Mix sport-politica, così Torino ha ottenuto le Atp Finals

AGI – Sono figlie delle Olimpiadi mancate e di un mix di ragioni politico-sportive le ATP Finals che, dopo undici tappe londinesi, per la prima volta andranno in scena a Torino, dal 14 al 21 novembre.

Per la precisione nascono da due edizioni dei Giochi sfumate: una sfuggita alla capitale, l’altra, assegnata a Milano-Cortina, che aveva lasciato a bocca asciutta proprio Torino.

Per comprenderlo occorre riavvolgere il nastro e tornare al 2019, quando ancora la pandemia non aveva sconvolto il mondo.

E ancora prima al 2016, quando l’esito delle elezioni amministrative aveva consegnato due città di fondamentale importanza anche per gli equilibri nazionali, Roma e Torino, a due sindache del Movimento 5 Stelle: Virginia Raggi nella capitale e Chiara Appendino nel capoluogo piemontese.  

Sono i giorni in cui in ballo c’è un’opportunità storica: quella di riportare i Giochi Olimpici estivi a Roma nel 2024, sessantaquattro anni dopo l’edizione del 1960, quella che cambiò il volto della Città Eterna e la percezione che di essa si aveva nel mondo.

Il Presidente del Coni, Giovanni Malagò, è nel pieno delle sforzo per conquistare l’assegnazione. Ufficiosamente ha avuto da Richard Bach, presidente del Cio, un sentiment molto positivo sull’eventuale buon esito della candidatura.

Ma il Movimento di Grillo la pensa diversamente. Già in campagna elettorale i segnali erano stati chiarissimi: Roma non si può permettere l’Olimpiade. I tempi stringono. Malagò non viene ricevuto dalla Raggi. La candidatura salta, Roma non avrà i Giochi.

Secondo quadro: l’attenzione si sposta sui Giochi invernali del 2026. Si mette in moto un movimento teso a riportare i Giochi in Italia dopo Torino 2006. Prende corpo la candidatura congiunta e multisede Milano-Cortina.

Ma Torino e la sua sindaca scalpitano: in Piemonte ci sono strutture che per quelle competizioni sono state create (il Pala Alpitour, il palazzetto del ghiaccio di Pinerolo, l’Oval Lingotto, unica struttura al chiuso del sud Europa attrezzata per ospitare il pattinaggio su pista lunga) e che potrebbero essere utilizzate causando grande risparmio.

Torino avrebbe così un evento degno far riprendere il flusso di illuminazione mediatica e di turismo che proprio nel 2006 era felicemente iniziato. Ma le cose prendono una piega strana. La sindaca mal si relaziona (e poco viene accettata) da Beppe Sala, sindaco di Milano e da Luca Zaia, governatore del Veneto. Non accetta per Torino un ruolo di subalternità nei confronti di Milano e Cortina, si arriva al tutto-o-niente e a Torino, per l’appunto, resta solo il niente.

Neppure il tentativo in extremis del nuovo sindaco del capoluogo piemotese, Stefano Lo Russo, e del governatore Alberto Cirio di rientrare in partita con l’Oval per il pattinaggio e altri impianti è andato a buon fine. 

 L’opportunità del tennis per Torino si presenta nei primi mesi del 2019, quando Atp diffonde il bando per la candidatura riguardante il quinquennio 2021-2025, delle Finals di fine stagione, il ricchissimo torneo che laurea il “Maestro” tennistico dell’anno.

Per Torino e la governance a cinque stelle lo smacco olimpico è ancora caldo. Sottotraccia e nel giro di poche ore fra Palazzo H, sede del Coni, il Palazzo di Città torinese, la villa genovese di Beppe Grillo e Palazzo Chigi dove Giancarlo Giorgetti occupava la poltrona di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (in Italia era in sella il governo giallo-verde, 5 Stelle più Lega) nasce l’idea di rispondere al bando e provare a sanare la situazione di Torino, dove l’amministrazione Appendino, dopo il flop olimpico, registra consensi in caduta libera. Tutto deve essere fatto in fretta. E bene.  

Torino ha tutto per vincere: l’impianto (il Pala Alpitour ha una capienza di 12.500 posti che risponde alla richiesta principale di Atp), una città già strutturata per i grandi eventi, la possibilità di avviare un’operazione mediatica che coinvolga tutta la città e ne rilanci l’immagine. 

Ma soprattutto emerge quasi da subito l’appoggio incondizionato dei giocatori. I quali, a fine stagione, vedono come il fumo degli occhi l’idea di lasciare l’Europa (l’ultimo Master 1000 si gioca a inizio novembre a Parigi-Bercy) per sottoporsi ad un nuovo spostamento transoceanico verso Singapore o Tokyo, le altre città che hanno avanzato ricche candidature.

Atp e il main sponsor nipponico Nitto ritengono che l’evento avrebbe bisogno di una rinfrescata: non sono sfuggiti ai più le larghe zone non occupate dal pubblico nelle ultime due edizioni disputate alla O2 Arena di Londra. 

L’idea di traslocare da Londra a Torino appare perfetta. Atp ha con l’Italia un rapporto preferenziale. Il successo delle Next Gen Finals a Milano, torneo di nuova concezione voluto dall’ex numero 1 Atp, l’australiano Chris Kermode, non è passato inosservato.

Ma il cammino per ottenere l’evento è irto di difficoltà soprattutto finanziarie. E’ necessario uno sforzo sistemico (la sola Federazione italiana tennis non potrebbe reggere lo sforzo) per dotare la candidatura di tutti i requisiti e le garanzia che Atp richiede. Ed è Giorgetti a fare in modo che l’esecutivo metta sul piatto 78 milioni di euro necessari. L’Istituto per il Credito sportivo emette le fidejussioni necessarie.

Ad aprile  2019 Atp ufficializza il suo verdetto: le Finals si giocheranno a Torino. E le Olimpiadi mancate scivolano (in parte) nell’oblio.

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