I due studenti americani truffati dal pusher. Poi il furto e le coltellate al carabiniere
Flavia Piola / Agf
Il luogo in cui è stato ucciso il carabiniere Mario Rega Cerciello
Vagavano per Trastevere in cerca di droga, ma la sostanza acquistata era semplice aspirina. Per questo hanno rubato la borsa del pusher nel tentativo di recuperare i soldi che gli erano stati sottratti poco prima. È questa la dinamica della vicenda che ha portato all’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega.
In base a quanto ricostruito dal procuratore facente funzioni Michele Prestipino, dall’aggiunto Nunzia D’Elia e dal pm Maria Sabina Calabretta, i due ragazzi americani si erano recati a Trastevere per acquistare alcune dosi di droga: dopo essersi resi conto di essere stati ingannati, hanno strappato la borsa allo spacciatore che conteneva il suo telefono cellulare. L’uomo ha quindi contattato i due chiamando il suo numero di telefono per avere indietro la borsa.
Il pusher avrebbe poi chiamato il 112 per comunicare che era stato vittima di un furto e che si era accordato con i due americani per la restituzione della borsa. A questo punto, all’orario stabilito i due carabinieri, in borghese, si sono recati in via Pietro Cossa. Lì hanno incontrato i due ragazzi con i quali è scoppiata una violenta colluttazione durante la quale il vicebrigadiere e’ stato colpito con otto coltellate, una alle spalle e una al cuore, risultate poi fatali.
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