La Cassazione conferma 14 anni a Fiesoli per gli abusi sui minori del Forteto 

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Afp

Corte di Cassazione

Condanna definitiva per Rodolfo Fiesoli a 14 anni e 10 mesi di reclusione. Lo ha deciso la quarta sezione penale della Cassazione confermando stasera la sentenza con cui la Corte d’appello di Firenze, in sede di rinvio, aveva ricalcolato la pena per l’ex ‘guru’ della comunità Forteto, accusato di abusi su minori e maltrattamenti. Fiesoli ora dovrà tornare in carcere. Confermata anche la condanna a 6 anni e 4 mesi per Daniela Tardani, altra imputata nel processo.

La Cassazione ha infatti rigettato i ricorsi presentati dai due imputati, come sollecitato oggi anche dalla procura generale. La Suprema Corte (terza sezione penale), si era già occupata di questo processo nel dicembre 2017, quando, confermando in buona parte la sentenza di condanna emessa della Corte di appello di Firenze nel luglio 2016 e i risarcimenti alle parti offese, aveva pero’ disposto l’annullamento con rinvio limitatamente a uno degli episodi di violenza sessuale contestati a Fiesoli.

Cos’è il caso Forteto

Un caso giudiziario, ma anche politico e sociale quello del Forteto. Una comunità nata negli anni ’70, quando un gruppo di giovani pratesi, capitanati da Rodolfo Fiesoli, decide di mettersi insieme e coronare un sogno. Lavorare senza padroni, tutti uguali. Un’ideologia che attrae, e infatti quel manipolo di ragazzi, che trovano la loro collocazione definitiva in Mugello, oltre a far cooperativa iniziano ad accogliere anche giovani disagiati, raccoglie molti plausi. Il primo intoppo è del 1978: su Fiesoli e sul suo braccio destro, Luigi Goffredi, piovono le prime accuse di abusi. E la storia si ripeterà, alla vigilia del Natale del 2011, quando il ‘profeta’, così si fa chiamare Fiesoli, viene nuovamente arrestato.

Ma tra il 1985, l’anno in cui per i primi abusi del 1978 la Cassazione emette una condanna definitiva, e il clamoroso arresto del 2011, il Forteto è diventato una realtà cooperativa solida e molti altri ragazzi minori gli vengono affidati. E saranno proprio i ragazzi affidati, hanno stabilito le sentenze, a diventare vittime di Fiesoli.

Con l’ausilio dei suoi fedelissimi, il profeta ha imposto nel Forteto regole simili a una setta, praticando umiliazioni pubbliche – con la cosiddetta pratica dei ‘chiarimenti’ – e con il pretesto di ‘togliere la materialità’, i giovani ospiti sarebbero stati abusati anche sessualmente. Com’è stato possibile che, per tanti anni accadesse, in una struttura a contatto con le istituzioni e vicina alla politica? Se lo sono chiesto anche due commissioni regionali d’inchiesta aperte in Regione.

C’è anche il via libera a una commissione parlamentare, sul caso Forteto, ma non ha ancora dato il via ai lavori. Poi c’è il capitolo giudiziario. Nell’ottobre dello scorso anno, Fiesoli è stato condannato a 14 anni e 10 mesi. Dopo i domiciliari del 2011, e una breve detenzione nel limbo tra una Cassazione e un’altra, Fiesoli è libero. Non vive più in Mugello ma ad Aulla. All’ultima condanna, appellata in Cassazione dai suoi legali, si è arrivati dopo un iter complicato, anche se in ogni giudizio ha sempre retto l’impostazione del pubblico ministero fiorentino Ornella Galeotti. Fiesoli ha incassato due pesantissime condanne, 17 anni e mezzo in primo grado, 15 anni e 10 mesi in appello. Nel dicembre del 2017, la Cassazione ordinò però un ricalcolo della pena, rimandando ai giudici dell’appello il processo.

Tribunale che stabilì la condanna a 14 anni e 10 mesi per effetto di alcune prescrizioni. Anche il processo di primo grado subì un lungo stop per la ricusazione del giudice da parte degli imputati. Ricusazione prima accordata dalla corte d’Appello, poi ribaltata dalla Cassazione. Dopo alcuni mesi di stop, il processo riprese, davanti allo stesso tribunale “riabilitato” dalla Suprema Corte. 

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