Dopo il Clasico gli indipendentisti catalani hanno menato le mani

Catalogna scontri Clasico

Nove arresti e 64 feriti, di cui 16 finiti in ospedale: è il bilancio degli scontri a Barcellona tra indipendentisti catalani e polizia nella zona del Camp Nou che hanno fatto da cornice al Clasico contro il Real Madrid, terminato a reti bianche. Tra i feriti ci sono almeno 39 agenti dei Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, due dei quali in gravi condizioni. Sono stati tutti colpiti dal lancio di oggetti.

L’imponente dispositivo di polizia, con 4 mila agenti, ha evitato che la protesta avesse un bilancio più grave. Nel pomeriggio c’era stata tensione quando gli attivisti di Tsunami Democratic avevano fatto un sit-in pacifico sedendosi in mezzo alla strada che porta alla stadio (lo slogan della protesta era “Spain, sit and talk”, Spagna siediti e parla).

Gli incidenti più gravi si sono verificati poco dopo l’inizio della partita nella zona di Las Corts, a sud dello stadio, dove i separatisti hanno incendiato cassonetti e l’odore acre è arrivato fin dentro il Camp Nou. A volto coperto, gli attivisti hanno bersagliato i poliziotti con sassi e bottiglie usando le barricate di cassonetti in fiamme come scudo.

Nello stadio non ci sono stati disordini: durante la partita dalle tribune è partito a più riprese il coro “indipendenza”, soprattutto, come è consuetudine, al minuto 17 e 14 secondi di ogni match (1740 è l’anno della sconfitta contro i Borboni) e gli striscioni blu pro-indipendenza sono stati esposti più volte.

L’unica protesta da annotare si è registrata al 60esimo minuto, quando dagli spalti sono piovuti in campo decine di palloni da calcio gialli e l’arbitro ha dovuto sospendere brevemente il gioco. Per il resto al Camp Nou è filato tutto liscio, nonostante la sentitissima sfida tra le regine del calcio spagnolo fosse stata rinviata a ottobre proprio per timori legati all’ordine pubblico. 

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