L’impegno e gli investimenti di Eni per le foreste in Africa

eni descalzi forestry africa

A margine della cerimonia degli Eni Award al Quirinale, l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha parlato degli investimenti e dei progetti dell’azienda: “Abbiamo investito un miliardo in ricerca pura e 3 miliardi per l’applicazione di questa ricerca, per un totale di 4 miliardi nel quadriennio”.  

Un punto di partenza per raccontare la “nuova Eni che sta nascendo”, che va “dalla economia circolare, all’impegno nella mission degli Sgd (Sustainable development goals, ndr.) fino alla parte di forestry che è fondamentale”.

Descalzi ha ricordato il suo recente viaggio in Africa. “Sono stato nella Repubblica Democratica del Congo, in Mozambico e in Angola e sorprendendo gli interlocutori abbiamo parlato di oil&gas solo marginalmente”. Al centro delle discussioni ci sono state “il grandissimo patrimonio forestale che hanno quei paesi, i loro obiettivi di riduzione” delle emissioni di CO2 e di conseguenza della possibilità per noi di essere developers su milioni di ettari di foresta primaria”.

Il manager ha anche ricordato che “il Mozambico ha un obiettivo di riduzione di 35 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, ha 30-32 milioni di ettari dove noi potremo cominciare a lavorare. È uno sviluppo ancora nuovo perché la conservazione della foresta ha ritorno sulla popolazione. Ogni milione di ettari produce circa 20-25.000 posti di lavoro”.

“Noi facciamo contratti a lungo termine sulle foreste che sviluppiamo per avere crediti di CO2 e poi un 50% lo ridiamo alle popolazioni per conservare le foreste stesse, la biodiversità, per pagare i salari delle persone e per sviluppare nuove attività come agricoltura, acqua e rinnovabili. È un ciclo completamente pulito – ha spiegato Descalzi – che lavora per conservare la foresta ma che produce anche un flusso di crediti di CO2. Si tratta di una nuova economia dove noi stiamo correndo tantissimo per essere capaci, facendo bene alla natura, creando posti di lavoro in connessione con Onu e con tutte le fonti certificatrici. Seguiamo tutti gli standard per essere certificati e trasparenti”.

L’ad di Eni ha spiegato come sta cambiando l’azienda: “Stanno nascendo nuove forme di attività fino a poco tempo fa impensabili che ci propongono come attori diversificati. È chiaro che la nostra base è la conoscenza decennale di questi paesi. Tutte le tecnologie nascono dalle competenze che abbiamo sviluppato nell’ambito della chimica, della geologia e della raffinazione. C’è una trasformazione professionale che sta coinvolgendo la società ma ci permette allo stesso tempo di coinvolgere i nostri interlocutori all’estero. È un progetto meraviglioso che ci sta esaltando e che sta portando molto entusiasmo all’interno di Eni”.

Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

Post simili: