Che fine fanno ora le schede elettorali votate

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Il giorno dopo il voto, finiti gli spogli, terminati i conteggi, spenti i riflettori dei dibattici politici resta solo una cosa da ‘sistemare’: i circa 70 milioni di schede elettorali votate e non votate. Che fine fanno? Come si smaltiscono? Possono essere riciclate? La risposta è sì: si possono riutilizzare 5 anni dopo, ma vediamo in che modo.

Come sono realizzate

L’Istituto Poligrafico dello Stato, spiega il Corriere che cita il Comieco (Consorzio nazionale per il recupero e il riciclaggio degli imballaggi a base cellulosica, ha stabilito per le schede l’utilizzo di carta copiativa riciclabile della grammatura di 90 grammi al metro quadrato. A ogni consultazione elettorale il numero di schede elettorali stampate equivale a quello del corpo elettorale rilevato 45 giorni prima del voto a cui va aggiunto un 30% di schede in più come scorta.

Di questo 30%, il 10% viene consegnato alle singole sezioni elettorali, 10% ai Comuni e l’ultimo 10% da conservare presso le prefetture. Quindi per le elezioni europee sono state messe a disposizione 66 milioni di schede, una per ognuno dei 50.952.719 italiani aventi diritto al voto, più un 30% di scorta. Larghe 41 centimetri, la loro altezza varia a seconda delle circoscrizioni: 22 centimetri al Centro, al Sud e nelle Isole, dove le liste in campo sono 15; 26.2 cm nel Nord Ovest e nel Nord Est, dove c’è qualche simbolo in più. In tutto sei milioni e mezzo di metri quadrati di carta.

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Le prefetture selezionano le sedi autorizzate alla stampa, mentre la Commissione tariffe del ministero dell’Economia aggiorna a ogni elezione le previsioni di spesa. Le schede una volta stampate sono recapitate direttamente dalle sedi del Poligrafico ai seggi elettorali.

La nuova vita delle schede

Ma che fine fanno le schede dopo il voto? “La quantità di carta utilizzata durante ogni elezione è enorme, ma la buona notizia è che si può recuperare”, commenta Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco. I Comuni sono responsabili della loro conservazione per almeno 5 anni dopo il voto. Nel caso delle Europee le schede vengono depositate presso le preture, finché il tribunale emette l’ordine di smaltimento. Le municipalizzate addette alla raccolta differenziata portano quindi le schede al riciclo proprio perché vengono stampate su carta di qualità, che le cartiere accolgono volentieri. Una volta al macero hanno infatti un valore di 100-120 euro a tonnellata. Ad oggi si possono riciclare quelle utilizzate nelle ultime elezioni europee del 2014. Dal momento dell’ingresso in cartiera, invece, spiega Il Tempo, il riciclo è velocissimo. In 36-48 ore le vecchie schede sono già pronte a una nuova “carriera”.

Sotto forma di cosa? Lo svela Giovanni Malloggi, vent’anni di esperienza nella “Ds Smith Recycling Italia” e oggi consulente Comieco. “Una scheda, che è all’incirca un decimo di metro quadro, pesa più o meno una decina di grammi. Si tratta di una carta a fibra corta, quindi senza una particolare resistenza. Quando la si ricicla – e in genere se ne recupera circa l’85% – non è molto indicata per la produzione di carta per imballaggi, è molto apprezzata per la produzione di carta da stampa riciclata, rotoli di carta tipo asciugamani, cartoncini per piccole scatole di profumo, block notes di carta riciclata. Quelli con i fogli un po’ grigi”.

L’Italia è leader europeo nel settore, con un tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici dell’80% e con una media di 10 tonnellate di macero riciclate al minuto.

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