Bufera sulla relazione del Mit sulla Gronda. Toninelli: “Si farà”

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GIUSEPPE CICCIA / NURPHOTO

Danilo Toninelli

“La Gronda si farà”. Il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, non sembra avere dubbi, nonostante l’analisi costi-benefici prodotta dal suo dicastero sembri indicare una direzione contraria.

Ma il documento prodotto dai tecnici del ministero di Porta Pia, che sottolinea l’opportunità di perseguire opzioni “più efficienti in termini trasportistici, ambientali e finanziari” per il nodo stradale genovese, è occasione per riaccendere anche la polemica con Autostrade per l’Italia secondo cui l’analisi è caratterizzata da “errori macroscopici, soluzioni tecniche irrealizzabili, valutazioni dei dati del tutto arbitrarie” e tenerla in considerazione “avrebbe come unico effetto quello di ritardare ulteriormente la realizzazione dell’opera”.

“Qualunque tipo di modifica del progetto”, afferma Aspi, “farebbe ripartire da zero l’iter progettuale e autorizzativo” causando “un ritardo di 6-10 anni nella realizzazione dell’opera, determinando il rischio di affossarla definitivamente”.

Toninelli risponde direttamente alle critiche politiche, in particolare a quelle provenienti dagli ex alleati di governo: “La Gronda si farà e grazie al lavoro istruttorio del Mit sarà realizzata nei termini in cui è davvero utile a Genova e a tutti i cittadini italiani. La Lega taccia e badi a recriminare contro se stessa, perché mandando all’aria il Governo del cambiamento, ha fatto harakiri e si è messa da sola fuori dai giochi. Ora sarà il M5s a condurre avanti da solo le tante riforme e gli interventi che servono a beneficio di tutto il Paese”.

Poi, nel pomeriggio, fonti del Mit vanno all’attacco dell’Aspi, sostenendo che le dichiarazioni “sono venate di toni inaccettabili da parte di chi dovrebbe innanzitutto ricordare quali sono i rispettivi ruoli”. E inoltre affermando che “l’obiezione di Aspi circa la non considerazione della liberalizzazione del tratto urbano della A10 è falsa, dato che di tale liberalizzazione si è tenuto conto nello studio”.

Infine la stoccata finale: “Aspi dimentica, o vuole comprensibilmente trascurare, il fatto che una delle componenti fondamentali dello scenario nel quale ha sviluppato le sue valutazioni, il ponte Morandi per come era, non c’è più. Basterebbe questo a rendere indispensabile la revisione del suo progetto”.

Ma la polemica si allarga al fronte politico: prima tuona Edoardo Rixi poi Giovanni Toti e Marco Bucci: “La Gronda – afferma il responsabile infrastrutture della Lega – è un’opera indispensabile non solo per Genova e la Liguria, ma per il Paese. Non accettiamo che ci siano più manipolazioni finalizzate a procrastinare l’avvio dei lavori”.

Per il presidente della Regione Liguria e il sindaco di Genova, bocciare il progetto sarebbe un “danno gigantesco” per la città e per la Liguria tutta e il cantiere attuale è “in assoluto l’ipotesi più economica”. Anche Confindustria difende l’opera, ritenendo il tentativo di compromettere il progetto “illogico e irresponsabile”. Dal meeteng di Rimini Toti rincara nel pomeriggio la dose: “La Gronda è stata bocciata con una relazione patacca in ‘zona Cesarini’ da un Toninelli in uscita”. (AGI)Ing

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