Il caso doping della 15enne russa che scuote i giochi di Pechino

AGI – Il doping irrompe ai Giochi olimpici invernali di Pechino 2022 e al centro della bufera è ancora una volta lo sport russo. Il talento del pattinaggio di figura, Kamila Valieva, 15 anni, originaria di Kazan nella Repubblica del Tatarstan, è positiva al doping.

Un doping diverso da quelli più noti – steroidi anabolizzanti o diuretici – ma della categoria ‘S4’, ovvero che va ad intervenire sul suo sistema ormonale e metabolico. Come apprende l’AGI da fonti del pattinaggio internazionale, si tratta di un doping assunto molto probabilmente ad insaputa dell’atleta anche perchè Kamila non è solo minorenne ma addirittura sotto i sedici anni e quindi nemmeno imputabile in caso di positività.

La sostanza trovata è la ‘trimetazidina’ che si trova al punto 4.4 del sotto-elenco della categoria (al 4.3 c’è il meldonium, già utilizzato nello sport russo). Prima di entrare nel merito del caso di Kamila Valieva, la prima pattinatrice della storia ad eseguire un salto quadruplo alle Olimpiadi (nel programma lungo del team event a Pechino 2022), bisogna ritornare indietro di alcuni anni quando dalla scuola ‘Sambo-70’ di Mosca diretta dalla coppia di allenatori Sergej Dudakov ed Eteri Tutberidze con una certa rapidità venivano ‘sfornate’ baby pattinatrici sempre più competitive, sempre più capaci di salti difficili ed eseguiti in maniera perfetta.

Pattinatrici che hanno scritto belle pagine di storia di questo sport che in Italia è stato reso famoso prima dalla coppia di danza Barbara Fusar Poli-Maurizio Margaglio e poi da Carolina Kostner. Yulia Lipnitskaya, Evgenia Medvedeva ed Alina Zagitova, solo per citare le stelle, hanno concluso la carriera molto presto chi per motivi di natura psicologica chi, affermando di non essersi più ripresa dalla frattura ad un piede, non hanno più proseguito.

A Pechino oltre alla Valieva il Comitato russo nella gara femminile sarà rappresentato da Anna Shcherbakova ed Alexandra Trusova, anch’esse allenate dalla Tutberidze. Ora il caso di Kamilia Valieva non rallenta solo la procedura di ufficializzare la classifica finale del team event ma rischia complicare la via verso la redenzione della Russia all’interno dello sport mondiale. La Russia intesa come Nazione è squalificata per motivi di doping dal Comitato Olimpico Internazionale fino al 16 dicembre del 2022.

Valieva è risultata positiva ad un controllo antidoping la sera del 25 dicembre a San Pietroburgo dopo aver vinto il titolo nazionale russo. Il giorno 8 febbraio il laboratorio accreditato Wada (agenzia mondiale antidoping) di Stoccolma in Svezia ha riferito che il campione aveva restituito un riscontro analitico avverso per la sostanza proibita non specificata trimetazidina che rientra nella categoria dei modulatori ormonali e metabolici, quindi proibita dal Codice mondiale antidoping.

A seguito della positività la Rusada (agenzia antidoping russa) ha sospeso la pattinatrice con effetto immediato e provvisorio. In data 9 febbraio la commissione disciplinare antidoping della Rusada ha, però, deciso di revocare la sospensione. Ora la scottante questione passa alla sezione distaccata in sede olimpica del Tribunale Arbitrale dello Sport (Cas/Tas) al quale il Comitato Olimpico Internazionale (Cio) ha deciso di fare appello dopo la revoca della sospensione da parte della Rusada.

La decisione è attesa entro il 15 febbraio – ma a quanto pare arriverà prima – giorno nel quale Kamila dovrebbe scendere in pista nel programma corto dei Giochi olimpici. A condurre l’appello dinnanzi al Cas/Tas per conto del Cio sarà l’International Testing Agency (Ita). “In base al Codice mondiale antidoping, l’Agenzia mondiale antidoping (Wada), l’Unione internazionale di pattinaggio (Isu), la Rusada ed il Cio hanno il diritto di impugnare la decisione di revoca della sospensione provvisoria dinanzi alla Corte Arbitrale dello Sport (Tas/Cas)“, scrive in una nota l’International Testing Agency.

Poi aggiunge: “il Cio eserciterà il diritto di ricorso e di non attendere la decisione motivata di Rusada, perchè una decisione è necessaria prima della prossima competizione a cui l’atleta dovrebbe partecipare”. L’Ita spiega che “il procedimento sul merito dell’apparente violazione del regolamento antidoping, compreso il diritto dell’atleta di richiedere l’analisi del campione B, sarà portato avanti da Rusada a tempo debito” 

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