“Gli ingegneri salveranno il mondo”. Parola di Jeffrey Sachs

clima intervista jeffrey sachs

Andrea Battistuzzi / Agi

Jeffrey Sachs

Ingegneri, architetti, tecnici, biochimici, periti e docenti universitari sono stati chiamati a raccolta a Milano il 2 e il 3 aprile dall’economista della Columbia Jeffrey Sachs e dalla Fondazione Eni Enrico Mattei, che ha ospitato nel suo quartier generale le sessioni plenarie e i diversi panel tematici. 

Abbiamo intervistato Sachs sui risultati del meeting.

Mister Sachs, che genere di meeting è questo senza ministri, politici e diplomatici?

“È stato uno stupendo meeting di ingegneri. La sfida della decarbonizzazione  globale entro il 2050, è una sfida enorme che è innanzitutto una sfida ingegneristica. Il modo per cambiare il settore energetico, il settore dei trasporti,il modo in cui si realizzano gli edifici, i processi industriali richiede la competenza e la guida degli ingegneri. La Fondazione Eni Enrico Mattei per questo meeting ha messo insieme alcuni dei più influenti ingegneri e le associazioni di categoria più importanti per avere una discussione ricca e realmente approfondita sulle vie tecniche alla decarbonizzazione e sulle sfide pratiche e tecnologiche ad essa connesse”.

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Andrea Battistuzzi / Agi
 

Un panel sul clima alla Fondazione Mattei 

Quali sono i risultati più importanti di questi due giorni di meeting e quali sono i prossimi passi?

“Il risultato più rilevante è stata la decisione di presentare un report ai maggiori leader del mondo, a settembre, alle Nazioni Unite quando ci sarà un summit speciale sui cambiamenti climatici convocato dal Segretario Generale Gutierrez. Presenteremo il nostro report, un report degli ingegneri, sull’ingegneria per raggiungere zero emissioni entro il 2050”.

Sarà la prima volta che un report del genere verrà presentato?

“È la prima volta, per quanto ne sappia, che gli ingegneri presentano il punto di vista ingegneristico ai capi di Stato. Questo problema è stato trattato da giuristi, diplomatici, politici, sono loro che si incontrano, firmano trattati e accordi, sono loro che trattano il problema. Gli ingegneri, che sanno cosa fare, spesso restano fuori dai luoghi delle decisioni. Uno degli obiettivi di questi due giorni di meeting è permettere a coloro che sanno di dire a coloro che devono decidere: “Queste sono le strade per arrivare ai traguardi che vi siete dati a Parigi, i modi per raggiungerli e non solo per parlarne” .

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Andrea Battistuzzi / Agi
 

La plenaria sul clima alla Fondazione Mattei 

Questo è il punto: sembra che abbiamo le tecnologie e forse il tempo necessario, ma che la parte più difficile sia convincere coloro che devono decidere. È così?

“Penso che si sia molta confusione. Una parte della propaganda che sentiamo, spesso da chi ha interessi, è: “non ce la possiamo fare”. Quando leggo il Wall Street Journal negli Stati Uniti vedo molta negatività, sostengono che non ce la possiamo fare, non abbiamo le tecnologie e questo non è corretto, non è quello che gli ingegneri hanno detto in questo meeting. Gli ingegneri hanno indicato che la strada in gran parte è nota, ci sono questioni conosciute in via teorica ma che ancora hanno bisogno di trasformazione pratica. Ma non ci sono ostacoli insuperabili sulla strada verso la decarbonizzazione per metà del secolo. Queste sono le parole che devono arrivare ai politici. E poi solleciteremo i Capi di Stato, nel loro ruolo di leader di governo, affinché facciano quello che gli accordi sul cambiamento climatico prevedono, ovvero presentare una strategia al 2050, per mostrare come i loro Paesi possano raggiungere gli obiettivi che si sono dati a Parigi per fermare il riscaldamento globale”.

Come convincerà la Cina a fermare l’ industria legata al carbone e le emissioni che ne derivano?

“Ad un Leader cinese direi diverse cose: primo che stanno soffocando per il carbone, vado in Cina spesso e l’aria è irrespirabile. Milioni di persone muoiono prematuramente ogni anno a casa dell’ inquinamento dell’aria, ed è assurdo respirare un’ aria che non è sicura per gli esseri umani. Secondo, il pericolo climatico in Cina, così come in molti altri luoghi della terra, è molto alto. La Cina ha una importante crisi idrica e affronterà altre importanti crisi legate al cambiamento del clima che dovrebbero conoscere meglio. Terzo, la Cina ha la leadership tecnologica, la Cina produce a basso costo la gran parte dell’energia pulita che servirà in futuro. In particolare i pannelli fotovoltaici e le grandi turbina eoliche. Questa per la Cina è una importante opportunità e una sfida alla portata del suo settore industriale. Quattro. La Cina ha una forte responsabilità internazionale, è, ad oggi, la prima o la seconda economia del mondo, la prima per emissioni di gas serra, tutto il mondo chiede alla Cina di non distruggere il pianeta e loro hanno queste responsabilità. Direi ad un leader Cinese che è necessario cambiare queste cose”.

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Andrea Battistuzzi / Agi
 

Un panel sul clima alla Fondazione Mattei 

Pensa che sia sufficiente dirgli che ci stanno soffocando per ottenere un risultato?

“Beh, si stanno soffocando da soli ma minacciano il mondo intero con il cambiamento climatico.  È sufficiente che tutti noi cooperiamo? È sufficiente. È difficile adesso che il Presidente degli Stati Uniti è molto confuso sfortunatamente  e sulla strada sbagliata ma anche negli Stati Uniti la politica cambia. La cosa migliore rispetto alla Cina è che l’ Unione Europea e gli Stati Uniti vadano nella stessa direzione. Però da quando gli Stati Uniti si sono allontanati promuovendo combustibili fossili e carbone, adottando politiche molto miopi con l’amministrazione Trump, tutto è diventato più difficile. Ma creso che le nostre politiche cambieranno, perché ho visto a livello degli Stati americani un grande progresso su questi temi”.

Lei pensa quindi che le presidenziali del 2020 potranno essere decisive per la lotta al cambiamento climatico?

“Saranno decisive per il mondo intero”.

Professore ci può dare qualche anteprima tecnica su quello che è stato discusso e deciso riguardo ai settori dell’energia, delle costruzione e dei trasporti?

“La via che è stata concordata, ha al proprio centro la transizione dalle fonti fossili a forme di energia rinnovabile, come eolico, solare, idroelettrico, geotermico e altre. E questo è il centro perché con queste fonti oltre a ridurre le emissioni per la produzione di energia si può utilizzare questa energia pulita per il trasporto, attraverso i veicoli elettrici, può essere impiegata per riscaldare gli edifici, grazie alla elettrificazione e alle pompe di calore, e una delle vie più importanti che abbiamo discusso è stata quella di utilizzare energia pulita per produrre carburanti sintetici, di certo l’ idrogeno, ma anche il metano di sintesi e gli idrocarburi liquidi sintetici, che potrebbero alimentare le nostre attuali tecnologie senza però emettere anidride carbonica”.

E quali sono le tecnologie più vicine alla realizzazione tra queste?

“All’interno dell’attuale mix tecnologico, a parità di rete, il solare è già l’opzione più economica nel mondo fintantoché i vecchi settori non ricevono più sussidi. Notiamo che il fotovoltaico e l’eolico stanno già vincendo, ad esempio a livello statale negli Stati Uniti, molti progetti basati sul gas naturale sono già stati cancellati. Non c’è nessun progetto di costruzione di centrali a carbone negli Stati Uniti perché il solare e l’eolico sono competitivi in termini di costi. I veicoli elettrici costano sempre meno, Le costruzioni elettrificate ad alta efficienza sono una realtà. L’elettrificazione dei processi termici nei settori industriali fanno passi da giganti. Direi che molto sta succedendo. Ci sono altri campi che sono ancora in fase progettuale piuttosto che in fase di applicazione su larga scala, come i combustibili sintetici. Un tema che n on abbiamo affrontato ma che concordiamo sarà fondamentale è quello del consumo del suolo, di cui parleremo in futuri incontri.Perché la deforestazione e l’allevamento industriale rappresentano un quarto delle emissioni globali. Di questo non si è discusso in questo meeting”.

Cosa è andato storto negli ultimi decenni ai meeting di alto livello?

“Fondamentalmente non si sono ascoltate le persone che sapevano cosa fare, le persone di potere non hanno ascoltate coloro che sapevano cosa fare, questo secondo me è stato il problema. I politici hanno una visione a breve termine e sono soggetti ad interessi costituiti. Non sono scienziati, non sono ingegneri e hanno deluso il mondo.Incolpo i processi decisionali e la politica, la scienza è stata chiara così come l’emergenza ma noi non abbiamo agito”.

Cosa possono fare le persone per la decarbonizzazione? Lei è ottimista?

“Le persone aiuteranno la decarbonizzazione quando appoggeranno la politica del clenaup e quando diranno ai loro politici: “Cosa state facendo? Abbiamo bisogno di energia verde e pulita”. Quando diranno alle industrie: “ Compreremo i vostri prodotti quando saranno sicuri per la nostra salute”. L’opinione pubblica sta reagendo ora, vediamo un cambio generazionale, i ragazzi che stanno nelle strade i venerdì a centinaia di migliaia”.

E questo è più efficace che comprare una auto elettrica?

“In questo momento le persone stanno comprando auto elettriche e il loro prezzo sta velocemente scendendo e se ne compreranno sempre di più  e credo che dovremmo dire, i consumatori dovrebbero dire all’industria di smettere di produrre e vendere veicoli a milioni che mettono a rischio il pianeta per produrre e vendere veicoli sicuri per noi e per il pianeta. Non fate test falsi, non vendeteci diesel che inquinano l’aria, vogliamo macchina pulite e sicure da guidare e vogliamo che siano economiche. E direi che l’industria automobilistica europea è super tecnologica e può risolvere questo problema se i consumatori e i leader globali faranno sentire la loro voce in modo chiaro”.  

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