Portare le proprie finanze al di là del confine italiano

Soprattutto quando in questo nuovo conto corrente aperto all’estero ci finiranno i nostri risparmi, è normale avere dubbi e timori. Ma l’estero solitamente per l’italiano è sinonimo di una stabilità finanziaria maggiore e, soprattutto, di minor peso fiscale, quindi meno tasse. E per quanto riguarda i risparmi è ovviamente una cosa da tenere in considerazione soprattutto se il tipo di conto che vogliamo aprire è un conto deposito.

E soprattutto in previsione di un trasferimento di fondi a deposito, la speranza è che i rendimenti siano più alti rispetto a quelli italiani. E soprattutto se anche all’estero dovremo fare i conti con la tanto odiata imposta di bollo o a regimi fiscali particolari e pressanti. Vediamo allora questi due aspetti particolari: la tassazione e i rendimenti (https://protax.it/).
La tassazione e gli adempimenti se decidiamo di aprire un conto corrente all’estero.
Il primo obbligo fondamentale è il versamento dell’ivafe ovvero l’imposta sul valore delle attività finanziarie. Si tratta di una tassa che viene calcolata sul valore dei prodotti finanziari che, a partire dal 2014 è al 2×1000.
Ovviamente a fare capo a questa imposta e a spiegarcela è l’Agenzia delle Entrate che cita nella sua guida di riferimento” per i conti correnti e i libretti di risparmio detenuti all’estero l’imposta è stabilita nella misura fissa di 34,20 euro per ciascun conto corrente o libretto di risparmio detenuti all’estero”. Questo significa che l’imposta di bollo c’è e che, anche se trasferiamo i nostri risparmi all’estero, se si supera la giacenza media di 5 mila euro va pagata.
Continua a leggere l’articolo completo sull’argomento di o “aprire un conto corrente all’estero“.
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