“O si possono fare le cose o la parola torna al popolo”. L’intervento di Salvini a Sabaudia

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AGF

Matteo Salvini

“È stato un anno bellissimo”. Queste sono state le prime parole del vicepremier Matteo Salvini, salito sul palco di Sabaudia sulle note di “Nessun dorma’, come da tradizione nei comizi alle feste della Lega. Il ministro dell’Interno ha ribadito come, per prima cosa, si sarebbe rivolto alle tante persone accorse ad ascoltarlo sul litorale laziale: “Con i giornalisti parlerò dopo”.

Durante il comizio vengono elencate le riforme portate a casa dal governo giallo-verde durante gli ultimi dodici mesi, con un ringraziamento per il suo popolo: “Quello che stiamo facendo lo facciamo grazie a voi”. Con il desiderio di allargare il voto anche ai sedicenni: “Sono più maturi di quanto lo ero io”. Il leader del partito di via Bellerio detta ancora l’agenda dei prossimi mesi: dalla riforma della giustizia a quella della scuola; dalla cancellazione del codice degli appalti alla detassazione per le famiglie con figli. Con un riferimento alla squadra di governo: “I sette ministri della Lega sono a disposizione degli italiani”. Ma secondo Salvini devono poter fare le cose. “Vogliamo fare manovra economica ambiziosa e importante, recuperando anche quello che non abbiamo fatto quest’anno come le misure per i 4 milioni di disabili”. 

C’è spazio anche per un commento sul rapporto con il leader del Movimento 5 Stelle e il presidente del Consiglio, senza riferimenti diretti al caso Tav: “Non mi uscirà mai una parola negativa nei confronti di Luigi Di Maio o di Giuseppe Conte. Quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto lavorando insieme”. Anche se, come ricorda lo stesso ministro, nell’ultimo mese qualcosa si è bloccato. “Non mi interessano rimpastini o rimpastoni. Finché si potevano fare le cose sono andato avanti come un treno. In caso contrario meglio fare come nel matrimonio quando non si va più d’accordo. Fare una scelta che due persone adulte devono fare”. Nessuna parola invece per Toninelli e gli altri ministri pentastellati la cui sostituzione era stata chiacchierata e paventata alla vigilia dell’incontro. 

Poi l’annuncio su cosa accadrà nelle prossime ore: “Non sono fatto per le mezze misure” – dice Salvini – “O le cose si possono fare per intero, in fretta e in maniera efficace e veloce o rimanere lì per scaldare la poltrona non fa per me”. Per il leader leghista per affrontare le sfide importanti del futuro bisogna essere uniti e compatti: ” Non vi nascondo che sono diverse notti che dormo poco e male. E non per il caldo ma perché sento la responsabilità delle scelte per il Paese”. 

Ad un certo punto, sulla piazza della cittadina romana, risuonano le campane. È l’occasione per ritornare sulle critiche religiose delle scorse settimane: “Non si può neanche dire che credo alla Vergine Maria perché qualcuno si offende. Ma se credo, potrò credere liberamente”. Discorso simile anche per i rom e la parola “zingaraccia”, pronunciata qualche giorno fa durante un altro comizio.

“Non ho nostalgia per i governi del passato ma guardo al futuro”. Con un altro messaggio d’affetto per il suo popolo: “Stateci vicini perché abbiamo bisogno di voi. Se ci siete, contate pure su di me”. 

Infine il promemoria per le prossime tappe del tour: “Domani sera sarò a Pescara, se non succedono robe strane nel frattempo. E dopo la Sicilia saremo a Roma magari per fare qualche chiacchierata, ci siamo capiti…”, ha detto infine Salvini. “Nelle prossime ore si chiariranno varie situazioni. La nostra sorte è nelle mani del popolo italiano, sarete voi a decidere”. 

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