Addio a Gianni Minà, aveva 84 anni

AGI – È morto all’età di 84 anni Gianni Minà. Lo si apprende dal suo profilo social. “Gianni Miná ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca. Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari. Un ringraziamento speciale – si legge ancora nel post –  va al Professor Fioranelli e allo staff della clinica Villa del Rosario che ci hanno dato la libertà di dirgli addio con serenità”. 

Sui social l’omaggio della premier Giorgia Meloni: 

 “Perdiamo un giornalista originale, attento e mai banale, un uomo che amava la cultura. Ciao Gianni”, ha scritto su Twitter il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, postando una foto sorridente di Gianni Mina’.

[embedded content]

Una vita fra Guevara, Castro e sport

Una vita per il giornalismo fra cronaca, esteri, sport. Ma anche libri, tv, come scrittore e conduttore televisivo: Gianni Minà nato a Torino il 17 maggio 1938 e deceduto a Roma, ha segnato un’epoca nel settore dimostrando un talento poliedrico non comune nel trattare diversi tipi di argomenti e tutti con grande estro. Come giornalista ha collaborato con quotidiani e settimanali italiani e stranieri, realizzato reportage per la Rai, ideato e condotto programmi televisivi.

Famosi docu-film su personaggi emblematici del 900 portano la sua firma. Fra questi ricordiamo quelli su Che Guevara, Muhammad Ali, Fidel Castro, Silvia Baraldini, Rigoberta Menchu’, Diego Armando Maradona, il sub comandante Marcos. In particolare, è stato editore e direttore della rivista Latinoamerica e tutti i sud del mondo dal 2000 al 2015 e direttore della collana di Sperling & Kupfer Continente desaparecido.

Eletto nell’assemblea della Siae nel 2023, ha fatto parte del comitato che ha ideato Vivaverdi, la rivista degli autori italiani. Ha ricevuto diversi premi, come il Premio Kamera della Berlinale per la carri.era, il piu’ prestigioso premio al mondo per documentaristi. Nel 1981 il presidente Sandro Pertini gli consegno’ il Premio Saint Vincent come miglior giornalista televisivo dell’anno.
Memorabile fu la sua intervista per 16 ore a Fidel Castro racchiusa in un documentario dal quale è stato tratto un libro pubblicato in tutto il mondo “Fidel racconta il Che” dove il presidente cubano, per la prima volta parla di Guevara raccontando la sua storia. L’intervista fu ripetuta nel 1990, dopo il tramonto del comunismo. I due incontri sono riuniti nel libro Fidel.

Da giornalista sportivo, ha seguito ben otto mondiali di calcio, decine di campionati mondiali di pugilato, in particolare quelli dell’epoca di Muhammad Alì. Non solo calcio ma anche musica: appassionato di jazz ha realizzato una Storia per questo genere musicale, in quattro puntate. E per la tv, è stato fra i fondatori de l’Altra Domenica, il notissimo programma con Maurizio
Maurizio Barendson e Renzo Arbore.

Assunto in Rai nel 1976, ha incominciato a raccontare la grande boxe e l’America dello show-business, ma anche i conflitti sociali delle minoranze. Da quel momento in poi sono iniziati i grandi reportage sull’America Latina. Nel 1978, mentre seguiva i campionati del mondo di calcio, fu espulso dall’Argentina per aver fatto domande sui desaparecidos al capitano di vascello Carlos Alberto Lacoste. Ha collaborato con Mixer di Gianni Minoli, ha condotto Blitz facendo intervenire fra gli altri Federico Fellini, Eduardo De Filippo, Muhammad Ali, Robert De Niro, Jane Fonda, Betty Faria, Gabriel Garcia Marquez, Enzo Ferrari, Fabrizio De Andrè, Giorgio Gaber, Léo Ferré e Tito Schipa Jr. Fra gli altri programmi realizzati si ricorda Alta classe dedicato ad artisti come Ray Charles, Pino Daniele, Massimo Troisi e Chico Buarque de Hollanda, La Domenica Sportiva, Zona Cesarini. E poi ancora, Un mondo nel pallone, Ieri, oggi… domani.

E altri a carattere sportivo su Nereo Rocco, Diego Maradona e Michel Platini, Ronaldo, Carlos Monzo’n, Nino Benvenuti, Edwin Moses, Tommie Smith, Lee Evans, Pietro Mennea e Muhammad Ali. Proprio quest’ultimo è stato seguito da Mina’ in tutta la sua carriera e a lui ha dedicato un lungometraggio intitolato Cassius Clay, una storia americana.

Post simili: