La storia del manager russo arrestato per spionaggio a Napoli

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Nella guerra di spie (di segreti industriali) tra Russia e Usa, finisce in mezzo l’Italia. La notizia dell’arresto all’aeroporto di Napoli di Aleksander Korshunov, manager della società produttrice di motori, Odk, controllata dalla holding statale russa Rostec, effettuato il 30 agosto su ordine di Washington, rischia di diventare una bella gatta da pelare per il neo governo giallo-rosso.

Il caso ha provocato l’ira del presidente Vladimir Putin, il quale ha denunciato la “cattiva pratica” degli Usa di chiedere l’arresto di cittadini russi in Paesi terzi e ha denunciato i “tentativi di concorrenza sleale” di Washington, avvertendo degli effetti che questo può avere sui giù compromessi rapporti bilaterali.

Korshunov, 57 anni, è sospettato dagli Stati Uniti di spionaggio industriale. I diplomatici russi hanno già parlato col detenuto, mentre le autorità di Mosca stanno seguendo da vicino gli sviluppi del caso. Il manager, con alle spalle una formazione da diplomatico ed esperienze nelle ambasciate in Turchia e Kenya, lavora in Odk dal 2009 e ricopre il ruolo di responsabile dello Sviluppo del business.

Putin in persona ha spiegato che la Odk ha sviluppato un nuovo motore russo, definito “il nostro primo prodotto high-tech in 28 anni, e che ha concluso un contratto con una società di consulenza italiana. “Si tratta di una normale pratica a livello mondiale, di chiaro lavoro commerciale trasparente con i partner europei”, ha spiegato dal forum economico di Vladivostok.

Il manager russo, si è appreso da fonti investigative, era destinatario di un fermo finalizzato all’estradizione formulato dallo stato americano dell’Ohio. Mentre ancora ci sono da chiarire i contorni della vicenda, quello che emerge di certo è che l’arresto è stato eseguito nel rispetto delle normative Interpol, con una richiesta internazionale classificata come red notice. Si aspetta adesso la richiesta di estradizione da parte degli Usa e la conseguente decisione dell’Italia.

I diplomatici russi hanno “protestato contro l’arresto di Korshunov e hanno chiesto “l’immediato ritiro della richiesta di estradizione. “Hanno espresso la nostra decisa protesta contro queste azioni illegittime e hanno chiesto spiegazioni sui motivi del suo arresto”, si legge in una nota. “Abbiamo fatto notare che la pratica aggressiva delle autorità statunitensi di dare la caccia ai cittadini russi in tutto il mondo è inaccettabile”, continua l’ambasciata, “va contro il diritto internazionale e porta a un ulteriore degrado e imprevedibilita’ delle relazioni tra Russia e Stati Uniti”.
 Secondo quanto riporta la testata di San Pietroburgo, Fontanka, ritenuta vicina ai servizi segreti, i sospetti di spionaggio risalgono al periodo 2009-2017.

Stando a Fontanka, gli Stati Uniti accusano Korshunov di contatti informali con il produttore italiano di motori civili e militari Avio Aero. La società è stata acquisita dalla GE Aviation, dell’americana General Electric (GE), e opera nella progettazione, produzione e manutenzione di componenti e sistemi per l’aeronautica civile e militare. La sede principale dell’azienda e’ a Torino e secondo la testata pietroburghese, Korshunov viaggiava regolarmente in Italia (la Avio Aero ha una fabbrica a Pomigliano d’Arco), anche se al momento dell’arresto il manager era semplicemente in vacanza.

Secondo il quotidiano economico Vedomosti, Korshunov è accusato dagli Usa di furto di documenti di proprietà intellettuale della GE, nell’interesse del programma russo PD-14, un motore di quinta generazione tra i motori a turbogetto. Per Putin, si tratta di un caso di “tentativi di concorrenza sleale e ciò non rende migliori le relazioni tra i nostri Paesi”. 

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