini ha preferito Arcore a voi. È vero, ha provato a fregarci tutti, ma alla fine si è fregato lui. Ora tirate le somme”. 

STALLO. È quindi sempre stallo a Roma, almeno quanto lo è a Londra dove il nuovo premier Johnson, arrivato al 10 di Downing Street da meno di un mese, smussa il suo carattere trumpiano e cerca più miti consigli annunciando viaggi dal presidente francese, Emmanuel Macron, e dalla cancelliera Angela Merkel. Intanto, i britannici gli hanno fatto sapere con un sondaggio che senza accordo non ci tengono a lasciare l’Ue.

ACCORDO. Un accordo storico l’hanno invece raggiunto i sudanesi che oggi nella capitale Khartoum hanno scritto una nuova pagina della storia del Paese dopo il trentennale regime di Omar al Bashir: generali e opposizione hanno firmato la dichiarazione costituzionale per il periodo di transizione che doterà la nazione di un governo civile. E a un accordo di pace sono vicinissimi anche Stati uniti e talebani afghani, dove però si teme per la tutela dei diritti conquistati a fatica dalle donne in questi ultimi 20 anni.

PROFESSORI. Dall’altra parte del pianeta, a Hong Kong, sembra ancora lontana l’intesa tra l’ex colonia britannica e Pechino. I cittadini continuano a manifestare e oggi è stato il turno dei professori che oltre al governo hanno sfidato anche la pioggia per ribadire il proprio desiderio di democrazia.

CESIO-137. In Russia a protestare sono i medici dell’ospedale regionale di Arkhangelsk che hanno curato i tre feriti della misteriosa esplosione avvenuta al largo di un poligono militare a Severodvinsk, in seguito a un test su una nuova misteriosa arma. Hanno denunciato di non essere stati avvisati di dovere trattare pazienti esposti a radiazioni. Stando al Moscow Times, nel tessuto muscolare di uno dei dottori visitati è stato trovato Cesio-137, un isotopo radioattivo, sottoprodotto della fissione nucleare dell’uranio-235. Per il ministero della Sanità nessuno ha mostrato eccesso di radioattività. 

DUGONGO. Non ce l’hanno fatto invece i medici veterinari thailandesi a salvare Mariam, la baby dugongo divenuta famosa in tutto il mondo per gli abbracci che dava ai suoi soccorritori. È morta a causa di un’infezione aggravata dalla presenza di frammenti di plastica che le rivestivano lo stomaco. “Se n’è andata dopo averci fatti innamorare, come per chiedere di prendere cura della sua specie”, ha ricordato il medico che la curava.

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