Il Covid visto da donne che non hanno potuto (né voluto) tirarsi indietro

AGI  Il racconto di battaglie dentro una crisi internazionale, di coraggio, forza e determinazione, che diventa anche un modo per specchiarsi e riconoscersi tra donne. ‘Un giorno all’improvviso’, volume di interviste realizzato da Giulia giornaliste Sardegna con il prezioso contributo fotografico di Daniela Zedda, traccia un percorso nei nodi e nei momenti topici della pandemia sull’isola. Un percorso che passa attraverso i contributi di 16 protagoniste della lotta al Covid, 16 donne in prima linea, intervistate e ascoltate da altrettante giornaliste, categoria, anche questa, sul fronte in questi due anni di lotta al coronavirus.

Giornaliste che oltre a dare voce al loro modo di affrontare la professione, hanno deciso di dare molta più voce alle donne ancora non adeguatamente rappresentate nei media per le loro competenze, per le loro professionalità, per il ruolo che ogni giorno ricoprono nel migliorare la vita di tutti. E così Giovanna Piras, dirigente e biologa dell’Asl di Nuoro, racconta a Simonetta Selloni come si è trovata a marzo 2020 davanti a bivio: “Io e con me la mia collega ci siamo chieste ‘Andiamo a casa e ci rinchiudiamo, o ci mettiamo in gioco?‘”. E da questa volontà di continuare a fare ricerca, continuare a fare quello che sai fare meglio, potendo contare su uno sforzo straordinario di tutti, compreso quello degli impiegati, arriva uno studio molto importante pubblicato da una rivista internazionale sulla mutazioni inedite del Covid 19.

Partorire col Covid

Ma anche la ginecologa Valeria Caredda, responsabile del Centro donna di Cagliari, intervistata da Sandra Pani, che rammenta come il Covid 19 “ci ha dato una bella mazzata in testa. Non solo per il blocco delle attività con tutti i ritardi che ha comportato, ma soprattutto con la scelta di trasformare un presidio sanitario di servizio in un ospedale Covid con il conseguente trasferimento del Centro donna”. Ed è lucida nel rievocare la paura, per tutto quello che non fosse urgenza e la necessità di ricreare liste d’attesa per un servizio che è strategico per le donne, soprattutto sul fronte della prevenzione e della riduzione del rischio tumorale.

Cè’ anche lo strazio di Caterina Tronci, responsabile delle sale parto di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, intervistata da Roberta Secci, per il caso di Simona Manca, stroncata da una polmonite interstiziale, la prima paziente incinta morta di Covid in Italia. “Quello che è accaduto è stato per noi una cosa inaccettabile – dice – era una donna sana, senza patologie, i cui polmoni sono stati distrutti dal virus nonostante gli sforzi per salvarla”.

Libri Un giorno all'improvviso Covid attraverso occhi donne

© Giulia Giornaliste Sardegna

La dedica del libro ‘Un giorno all’improvviso’

Il coronavirus ha cambiato molto la vita delle partorienti, ma anche quella di chi le cura. “Siamo riusciti a superare l’affaticamento anche con l’affiatamento che c’era fra noi. Ci aiutavamo a vicenda”, spiega Tronci.

Tutti gli aspetti di una vita che si è fermata per poi mutare vengono considerati nel volume, dal fronte del teatro e quindi dello spettacolo più in generale, con Valeria Ciabattoni, direttrice artistica della Cedac, intervistata da Alessandra Menesini.

Il mondo ai tempi del lockdown

Ma ancora la scuola, con Susi Ronchi che ha ascoltato Anna Maria Maullu, presidente emerita dell’Associazione nazionale dirigenti scolastici; il turismo, con la direttrice di un hotel a Olbia, Maria Antonietta Sirca, sentita da Caterina De Roberto; e pure l’incubo della violenza domestica incremenata dalla clausura forzata, sottolineato dall’avvocata Valeria Aresti, intervistata da Daniela Pinna; la necessità di superare l’isolamento che porta Francesca Arcadu, intervistata da Vannalisa Manca a creare un una rete sociale via Facebook, ‘La stanza delle donne’; l’impegno di una sindaca come Carla Medau, prima cittadina a Pula (Cagliari), sentita da Roberta Celot; l’universitaà alle prese con la dad e con difficoltà dell’essere insieme che emerge dalla conversazione di Alessandra Addari con Sara Piu, consigliera d’amministrazione dell’ateneo di Cagliari; ma anche la resistenza dei piccoli musei che emerge dall’intervista di Simona Scioni a Giulia Balzano.

Dialoghi tra donne che hanno, in qualche modo, costretto chi intervistava a proiettare una parte del suo vissuto personale in quel periodo nel volume, aprendo un’ulteriore finestra sul mondo ai tempi del lockdown.

“La pandemia mi ha colpito nel mezzo di un lutto, ma eè stata un invito a ricordare le innumerevoli cose di cui sono grata”, scrive Secci. “Il Covid ha cambiato le nostre esistenze non sempre in peggio – sottolinea Valentina Guido – non è esagerato dire che per me ha dato inizio a una nuova vita”.

“Ci ha messo a dura prova – ricorda Maria Grazia Marilotti – ha scardinato tante certezze, costringendoci a ridare valore alle relazioni, a misurarci con i nostri limiti e a riscoprire il gusto della liberta’”. 

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