Da Guccini a Schlein, in centinaia per l’addio a Sergio Staino

AGI – Sala del Cinquecento di Palazzo Vecchio, sede del Comune di Firenze, gremita per la cerimonia pubblica di commiato al vignettista Sergio Staino, scomparso il 21 ottobre scorso a 83 anni. Nella sala, dove è collocata l’urna con le ceneri circondata da un’immagine di ‘Bobo’ e varie vignette, sono presenti centinaia di persone e amici, gran parte del mondo di centrosinistra e artisti con il sottofondo musicale di un pianoforte.

Nel pubblico, oltre al sindaco, Dario Nardella, il governatore regionale, Eugenio Giani e ai componenti del Consiglio comunale, c’è la segretaria del Pd, Elly Schlein, i parlamentari Peppe Provenzano e Gianni Cuperlo. Con loro gli intellettuali Carlo Petrini, Tomaso Montanari, Paolo Hendel e Adriano Sofri. Per il mondo della musica presenti invece gli amici Francesco Guccini e Roberto Vecchioni. 

Guccini: “Arriverò in ritardo ma ti raggiungerò amico”

“Ci lega una curiosa congiunzione astrale: Sergio è nato esattamente sei giorni prima di me, l’8 giugno 1940. Sergio è nato in tempo di pace, io astutamente in tempo di guerra. Sergio non ci vedeva più e io mi avvio allo stesso. Eravamo uniti da questi due curiosi destini”. Lo ha detto il cantautore e scrittore, Francesco Guccini, durante  la cerimonia.

cerimonia pubblica staino 

© Aleandro Biagianti / AGF 

“Sergio – ha ricordato Guccini – era intelligente, colto, altruista, generoso, un grande disegnatore. Di sinistra, come Bobo con cui era la stessa cosa, una sinistra colta e intelligente come vorrebbe che fossero tutti quelli di sinistra”. E oggi, ha aggiunto Guccini, “se ne è andato e io dico: sto arrivando anch’io, ridammi il vantaggio che ti sei preso, potrebbero essere sei giorni, sei mesi, sei anni, 60 anni, no forse sono troppi. Insomma non farci caso, ritarderò un po’ ma arriverò anche io. Ti abbraccio, ciao Sergio”.

Vecchioni: “Non scioglieva dubbi ma li rendeva felici”

“La vignetta accanto alle ceneri è sbagliata, Sergio ha preso a pallate il destino per tutta la vita, è un match infinito. Lui è quello che sa e non sa, tutte le volte che lo chiamavo e gli spiegavo e lui non mi risolveva mai i dubbi, anzi me ne faceva venire altri. Però i dubbi di prima erano tristi dopo aver parlato con lui invece avevo dei dubbi felici”, ha detto cantautore, Roberto Vecchioni.

“Uno dei ricordi più belli – racconta Vecchioni – è il 1997 quando abbiamo fatto 50 concerti insieme, io a cantare e lui a disegnare. Gli abbiamo fatto uno scherzo all’ultima serata del tour, eravamo a Bergamo al teatro Donizetti, gli ho detto che non avevo più voce per cantare ‘Luci a San Siro’. Lui è uscito e l’ha cantata nel modo più orripilante possibile, una cosa da vergognarsi. Di solito piangono tutti quella serata li’ invece e’ stata un uragano di risate. Ha interpretato la canzone nella maniera più bella e giusta, così come ha fatto nella vita”.

Nardella: “Firenze gli intitolerà teatro o scuola”

“Faremo sicuramente qualcosa di importante per ricordarlo. Oggi sono presenti tutto il Consiglio e la Giunta comunale di Firenze, ringrazio tutte le forze politiche presenti, c’e’ la segretaria del Pd Elly Schlein, la sua presenza è molto significativa. Sicuramente troveremo nei prossimi giorni la forma più adatta, più adeguata e più bella per ricordarlo”.

Lo ha detto il sindaco di Firenze, Dario Nardella. “Mi piacerebbe – sottolinea Nardella – che un teatro, una scuola ed un cinema fosse dedicata a lui perché poi era il suo mondo. Chissà che accanto al teatro Puccini non ci possa essere anche Staino”.

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