Nadal batte Thiem e conquista il dodicesimo Roland Garros

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Rafa Nadal

Rafa Nadal si è aggiudicato l’edizione 2019 del Roland Garros. Lo spagnolo ha battuto in 4 set l’austriaco Dominic Thiem: 6-3, 5-7, 6-1, 6-1. Per il fuoriclasse maiorchino è il dodicesimo successo sulla terra rossa francese e il diciottesimo in un torneo del Grande Slam.

È l’ennesima impresa sensazionale dello spagnolo che, nella finale, ha demolito il più serio pretendente al trono della terra rossa. Mettendo il dodicesimo sigillo sulla seconda prova stagionale dello Slam, allungando il dominio sulla superficie come nessun tennista era mai riuscito su qualsiasi altro torneo, il formidabile mancino di Spagna non ha soltanto ribadito una superiorità davvero impressionante su tutti gli avversari, ma ha addirittura doppiato il più grande campione sulla terra rossa di sempre, Bjorn Borg.

Ed è andato oltre la storia perché, quando l’Orso svedese si aggiudicò il sesto titolo a Parigi, peraltro in otto anni, si parlò di pietra miliare, di limite invalicabile, di “prestazione extra-terrestre”. Come è accaduto nello sport per altri record straordinari come i 10 netti sui 100 metri, i 6 metri nell’asta, i 23 ori olimpici di Michael Phelps e l’oro olimpico sui 100 e i 200 per tre Olimpiadi consecutive di Usain Bolt.

Ma il maiorchino è andato oltre: anche lui ha perso solo due volte al Roland come Borg, non tutt’e due le volte contro lo stesso avversario, come successe allo svedese col nostro Adriano Panatta – presente in tribuna nella finale di oggi insieme ad altri campioni del torneo come Rod Laver, Manolo Santana, e Thomas Muster – ma contro Soderling nel 2009 e Djokovic nel 2015 (nel 2016 si ritirò per infortunio prima di giocare il terzo turno). Poi, su questi campi, ha collezionato ben 93 vittorie. E ha firmato quindi i dodici trionfi a Porte d’Auteuil negli ultimi quindici anni. Assolutamente mostruoso, segnando un dominio unico che appare davvero irripetibile.

I segreti di un mito

La sua forza è nel leggendario top spin mancino di dritto che, con una bassissima percentuale d’errore, fa ricadere la palla alta e carica d’effetti e anche molto profonda di là del net. Tanto da risultare di difficile gestione da parte di qualsiasi avversario, ancor di più di quelli col rovescio a una mano, come Roger Federer – che ci ha perso contro in quattro finali e due semifinali al Roland Garros, e il nuovo rivale, Thiem, che pure può vantarsi di averlo battuto quattro volte negli ultimi quattro anni sulla terra. Che è il secondo miglior curriculum sulla superficie contro Rafa, dopo i 7 successi di Djokovic e prima dei 3 di Fognini e Gaudio. 

Straordinarie sono anche le gambe a molla da super-atleta dello spagnolo, gambe resistenti e veloci, che si esaltavano anche quando da ragazzo segnava gol a grappoli da attaccante di calcio. Ma la qualità migliore di Nadal è l’attitudine all’allenamento e alla lotta, tanto da risultate un esempio per tutti quanti vogliano davvero migliorare e impegnarsi allo stremo alla ricerca dei propri limiti. Come suggerisce scherzando ma non troppo la cicala del tennis, Nick Ktyrgios: “Rafa ed io siamo all’esatto opposto”. Un’attitudine che nasce dall’estrema umiltà di questo campione sempre pronto a imparare. Così, negli anni, s’è costruito un ottimo servizio e un rovescio di primissima qualità diventando anche più offensivo e scoraggiando ulteriormente le velleità degli avversari.

La sfida con Thiem

Cosi’ è stato anche in finale, contro Thiem. Che, pur provato dalla maratona psico-fisica di due giorni che l’ha infine portato a domare il numero 1 del mondo, Novak Djokovic, ha gettato sul meraviglioso campo Philippe Chatrier nello stadio abbattuto e ricostruito in dodici mesi esatti – tutti i suoi 25 anni, e quindi ambizione, agonismo, potenza, sfrontatezza, coraggio. “Domi”, che è passato dal coach-mamma, Gunther Bresnik, al coach-fratello, Nicolas Massu, proprio per cercare quel pizzico di cattiveria in piu’ attraverso l’ex pro cileno che in campo combatteva all’arma bianca, nel primo set, ha anche giocato anche meglio del famoso Rafa.

Ha ottenuto il primo break, ma l’ha subito riperso, cedendo anche il set dopo 53 minuti, per la delusione del pubblico. Che avrebbe voluto premiati i suoi sforzi, con le violente bordate da fondo, la strenua difesa, le veementi transizioni.

Poteva crollare subito, Dominic, accusando il contraccolpo psicologico, invece, sotto gli occhi del suo idolo giovanile, Muster, e della fidanzata, la collega Kiki Mladenovic, si è concentrato maggiormente sul servizio. E, sul 6-5, ha approfittato del primo calo alla battuta del maiorchino, per strappargli l’insperato 7-5. Ma, al rientro in campo dopo il time-out di Rafa per cambiarsi maglietta e pantaloncini (inzuppati come sempre dalla eccesiva sudorazione), Thiem s’è ritrovato senza più le gambe ed è stato letteralmente travolto.

Subendo un impressionante 6-1 6-1 in tre ore e un minuto. Che sancisce una volta di più lo strapotere di Nadal sulla terra rossa in generale e al Roland Garros in particolare. E gli consente di incamerare lo Slam numero 18, col quale si porta ad appena due tacche dal record assoluto maschile del grande rivale Roger Federer. Al quale ha già virtualmente lanciato il guanto di sfida sull’erba di Wimbledon, che parte l’1 luglio e si preannuncia già fantasmagorico.

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