Violenza sulla donne, un’emergenza che resta difficile da eliminare 

AGI – L’Assemblea generale delle Nazioni Unite scelse il 25 novembre come data e sollecitò i governi, le organizzazioni internazionali e le Ong a spendere quel giorno per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della violenza contro le donne. Violenza non solo fisica, ma intesa anche come disuguaglianza, disparità di trattamento sociale ed economico.

Da allora, dopo 22 anni, panchine e scarpe rosse, divenuti ormai simboli del tema e della giornata, sono ovunque. “Negli ultimi decenni sono stati compiuti sforzi significativi per riconoscerla, eliminarla e prevenirla in tutte le sue forme. Tuttavia, per troppe donne, il diritto ad una vita libera dalla violenza non è ancora realtà“. Parole contenute nel messagio del Presidente della Republbica Sergio Mattarella, per il quale “denunciare una violenza è un atto che richiede coraggio, abbiamo il dovere di sostenere le donne che hanno la forza di farlo”.

Su questo fronte le forze di polizia organizzano ogni anno, in questa giornata, ma non solo, iniziative e incontir per informare e sensibilizzare le donne a uscire dal silenzio. 

“La violenza contro le donne uccide più della mafia. Agire ‘dopo’ con pene esemplari non è sufficiente, bisogna riconoscere i segnali prima e fermare i violenti con fermezza. La donna deve essere ascoltata e creduta. E questo non sempre succede. Il Parlamento approvi quanto prima il pacchetto antiviolenza che abbiamo messo a punto con il precedente governo”. Lo scrive sui social Mara Carfagna, deputata e presidente di Azione, che nel 2009 fece approvare una legge sul reato di stalking.

Le denunce, quei tentativi di liberarsi soprattutto dalla spirale di rapporti familiari ‘malati’, sono aumentate e secondo l’Istat sono circa 19.600 le donne che hanno affrontato nel 2021 il percorso di uscita dalla violenza con l’aiuto dei Centri antiviolenza, di cui il 30% di nazionalità straniera.

Più del 70% delle donne cerca aiuto nei Centri antiviolenza dopo che ha subito per anni episodi di violenza.

  • 13:55

    Tremila post-it per dire ‘no’ e denunciare

    AGI –  Le vetrate si colorano di rosa con tremila post-it che compongono, quasi come fosse un mosaico, la scritta 1522, il numero nazionale del dipartimento per le Pari Opportunità della presidenza del Consiglio e gestito da Differenza Donna.

    Nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, accade a Pontecagnano, nel Salernitano, dove Fortis, associazione senza scopo di lucro e costola di Fmts Group, per “abbattere il muro dell’indifferenza”, scende in campo al fianco di Differenza Donna con una serie di iniziative.

    Tremila post-it per dire 'no' e denunciare

    Su ognuno di quei foglietti appesi alle vetrate dell’hub di Fmts Group, ci sono i messaggi per “dire no alla violenza” di dipendenti, allievi, docenti, collaboratori. “La violenza e’ l’ultimo rifugio degli incapaci”, “quella gonna non e’ troppo corta”, “è nostro dovere rendere questo mondo migliore per le donne”, “non solo oggi”, “tacchi rossi”, sono alcuni dei messaggi affidati ai bigliettini rosa.

    Nel terzo trimestre di quest’anno, secondo gli ultimi dati Istat, le telefonate al 1522 in Italia sono state 7mila 177. I numeri sono allarmanti. Bisogna fare tanto sul territorio, tantissima sensibilizzazione e informazione per prevenire e contrastare la violenza di genere”, sottolinea all’AGI Michela Masucci, responsabile dei centri antiviolenza ‘Leucosia’ di Salerno e ‘Anna Borsa’ di Pontecagnano gestiti da Differenza Donna.

    “Tutti questi eventi legati alla giornata del 25 novembre – osserva – sono estremamente importanti perche’ i dati ci dicono che, in concomitanza con questa giornata, aumentano notevolmente, anzi c’è un picco di telefonate al 1522 delle donne che chiedono aiuto”.

    Masucci ricorda che, “dietro al 1522, c’è un’equipe di esperte, tutte donne formate in materia di violenza, donne che parlano tutte le lingue pronte a fornire supporto e a effettuare una valutazione del rischio immediata. Inoltre, c’è un’accoglienza emotiva e psicologica”. I due centri antiviolenza di cui è responsabile, quest’anno, “hanno accolto circa 200 donne. Con il centro antiviolenza ‘Leucosia’ a Salerno, abbiamo accolto circa 180 donne, altre 20 le abbiamo accolte nel nuovo centro antiviolenza ‘Anna Borsa’ attivo sul territorio dell’ambito sociale S4 con sede a Pontecagnano dal 1 settembre”.

    Per il presidente dell’associazione Fortis, Roberto Sarrocco, “lanciamo un messaggio importante perché questo numero deve essere nella mente di tutti, non solo delle donne che subiscono violenza, ma anche di chi puo’ essere a conoscenza di qualche situazione difficile”.

    “Con questo messaggio – rimarca all’AGI – ribadiamo con forza questo numero. E lo facciamo anche in una giornata particolare, nel ‘black Friday’. Noi siamo nei pressi di un centro commerciale e quindi la visibilità del numero 1522 composto dai post-it sulle vetrate sarà sicuramente maggiore”.

    Sarrocco evidenzia che “l’iniziativa di oggi anticipa, tra l’altro, l’evento del 16 dicembre prossimo, la prima raccolta fondi in favore di Differenza Donna”. Difatti, oggi, inizia anche il conto alla rovescia per il concerto-evento del gruppo vocale Friends For Gospel del 16 dicembre prossimo nell’auditorium di Fmts Group. L’obiettivo è raccogliere fondi da destinare ai centri di Differenza Donna e a sostegno del progetto RadiCare sul diritto allo studio dei giovani.

  • 13:07

    Casellati: “Tutelare e sostenere le vittime”

    AGI –  “Come ogni anno, la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne ci ricorda la necessità di rilanciare l’impegno a costruire una società in grado di tutelare e sostenere la condizione femminile”. Lo afferma il ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa, Elisabetta Casellati, in un videomessaggio pubblicato sui social.

    “Nel 2022, in Italia, sono state 104 le donne uccise. Cifre che anno dopo anno non accennano a diminuire. Le vittime – ricorda – sono quasi tutte accomunate da un tragico e beffardo destino: quello di morire per mano del proprio compagno, tra le mura domestiche. È una mattanza di proporzioni inaccettabili, in un Paese che in ogni settore è capace di raggiungere vette di eccellenza ma che, evidentemente, fatica ad abbandonare retaggi di epoche passate e retrive. E i “femminicidi” sono soltanto l’aspetto più tragico e plateale di uno stillicidio di vessazioni e soprusi psicologici, di minacce e di abusi sessuali che non risparmiano ragazze giovani, donne mature e perfino bambine”.

  • 13:01

    Per 3 donne su 4 il carnefice è partner o l’ex

    AGI –  Nella quasi totalità dei casi (94,6%) le violenze sono riferibili a un solo autore e nel 3,5% dei casi a due. Gli autori della violenza si trovano soprattutto tra le persone con cui la donna ha legami affettivi importanti.

    Nel 54,8% dei casi è il partner a perpetrare la violenza sulla donna, nel 22,9% si tratta di un ex partner, nel 12,5% è un altro familiare o parente; le violenze subite fuori dall’ambito familiare e di coppia costituiscono il restante 9,9%. Sul totale dei casi si rileva che circa un autore su cinque (19,7%) ha una forma di dipendenza, come ad esempio quella da alcool, droga, gioco o psicofarmaci. Questi dati emergono dal rapporto Istat ‘I percorsi delle donne per uscire dalla violenza tra difficoltà e risorse’ relativi al 2021. 

    Il sostegno dei Centri antiviolenza riflette una maggiore consapevolezza da parte della donna che si esplicita, tra l’altro, nella denuncia alle autorità della persona artefice della violenza. Sebbene questa informazione non sia sempre disponibile (non lo è per il 33,7% dei casi), si rileva che il 29% degli autori delle violenze è stato denunciato almeno una volta (tra questi il 6,5% più di una volta)

    Per 3 donne su 4 il carnefice è partner o l'ex

    © Agf

    Violenza (AGF)

    La quota delle denunce è più alta se l’autore della violenza è un ex partner (34%): in particolare il 24% è stato denunciato una volta e il 10% più di una volta. 

    Nel caso in cui la violenza sia stata effettuata ad opera di amici, colleghi o altri conoscenti, l’autore è stato denunciato nel 27% dei casi una volta e nel 4% più di una volta. Sono più basse le quote di autori denunciati se si tratta del partner attuale: il 22,3% quelli denunciati una volta e il 6% quelli denunciati più volte. La denuncia di altri parenti o familiari è pari al 21,1% dei casi. 

    Per quasi un terzo degli autori denunciati (32,3%) è stato richiesto un provvedimento di allontanamento o di divieto di avvicinamento e/o di ammonimento. Queste richieste sono state soddisfatte nel 72% dei casi.

    Il tempo passato per ottenere il provvedimento richiesto è stato “entro i 7 giorni” nel 17,4% dei casi e per un ulteriore 17,4% tra gli 8 e i 14 giorni. Nel 20,3% dei casi, invece, la donna ha dovuto attendere il provvedimento richiesto dai 15 ai 30 giorni; tempi più lunghi si sono verificati nel 30% di casi (il provvedimento è stato ottenuto tra 1 e 2 mesi per il 15,6% degli autori e in oltre 2 mesi per il 14%). 

    Tra gli autori denunciati dalle donne che hanno intrapreso un percorso di uscita dalla violenza nel 2021 il 13,8% non ha avuto alcuna imputazione nel corso del tempo, il 35,5% è ancora sotto indagine e il 28,7% ha avuto imputazioni.

    Nel 7% dei casi la denuncia è stata invece ritirata. Il 28,7% degli imputati è stato condannato; per il 66,5% il processo è ancora in corso mentre lo 0,8% è stato assolto. Anche dopo l’imputazione continuano ad esserci casi di ritiro della denuncia (l’1,3%).

  • 12:50

    Microcredito a tasso zero alle vittime di violenza

    AGI –  Le donne vittime di violenza, italiane e straniere, regolarmente presenti sul territorio nazionale, con o senza figli, ospiti di Case rifugio, che vogliano ottenere un finanziamento agevolato per avviare o sviluppare, con l’assistenza senza oneri di un tutor, iniziative di microimpresa o di lavoro autonomo o professionale in tutti i settori (escluso quello agricolo e della pesca), potranno rivolgersi ad uno dei Centri antiviolenza del proprio territorio o chiamare il Numero nazionale antiviolenza 1522 per chiedere di aderire al progetto “Microcredito di libertà”.

    Così facendo, con l’assistenza della Casa rifugio o del Centro antiviolenza o di un Punto di contatto della Caritas, potranno ottenere l’erogazione di un finanziamento agevolato presso la rete di Fidimed, intermediario finanziario 106 vigilato da Bankitalia presente in Sicilia e su tutto il territorio nazionale. 

    L’iniziativa è stata presentata oggi presso la Camera di commercio di Palermo ed Enna da Marco Paoluzi, Responsabile e Coordinatore dell’area Credito e Banche dell’Ente nazionale per il Microcredito; da Fabio Montesano, Ad di Fidimed; da Guido Barcellona, segretario generale della Camera di commercio di Palermo ed Enna; da Angela Pisciotta, presidente del Comitato imprenditoria femminile; e da Sabrina Musacchia, coordinatrice del Comitato pari opportunità dell’Ordine dei Dottori commercialisti ed Esperti contabili di Palermo. 

    In Sicilia collaboreranno al Progetto la Camera di commercio di Palermo ed Enna, il Comitato imprenditoria femminile e il Comitato pari opportunità dell’Ordine dei Dottori commercialisti ed Esperti contabili di Palermo. 

    Si tratta di un finanziamento bancario a tasso zero (grazie all’intervento dell’ente nazionale per il microcredito) e con garanzia di Mediocredito centrale, di importo fino a 50 mila euro da restituire entro sette anni, finalizzato ad avviare una nuova attività o a svilupparne una già esistente, sotto forma di lavoratrice autonoma o libera professionista titolare di partita Iva da non più di 5 anni e fino a 5 dipendenti; di impresa individuale nuova o esistente da massimo 5 anni e fino a 5 dipendenti; di società o cooperativa o associazione attiva da non oltre 5 anni e fino a 10 dipendenti.

    Il “Microcredito di libertà” può essere utilizzato per l’acquisto di beni, servizi e materie prime, per pagare retribuzioni o per corsi di formazione aziendale. Nella fase di istruttoria e nel periodo di preammortamento è prevista l’assistenza senza oneri di un tutor.

    Fidimed è il primo intermediario finanziario in Sicilia e tra i primi in Italia ad avere aderito al Progetto, finanziato con 3 milioni di euro dal Dipartimento delle Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri e gestito dall’Ente nazionale per il microcredito, regolato da un Protocollo sottoscritto dallo stesso Dipartimento, dall’Ente nazionale per il Microcredito, dall’Abi, da Federcasse-Federazione nazionale delle Bcc, e dalla Caritas italiana.

  • 12:38

    La Serie B scende in campo con il pallone rosso

    AGI –  Tutti insieme per dire “#BASTA!” La Lega Serie B, in occasione del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si schiera per contrastare quella che rappresenta sempre più un’inaccettabile piaga sociale.

    Anche quest’anno, grazie alla collaborazione con lo sponsor tecnico Kappa, la Lega Serie B, in occasione della 14esima giornata di campionato, intende sensibilizzare l’opinione pubblica contro un fenomeno in preoccupante aumento.

    Lo farà attraverso lo strumento cardine del gioco del calcio, il pallone, che abbandonerà il tradizionale colore blu per lasciare spazio al rosso, che caratterizza e rappresenta la lotta contro la violenza sulle donne. 

    Per dare ancora più forza al messaggio, quest’anno scenderà in campo l’Ifad, l’agenzia dell’Onu che si occupa di combattere la fame e la povertà nelle comunità rurali in paesi in via di sviluppo e che sistematicamente promuove l’uguaglianza di genere in tutti i suoi progetti.

  • 12:06

    Istat, il 71% delle donne violate fisicamente ha tra i 30 e i 39 anni

    AGI – Tra le donne che stanno affrontando il percorso di uscita dalla violenza, il 95,2% ha subito almeno un abuso tra minacce, stalking, violenza psicologica e violenza economica, il 66,6% ha subito violenza fisica e il 19,8% violenza sessuale. Minoritaria la percentuale di donne (2%) che ha subito una qualche forma di violenza prevista dalla Convenzione di Istanbul, come matrimonio forzato o precoce, mutilazioni genitali femminili, aborto forzato, sterilizzazione forzata. Questi dati emergono dal rapporto Istat ‘I percorsi delle donne per uscire dalla violenza tra difficoltà e risorse’ relativi al 2021. 

    Sono le donne tra i 30 e i 39 anni ad aver subito maggiormente violenza fisica (71,4%), si legge ancora nel rapporto. La violenza sessuale riguarda invece in misura superiore le donne con meno di 16 anni (53,4%) e quelle dai 16 ai 29 anni (33,7%), Le donne di età uguale o superiore ai 30 anni sono quelle che più delle altre hanno subito almeno una forma di violenza come minacce, stalking, violenza psicologica, violenza economica. 

    Istat, il 71% delle donne violate fisicamente ha tra i 30 e i 39 anni

    © Foto: Luisa Berti – Agi 

    Roma, manifestazione contro la violenza sulle donne 

    Nella maggioranza dei casi le diverse forme di violenza si sommano tra loro: solo il 16% delle donne ha subito un solo tipo di violenza, il 27% ne ha subiti due e un altro 27% tre. Assolutamente non residuale, pari al 30%, la quota di donne che hanno subito più di 4 tipi di violenza tra quelle indagate. 

    La durata della violenza varia a seconda della tipologia di violenza subita. Una storia più lunga di abusi, che dura almeno da 5 anni, riguarda il 75% delle donne che hanno subito violenza fisica e la quasi totalita’ di quelle che hanno subito almeno una minaccia, stalking, violenza fisica o psicologica. Diversamente, tra le donne che iniziano il percorso a seguito di un singolo episodio di violenza, la forma di violenza maggiormente rappresentata è la violenza sessuale (78,2%) contro, per esempio, il 30% della violenza fisica. 

  • 12:01

    Ronzulli: “Il pensiero alle donne iraniane e ucraine”

    AGI – “La lotta alla violenza contro le donne non ha confini. Oggi, il pensiero va alle donne iraniane che lottano per la libertà, a quelle ucraine in fuga dalla guerra, violentate, uccise. A tutte coloro che, ad ogni latitudine, ogni giorno vengono vengono private dei diritti, solo perché donne”. Lo scrive su Twitter la presidente dei senatori di Forza Italia, Licia Ronzulli

  • 11:58

    Bongiorno-Salvini: “Lavoriamo a nuove misure”

    AGI – “Il codice rosso ha dato ottimi risultati: molte più donne, infatti, denunciano. L’efficacia del codice rosso, tuttavia, è messa a repentaglio ogni qual volta non viene pedissequamente rispettato il termine di sentire la persona offesa entro tre giorni dalla presentazione della denuncia. Per tutelarne l’incolumità ed evitare quindi che le donne vittime di violenza si sentano abbandonate da chi ha il dovere di proteggerle, stiamo lavorando all’introduzione di nuove misure che garantiscano piena e immediata applicazione delle disposizioni del codice rosso, prevedendo conseguenze processuali in caso di colpevoli ritardi o omissioni”. 

    Così in una nota Giulia Bongiorno, presidente della Commissione Giustizia al Senato, e il vicepremier, ministro e segretario della Lega Matteo Salvini.

  • 11:53

    Meloni: “È un dramma nazionale; il governo è in prima linea”

    AGI –  “I dati che riguardano le violenze sulle donne continuano a rappresentare un dramma nazionale. Come Governo, abbiamo molto lavoro da fare e intendiamo portarlo avanti a 360 gradi, incentrando il nostro impegno su tre pilastri d’azione: prevenzione, protezione e certezza della pena”. Lo scrive la premier, Giorgia Meloni, in un post sui social

    Questo Esecutivo rifinanzierà i Centri Antiviolenza e le Case Rifugio; ci impegneremo per attuare la legge 53 del 2022 sulla raccolta dei dati statistici in merito alle violenze che le donne subiscono, che ancora necessita dei decreti attuativi e di attività tecniche – aggiunge – faciliteremo l’adozione di protocolli e migliori pratiche nei Tribunali per un’applicazione sempre più efficace della normativa sul “codice rosso”. Lavoreremo per garantire la certezza della pena, per potenziare le misure di protezione delle vittime e rafforzare il ricorso allo strumento dei braccialetti elettronici, che spesso non vengono applicati perché semplicemente non ce ne sono”. 

    “Questo Governo è in prima linea per combattere la violenza sulle donne e la terribile piaga del femminicidio. Lo dobbiamo alle tante vittime, spesso senza giustizia, e a chi ancora oggi è costretta a subire queste barbarie. Siamo e saremo sempre al vostro fianco”, conclude Meloni. 

  • 11:48

    Un lunga sciarpa rossa per il flash mob al Campus Palermo

    AGI – Una lunga sciarpa rossa: questo il simbolo del flash mob di stamane al Campus universitario di viale delle Scienze a Palermo. L’iniziativa, basata su un progetto della professoressa Licia Callari, è organizzata dal Dipartimento Scienze psicologiche, pedagogiche, dell’esercizio fisico e della formazione dell’universita’ di Palermo. Coinvolti quasi mille fra studenti, bambini, insegnanti, genitori, docenti, operatori del sociale, esponenti delle forze armate e dell’ordine, anelli di una catena umana lunga un chilometro stendendo una sciarpa rossa “per testimoniare quella lunga scia di sangue che lascia ogni gesto di violenza su un nostro simile”.

  • 11:40

    “No!” e “Mettere un punto”, le iniziative dell’Arma dei carabinieri

    AGI – In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’Arma dei Carabinieri ha organizzato una campagna di sensibilizzazione con varie iniziative diverse con un solo filo conduttore: dire “No!” e “Mettere un punto” a qualsiasi forma di comportamento violento – sia fisico che psicologico – contro le donne. Le tante iniziative – che hanno coinvolto i media tradizionali, il web e i social – hanno anche un altro obiettivo fondamentale: quello di convincere tutte le donne che subiscono maltrattamenti o vessazioni di qualsiasi tipo a denunciare con fiducia ai Carabinieri. 

    Non è giusto subire violenze o privazioni della propria dignità neanche all’interno delle mura domestiche, quando l’autore è una persona cara. È per questo che l’Arma punta a far diminuire il numero dei cosiddetti “reati sommersi”, spronando le vittime a muovere il primo passo verso la libertà: sporgere denuncia.
    Anche quest’anno tante caserme si illuminano di arancione, in adesione alla campagna internazionale “Orange the World” come segnale tangibile dell’assoluta attenzione e priorità dell’Arma a invogliare le donne vittime di violenze a denunciare. Nonostante la crisi energetica, l’Arma non ha voluto rinunciare a questo forte segnale simbolico e lo ha fatto – questo è bene sottolinearlo – senza aumentare i consumi energetici con nuove illuminazioni, ma semplicemente usando quelle già attive. 

    Le stazioni ferroviarie, luogo simbolo di partenze e magari anche di “ripartenze” dopo brutte esperienze, sono state scelte quest’anno come spazi per dare visibilità a questi progetti. Viaggiatori, pendolari, giovani coppie di innamorati e studenti avranno modo di soffermarsi qualche istante sulle tante iniziative per questo 25 novembre. 

    È questa l’occasione giusta anche per ricordare che questo triste fenomeno si combatte anzitutto formando uomini e donne rispettosi della legalità. Questa sfida comincia da lontano, tra i banchi di scuola, quando si forma la cultura ma soprattutto la coscienza dei cittadini del futuro. In tale ottica, i Carabinieri hanno deciso di puntare sulla creatività proprio degli studenti, coinvolgendoli in un progetto a livello nazionale.

  • 11:40

    Violenza donne: Sangiuliano, la cultura è determinate per il rispetto

    AGI – “La Cultura è determinante nel far crescere il rispetto verso le donne. La nostra civiltà si misura sul rispetto che abbiamo verso di loro. Mai più femminicidi, mai più violenza sulle donne”. È il post su Twitter del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, accompagnato dalla foto dell’esecutivo davanti Palazzo Chigi illuminato di rosso.

  • 11:38

    Istat, in 19.600 hanno chiesto aiuto ai centri antiviolenza nel 2021

    AGI – Sono circa 19.600 le donne che hanno affrontato nel 2021 il percorso di uscita dalla violenza con l’aiuto dei Centri antiviolenza, di cui il 30% di nazionalità straniera. Più del 70% delle donne cerca aiuto nei Centri antiviolenza dopo che ha subito per anni episodi di violenza. Questi alcuni dei dati emersi dal rapporto Istat ‘I percorsi delle donne per uscire dalla violenza tra difficoltà e risorse’. Il 19,1% delle donne cerca aiuto in fase di emergenza, si legge ancora nel documento. Inoltre il 30% di loro donne è già entrata in contatto con le forze dell’ordine prima di arrivare al Centro. Nel 72,6% dei casi di violenza, inoltre, i figli hanno assistito alla violenza subita dalle proprie madri. 

    Per quanto riguarda l’aspetto giudiziario, dal rapporto emerge che circa il 10% delle donne ritira la denuncia durante le varie fasi del processo. Si legge anche che le richieste di allontanamento o di divieto di avvicinamento e/o di ammonimento sono accettate nel 72% dei casi. Sono meno di una su quattro (il 22%), infine, le donne che raggiungono gli obiettivi del percorso di uscita dalla violenza.

  • 11:36

    Sbarra (Cisl), un grande alleanza per sconfiggere la violenza

    AGI – “Tante saranno oggi le iniziative del sindacato in tutta Italia nelle quali ribadiremo che ognuno deve fare la sua parte nella battaglia contro ogni forma di violenza sulle donne. Un fenomeno grave che può essere sconfitto attraverso una grande alleanza tra scuola, istituzioni, società civile, mondo dell’informazione. Bisogna spiegare fin dall’infanzia che il rispetto reciproco tra uomini e donne è il fondamento di una comunità giusta e florida”.

    Lo afferma il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

    Sbarra (Cisl), un grande alleanza per sconfiggere la violenza

    © Maria Laura Antonelli / Agf 

    Luigi Sbarra 

    “Il fenomeno è molto più diffuso – prosegue Sbarra – di quanto non si pensi. Quotidianamente, dentro e fuori i luoghi di lavoro, si registrano molestie, ricatti, femminicidi, forme di abuso ed intimidazione. In Italia ogni due giorni una donna viene uccisa dal proprio marito, fidanzato o convivente. Occorre fare molto di più per far rispettare i diritti delle donne in tutti i contesti: sociali, lavorativi e familiari. Oltre alla repressione e a condanne esemplari, bisogna puntare su un’inclusione vera, che permetta ad ogni donna di disporre liberamente della propria vita”. 

    Per il segretario della Cisl: “Il lavoro è la prima forma di emancipazione, riscatto e partecipazione, a patto che sia dignitoso, stabile, ben retribuito e contrattualizzato, che non coincida con le discriminazioni, con il precariato, con il divario salariale. Anche per questo servono adeguati strumenti di protezione e di assistenza per un concreto reinserimento socio-lavorativo di chi è stata vittima di soprusi”. 

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