La campagna elettorale fatta con i videogame 

videogame campagna elettorale 

La relazione tra politici e videogiochi è sempre stata piuttosto difficile. Attaccati per la loro violenza, criticati per la dipendenza che possono provocare sui più giovani, contestati per i loro contenuti, i videogame raramente vengono riconosciuti dagli esponenti della classe dirigente come il media complesso che rappresentano o come un prodotto culturale con la sua dignità. È anche per questo che scoprire come alcuni candidati alle prossime elezioni stiano usando proprio dei videogiochi per promuoversi risulta una novità non da poco.

Il primo esempio arriva proprio dall’Italia e dalla città di Bari. Qui il sindaco uscente Antonio Decaro cerca la riconferma il prossimo 26 maggio e, tra le diverse iniziative che ha lanciato per promuovere la sua candidatura, c’è anche la pubblicazione di un videogioco dal titolo “Missione Bari”. Il titolo è scaricabile gratuitamente sugli smartphone iOS e Android e si può anche giocare da pc online collegandosi al sito di Decaro.

Il giocatore-elettore si ritrova a impersonare il primo cittadino pugliese, intento a combattere varie forme di degrado nella città di Bari riprodotta in tre dimensioni. Aiutare i vigili a rimuovere le auto parcheggiate male sul lungomare, cancellare i graffiti lasciati dai teppisti, buttare i sacchi della spazzatura abbandonati: sono alcune delle “missioni” che il sindaco digitale si trova a dover affrontare in questa avventura. Progettato e sviluppato da Cube Comunicazione e Proforma, il gioco promuove i temi su cui Decaro sta puntando per la rielezione in maniera originale e con una buona dose di autoironia, anche grazie al doppiaggio in barese realizzato da due attori locali, Tiziana Schiavarelli e Dante Marmone, che rende il gioco godibile e meritevole di un’occhiata anche da parte di chi non è coinvolto nelle elezioni della città.

Dalla Puglia si passa a Parigi, dove la ex ministra e candidata alle europee per il partito del presidente della Repubblica Emmanuel Macron Nathalie Loiseau ha lanciato un videogioco che, già dal titolo, confessa di ispirarsi al celebre Super Mario Bros: “Super Jam Bros”, in cui “Jam” è l’acronimo della sezione giovanile del partito macroniano (Jeunes avec Macron). Il titolo può essere giocato gratuitamente online e mette il giocatore nei panni di una versione digitalizzata della Loiseau, riprodotta in pixel come ogni gioco dell’era degli 8 e 16 bit.

La politica transalpina, immersa in un platform a scorrimento in due dimensioni con varie ambientazioni francesi, deve raccogliere le stelle della bandiera dell’Unione e affrontare quelli che, almeno nella comunicazione del suo partito, sarebbero i nemici dell’Europa: le rivisitazioni mostruose di politici come Le Pen e Melanchon. Proprio il partito di quest’ultimo lo scorso anno era stato protagonista di una iniziativa simile con il lancio del gioco “Fiscal Kombat”, un picchiaduro a scorrimento orizzontale in stile Final Fight in cui l’esponente di sinistra radicale prendeva a sberle diversi politici, industriali e banchieri e li costringeva a restituire i soldi che avevano portato all’estero.

Gli esempi citati riguardano le ultime campagne elettorali, ma anche negli scorsi anni si sono visti esperimenti interessanti nell’intersezione tra politica e videogiochi, prodotti però da sviluppatori indipendenti e non dai candidati. Nel 2013 lo studio italiano Santa Ragione ha realizzato un “gestionale” di campagna elettorale dal nome “Final Candidation” ancora oggi utilizzabile online in cui il giocatore può impersonare uno dei candidati alle politiche di quell’anno che cerca, attraverso dichiarazioni e alleanze con gli altri partiti, di vincere le elezioni. Impossibile poi citare i tantissimi giochi a tema satirico o con scopo di denuncia che affollano il panorama underground: dalle produzioni di Molleindustria fino al folle “Call of Salvenee” che permette di impersonare un politico (oltre all’attuale ministro dell’Interno citato nel titolo, anche Beppe Grillo e Matteo Renzi) a caccia di like su Facebook.

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