La Curva Sud della Roma ricorda Antonio De Falchi

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Federico Proietti Sync / AGF 

La Curva Sud

“Questo affetto, a parte il dolore, è una gioia: è come se Antonio fosse sempre presente”. Ha la voce rotta dall’emozione Anna De Falchi, sorella più grande di Antonio, ucciso il 4 giugno 1989 fuori dai cancelli di San Siro prima di un Milan-Roma.

Domenica 3 febbraio, proprio in occasione della gara tra giallorossi e rossoneri, De Falchi verrà ricordato dalla Curva Sud.

Chi era Antonio De Falchi

Non aveva ancora diciannove anni, Antonio: di fronte allo stadio Meazza, insieme ad altri tre amici, venne avvicinato da un ragazzo che, intuito fosse romano dopo avergli fatto un paio di domande, con un cenno chiamò una trentina di persone nascoste dietro una struttura di cemento dei lavori in vista di Italia ’90. Furono pochi secondi: Antonio venne raggiunto, preso a calci e pugni da diverse persone. Riuscì a rialzarsi ma spirò poco dopo. L’autopsia parlò solo di arresto cardiaco: dei quattro imputati, tre se la cavarono per insufficienza di prove e uno, Luca Bonalda, venne condannato a 7 anni per omicidio preterintenzionale con la concessione della libertà vigilata.

Proprio Bonalda tornò agli “onori” delle cronache un paio d’anni fa, per aver sparato a un collega a un ginocchio per un debito di droga. “Se penso alla Giustizia – prosegue Anna De Falchi – provo rancore e rabbia: Antonio non ne ha avuta. Alla fine non ha pagato nessuno: solo lui e noi”.

Un affetto mai spento

Non può ridare De Falchi ai propri cari, ma l’affetto dei tifosi romanisti verso questo ragazzo non si è mai spento: ricordato nei cori, nelle scenografie, nei tornei di calcetto, la sua effige campeggia su una grande bandiera sventolata in curva. Trent’anni dopo quel 4 giugno la Sud ha deciso di omaggiarlo: “In occasione di Roma-Milan – è scritto su un volantino diffuso – i ragazzi della Sud ricorderanno Antonio De Falchi nel trentesimo anniversario della sua scomparsa. Vi invitiamo a portare la sciarpa che tesa durante l’inno andrà ad abbracciare idealmente Antonio”.

Allo stadio, ci saranno anche Anna con due suoi nipoti: “Sono stata invitata – conclude – dai ragazzi della curva. Spero sia una serata particolare, senza razzismo e violenza: il calcio deve essere gioia e divertimento. Io ancora oggi parlo con Antonio: per me è qui E va in Curva”. 

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