L’infermiera amica di Marco Carta arrestata a Milano non sarebbe un’infermiera

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Maria Laura Antonelli / AGF

Marco Carta

Non risulta iscritta all’Albo professionale degli infermieri di Cagliari la donna arrestata la scorsa settimana assieme al cantante sardo Marco Carta dopo un furto di 6 magliette da 1.200 euro alla Rinascente a Milano. Lo precisa l’Ordine provinciale degli infermieri, deciso a approfondire la questione. Questo pomeriggio Fabiana Muscas, 53 anni, l’amica processata per direttissima sabato scorso con Carta, era stata indicata su diversi siti on line come infermiera del reparto di Cardiologia dell’ospedale Brotzu di Cagliari: quel nome, in effetti, compare in una delibera pubblica del 22 maggio scorso, firmata dal direttore generale facente funzioni dell’Ao Brotzu, con cui si approva l’elenco dei candidati da inserire nell’albo aziendale dei tutor clinici. L’arresto di Carta non è stato convalidato dal giudice della direttissima, ma il cantante, che si è dichiarato innocente, e l’amica restano indagati e saranno processati il 20 settembre prossimo.

“La notizia apparsa sugli organi di stampa di un presunto furto perpetrato da una infermiera cagliaritana in concorso con un noto cantante, impone all’Ordine degli Infermieri di svolgere i doverosi e più opportuni approfondimenti, anche se, a prima vista, non sembra da quanto trapelato che la condotta posta in essere dall’interessata possa in alcun modo essere ricollegata alla sua attività lavorativa”, afferma Pierpaolo Pateri, presidente dell’Ordine degli Infermieri e delle Professioni Infermieristiche di Cagliari, secondo il quale, però, da un primo controllo, sembra che la persona in questione non risulti iscritta all’Albo degli Infermieri della provincia di Cagliari.

“Se tale dato venisse confermato, costei eserciterebbe la professione infermieristica senza il requisito dell’iscrizione all’Albo e quindi al di fuori delle norme vigenti in materia” spiega Pateri. “Questo Ordine provvederà a svolgere gli approfondimenti dovuti e, qualora le notizie fornite dovessero trovare conferma, a porre in essere ogni più opportuna iniziativa nelle competenti sedi, seguendo la strada che lo stesso ministro della Salute Giulia Grillo ha indicato (“Pugno duro contro l’abusivismo professionale”, sono state le sue recenti parole), sia nei confronti dell’infermiera, sia di chi ha permesso che una persona non in regola con la legge esercitasse e svolgesse ruoli perfino di tutor e di coordinamento”.

L’Ordine – aggiunge il presidente – “non può accettare che sia gettato discredito su una professione di cui fanno parte oltre 450 mila professionisti che quotidianamente assistono le persone che si affidano ai servizi sanitari e che nel farlo tengono alto il nome degli infermieri”. 

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