Il biologo Vescovi : “Tutti i vaccini proteggono contro la malattia grave”

AGI – “I vaccini già approvati sono tutti efficaci quasi al 100% per quella che è la loro funzione principale: proteggerci dallo sviluppo di una forma grave e letale della malattia Covid-19. L’idea è quella di avere al massimo un brutto raffreddore”. Così all’AGI Angelo Vescovi, biologo cellulare e direttore scientifico della Casa Sollievo della Sofferenza. “Se teniamo presente questo obiettivo, è infondata la preferenza di un vaccino rispetto a un altro. Al netto di particolari esigenze o categorie di persone”.

Vescovi commenta così lo scetticismo da parte di alcuni nei confronti del vaccino AstraZeneca. Per il biologo è fuorviante prestare troppa attenzione all’efficacia totale, per una ragione fondamentale: “Il vaccino Johnson&Johnson è stato testato negli Usa quando la pandemia era al picco. Così come è accaduto ad AstraZeneca. Moderna e Pfizer invece sono stati sperimentati quando l’epidemia era al minimo. La differenza è importante perché quando i contagi sono alle stelle l’efficacia appare minore”. Vescovi non ha dubbi: “Se tutti i sieri fossero stati testati al picco avrebbero raggiunto tutti un’efficacia del 70%”. Poi precisa: “Ma questo poco importa, perché lo scopo più importante è quello di evitare le forme gravi della malattia e su questo la protezione offerta è quasi totale”.

Il biologo insiste: “E’ questo il messaggio più importante che deve passare. Altrimenti rischiamo di produrre sfiducia nella popolazione”. Per questo motivo, spiega Vescovi, “fermare il vaccino AstraZeneca è stato da irresponsabili. E’ fondamentale per noi tutti non avere alcuna posizione ideologica o professionale o personale nei confronti di quelle che possono essere le armi per combattere l’epidemia”.

La differenza, sostiene Vescovi, è solo nella tecnologia. “Il vaccino AstraZeneca utilizza l’adenovirus degli scimpanzè, o meglio una versione indebolita di questo virus, ‘svuotato’ e ‘riempito’ di materiale genetico della proteina Spike, che è la chiave che il Covid usa per entrare nelle cellula”. A quel punto, continua il biologo, “il sistema immunitario si attiva contro la proteina Spike e produce gli anticorpi che permettono, in caso di contagio, di contrarre una forma sfumata della malattia”. “Questa stessa tecnologia è alla base anche del vaccino Johnson&Johnson”. Diversi invece i vaccini a mRNA Moderna e Pfizer/BioNTech, “che ‘traghettano’ il gene della proteina Spike in una pallina di grasso”.

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