Un popolo di santi, poeti e allenatori: dalla Premier League al volley, è Italia-mania     

AGI – Italiani popolo di santi, poeti e allenatori: nel calcio, nella pallavolo e nel basket i nostri tecnici stanno dando da anni lustro a nazionali e squadre di club in giro per il mondo. Preparazione, empatia, inventiva e capacità di adattamento sono i marchi di fabbrica di questo Made in Italy da esportazione per uno sport sempre più globalizzato. Lo scorso weekend, per restare al calcio, il Brighton di Roberto De Zerbi in Inghilterra e il Nizza di Francesco Farioli in Francia hanno dato spettacolo, espugnando due campi prestigiosi come l’Old Trafford e il Parco dei Principi e rifilando rispettivamente un 3-1 al Manchester United e un 3-2 al Paris Saint Germain.

La Ligue 1 ha appena arruolato anche Fabio Grosso sulla panchina dell’Olympique Lione: l’ex tecnico del Frosinone dovrà portare fuori dai bassifondi della classifica questa ex grande del calcio francese. Nel calcio, insomma, la scuola degli allenatori italiani si sta confermando come la migliore. Se Carlo Ancelotti ha fatto incetta di Champions League con il Real Madrid e l’anno prossimo è atteso dalla Nazionale brasiliana, in Inghilterra è ancora forte l’eco delle imprese di Claudio Ranieri e Antonio Conte.

Oltre allo spumeggiante De Zerbi, c’è Enzo Maresca approdato alla guida del retrocesso Leicester City dopo aver fatto apprendistato come vice di Pep Guardiola a Manchester. In Albania c’è Luigi Di Biagio appena approdato alla Dinamo City, in Romania una nobile panchina come quella del Cluji è stata affidata ad Andrea Mandorlini, in Moldavia a guidare l’emergente Sheriff Tiraspol (prossimo avversario della Roma in Europa League) è tornato Roberto Bordin che nel 2017 aveva condotto il club della regione separatista della Transnistria al trionfo in campionato.

Nella Mls statunitense sta diventando un’istituzione Vanni Sartini, 46enne tecnico fiorentino dal 2021 ai Vancouver Whitecaps, i cui discorsi motivazionali sono un ‘cult’ per i tifosi che lo adorano per aver portato la squadra una volta ai playoff e due volte alla conquista della Coppe del Canada, battendo anche il Toronto di Insigne, Bernardeschi e Criscito. Allo Charlotte Fc c’è il piacentino Christian Lattanzio.

A Malta allenano Mauro Camoranesi (Floriana), Luciano Zauri (Hamrun Spartans) e Giovanni Tedesco (Birkirkara) mentre la Nazionale dopo Devis Mangia (finito nei guai per accuse di molestie da cui è stato completamente scagionato) si è affidata a un altro italiano, Michele Marcolini. Le Nazionali sono un’altra storia di successo degli italiani: ha suscitato molte polemiche la scelta di Roberto Mancini di accettare la maxi-offerta per diventare il nuovo ct dell’Arabia Saudita, ma il quadriennale messo sul piatto da Riad dimostra quanta stima ci sia nei confronti del tecnico trionfatore agli Europei del 2021.

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© Nigel Keene / ProSportsImages / DPPI via AFP 

Il Belgio si è affidato a Domenico Tedesco, 38enne italo-tedesco (ex Schalke 04 e Lipsia), quando a dicembre ha dovuto sostituire lo storico ct Roberto Martinez. E poi ci sono Marco Rossi ct dell’Ungheria, Francesco Calzona della Slovacchia, Gianni De Biasi dell’Azerbaigian, Francesco Moriero delle Maldive e Stefano Cusin della cenerentola Sud Sudan.

Ai recenti Europei di pallavolo femminili e maschili si sono sentite molte nazionali ricevere istruzioni a bordo campo in italiano, nuova lingua franca del volley e non solo per le tante stelle che giocano nel nostro campionato. Nel torneo femminile erano italiani otto ct su 24 e addirittura tre su quattro quelli approdati in semifinale: il tecnico delle trionfatrici della Turchia, Daniele Santarelli, quello azzurro Davide Mazzanti, e poi Alessandro Chiappini (Ungheria), Stefano Lavarini (Polonia), Marco Bonitta (Slovenia), Giovanni Guidetti (Serbia), Lorenzo Micelli (Bulgaria) e Alessandro Orefice (Estonia). 

Tra gli uomini, oltre a quella azzura con Fefè De Giorgi, parlavano italiano le panchine della Francia semifinalista (Andrea Giani), Belgio (Emanuele Zanini), Mario Motta (Svizzera), Roberto Piazza (Olanda), Dante Boninfante (Grecia) e Alberto Giuliani (Turchia). Anche il basket ha sfornato grandi allenatori globetrotter: è il caso di Sergio Scariolo, capace di vincere tutto come ct della Spagna (un mondiale, quattro europei e un argento olimpico).

Ettore Messina si è cimentato con alcune tra le più importanti panchine europee, dal Real Madrid al Cska Mosca, con due esperienze in Nba ai Lakers e ai San Antonio Spurs. Agli ultimi mondiali, oltre al ct azzurro Gianmarco Pozzecco, si è messo in mostra Luca Banchi che ha trascinato la Lettonia al quinto posto nell’esordio assoluto della Nazionale baltica in un torneo iridato. 

Andrea Trinchieri, ora al Bayern Monaco, è stato ct della Grecia, ha allenato Kazan e Partizan Belgrado. E l’ex ct azzurro Simone Pianigiani ha allenato il Fenerbahce e ora guida il Cedevita Olimpija di Lubiana. A dimostrazione che in questi sport di squadra il ruolo dell’allenatore vede l’Italia primeggiare ben oltre la forza del suo movimento nazionale.

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